lunedì 8 settembre 2008

Ritorna Gerd

Dopo mesi di paralisi politica e calo nei sondaggi, la Spd è attraversata da un terremoto. Esce di scena Kurt Beck e la socialdemocrazia tedesca decide di recuperare l'eredità di Schroeder per lanciare la sfida al populismo della Die Linke.

Il vertice di Schwielowsee è diventato uno degli appuntamenti chiave della politica tedesca. L'incontro, convocato per discutere dell'attuale crisi politica della Spd, determina due decisioni che provocano un terremoto. L'attuale Ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, sarà il candidato Cancelliere alle elezioni federali che si svolgeranno nel settembre 2009. Al vertice del partito più antico dell'Europa ritorna Franz Müntefering, ex presidente della Spd tra il 2004 e 2005 e Vice Cancelliere nel governo Merkel, poi dimessosi un anno fa per assistere la moglie malata terminale di cancro. Esce di scena Kurt Beck, che in due anni di leadership ha assistito impotente alla crisi della socialdemocrazia tedesca, messa in crisi dalla sfida populista della Die Linke, la formazione erede degli ex comunisti dell'Est guidata dall'ex leader socialdemocratico Oskar Lafontaine.

UNA LUNGA CRISI

Lo sconvolgimento della leadership politica della Spd avvenuto al vertice di Schwielowsee ha una lontana origine. La socialdemocrazia tedesca è entrata in crisi ai tempi del governo Schroeder, quando l'allora cancelliere decise di affrontare la recessione economica post 11 settembre realizzando l'Agenda 2010, il più ambizioso progetto di riforme dello Stato sociale tedesco. Un programma di tagli alle prestazioni sociali, molto generose in Germania, che cercava di mantenere i pilastri del Welfare State riducendo al contempo in maniera netta la spesa pubblica. L'Agenda 2010 mise in crisi l'anima della socialdemocrazia teutonica, fiera di aver realizzato uno dei sistemi di welfare più generosi del mondo, capace però di unire forti tutele sociali ad un sistema produttivo dinamico e competitivo. Alcuni successi innegabili dell'Agenda 2010, cioè il rafforzamento del primato mondiale dell'export dell'economia tedesca, alcuni anni di sviluppo sostenuto e una riduzione della spesa pubblica, sono stati però oscurati dal malanimo dell'opinione pubblica, che ha subito il duro processo di ristrutturazione economica senza avvertire i benefici della successiva crescita. Questo malcontento ha generato l'esplosione, prima demoscopica e poi elettorale, della Die Linke, formazione nata dalla fusione degli ex comunisti della DDR con i fuoriusciti dalla Spd, guidati dal leader Oskar Lafontaine, che avevano abbandonato la socialdemocrazia tedesca dopo l'implementazione dell'Agenda 2010. Per la prima volta un partito ex comunista è riuscito ad ottenere una rappresentanza parlamentare nelle assemblee legislative dei Bundesländer occidentali, un dato che si è subito abbinato al repentino calo nei sondaggi della Spd.

UN LEADER MANCATO

Kurt Beck, arrivato al vertice della Spd nella primavera 2006, non è riuscito ad affrontare uno dei periodi di crisi più gravi nella storia della socialdemocrazia tedesca. Il ministro presidente della Renania Palatinato non ha risolto il dilemma fondamentale che attanaglia la SPd da ormai 5 anni. Accettare un profilo programmatico post socialdemocratico, come propugnato dagli eredi di Schroeder, oppure rincorrere il populismo della Die Linke, recuperando l'antico spirito socialista? Beck ha preferito ricercare un profilo unitario, ottenuto però solo con una paralisi politica paradossale. Il partito guidato fino a pochi anni fa da Gerhard Schroeder disconosceva in parte sostanziale le riforme introdotto dall'ex cancelliere, mentre il partito allora all'opposizione del governo a guida socialdemocratica, la Cdu-Csu di Angela Merkel, faceva dell'Agenda 2010 uno dei suoi pilastri programmatici. Il caos scoppiato dopo le elezioni regionali dell'Hessen ha posto fine alla leadership di Beck. La leader della Spd dell'Assia, Andrea Ypsilanti, ha cercato di realizzare un governo di minoranza coi Verdi e con l'astensione della Die Linke con la benedizione di Beck, che aveva sempre escluso una collaborazione con il partito erede della Sed. La decisione di apertura alla Die Linke ha fatto crollare l'immagine nazionale del leader della Spd, tanto che l'ala moderata del partito ha posto il veto alla sua corsa verso la cancelleria, proponendo l'alternativa di Steinmeier, popolare ministro degli Esteri e storico collaboratore di Schroeder

IL RITORNO DEGLI SCHROEDERIANI

L'affermazione della candidatura di Steinmeier ha posto la parola fine all'equidistanza della Spd rispetto all'eredità dei governi a guida Schroeder. La socialdemocrazia riscopre il suo ruolo politico di partito di centro che guarda a sinistra, abbandonando le tentazioni di rincorsa verso il populismo della Die Linke. Kurt Beck ha deciso di dimettersi dalla carica di presidente, essendo stata sconfessata la sua linea politica di cauta apertura verso il partito di Lafontaine. Le dimissioni di Beck hanno determinato il ritorno al vertice di Franz Müntefering, che insieme a Steinmeier è stato il più fedele alleato di Schroeder nei 7 anni di governi rosso-verdi. Müntefering ritorna alla politica attiva dopo un anno: nel novembre del 2007 il Vice Cancelliere del governo Merkel aveva abbandonato l'incarico per poter assistere la moglie, da tempo malata di cancro e scomparsa ad inizio dell'estate. La Spd ritorna così al suo passato di governo per affrontare la sfida alla Merkel, riaprendo così una partita che sembrava già decisa ad un anno di distanza.

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