martedì 30 settembre 2008

Sondaggi nazionali 30/9

Gallup: Obama 49, McCain 43 (-2)
Rasmussen: Obama 51, McCain 45 (+1)
Battleground: Obama 48, McCain 46 (+4)
Research 2000: Obama 51, McCain 41 (+1)
Hotline/FD: Obama 47, McCain 41 (+1)
ARG: Obama 49, McCain 45 (+2)
ABC/WP: Obama 50, McCain 46 (-5)

Media vantaggio Obama + 5,4

Lieve incremento dei valori di Obama nella giornata di oggi secondo la maggior parte dei tracking, con l'eccezione significativa di Gallup. Dai dati di oggi, che vengono da indagini iniziate sabato scorso, si nota la scarsa influenza del primo dibattito presidenziale. Obama era in testa venerdì con un margine di almeno 4/5 punti, leggermente aumentato nelle interviste condotte nei 3 giorni successivi al confronto di Ole Miss. Ora ci sono 3 tracking che segnalano lo stesso distacco, 6 punti. ARG aggiorna il suo sondaggio settimanale: il candidato democratico aumenta il vantaggio arrivando a valori simili a quelli rilevati dai tracking. L'incremento di Obama è determinato dal compattamento della base democratica, e dal buon risultato ottenuto nell'elettorato bianco, dove McCain guida con solo 8 punti di vantaggio. Novità anche dal tracking di Battleground, che per la prima volta rileva Obama in vantaggio. Margine molto più contenuto rispetto alle altre monitorazioni giornaliere, ma ora McCain è dietro secondo ogni sondaggista.
Washington Post e ABC rilevano invece un calo di Obama abbastanza netto, che porta però ad una situazione simile a quella di altre indagini. Il candidato democratico pareggia tra i bianchi cattolici, ma l'incremento di McCain tra indipendenti e donne bianche determina il dimezzamento del margine di Obama.

CSU: si dimette il leader

Si è dimesso Erwin Huber, il leader della CSU, dopo la rivoluzione bavarese di domenica scorsa. Al prossimo congresso lascerà anche Christine Haderthauer, Generalsekretärin( un sorta di coordinatore della segreteria/responsabile dell'organizzazione per gli amanti della gerarchia italica) del partito. La SZ, come il resto dei media tedeschi, annuncia l'arrivo di Seehofer al vertice della CSU, che sarà eletto dal congresso straordinario che si terrà il 25 ottobre. Il ministro presidente della Baviera, Beckstein, già critica la cancelliera Merkel. In Baviera hanno sempre incolpato lei per il disastro del 2005, quando la CSU non riuscì a raggiungere il 50% dopo che 3 anni prima aveva viaggiato sul 60% con Stoiber candidato cancelliere. Se il Sud della Germania, il granaio elettorale dei conservatori, brucia, il tonfo della CDU alle comunali del Brandeburgo ricorda a tutti che le federali dell'anno prossimo saranno aperte.

Sondaggi statali 29/9


Obama continua a guidare il Collegio Elettorale grazie alle nuove indagini pubblicate ieri. SuSa continua a sottostimare gli afro-americani, ed è probabile che la situazione in Florida sia più simile al pareggio riscontrato da Rasmussen. I 5 poll statali condotti per Fox mostrano un progressivo miglioramento dei valori di Obama, che però non sono ancora corrispondenti al solido vantaggio mostrato dalle indagini nazionali. McCain migliora un paio di punti in Colorado e Virginia, segno dell'inizio della mobilitazione repubblicana in quegli Stati, mentre anche in Ohio il candidato repubblicano regge meglio del previsto, data l'estrema sensibilità di quello Stato alle tematiche economiche. La Pennsylvania, il target principale della campagna di McCain per quanto riguardava la strategia di attacco, sembra ormai persa. Chi avesse seguito la dinamica della registrazione in quello Stato non è però stupito: in 4 anni il distacco tra elettori democratici e repubblicani si è quasi triplicato. Discreto il dato del Tennessee, dove Obama non affonda e questo è già un mezzo miracolo che predispone bene per Virginia e Ohio, mentre PPP rileva per la prima volta un vantaggio di Obama in North Carolina. Mobilitazione massiccia di afro-americani e conquista degli indipendenti: la mappa del Sud, per lo meno quello più dinamico, può davvero cambiare.

lunedì 29 settembre 2008

Il collasso della presidenza Bush

Il mastodontico piano di bailout non ha ottenuto la maggioranza alla House. Il progetto da 700 miliardi di dollari è stato bocciato 228 a 205. La maggioranza democratica ha retto parzialmente, e 140 voti favorevoli sono arrivati dalle fila dei Dems, mentre 95, per lo più membri della sinistra del partito, si sono proclamati contrari. I repubblicani hanno però trovato il piano troppo statalista per poterlo accettare, e solo 65 rappresentanti del Gop hanno votato sì, contro i 133contrari. I due candidati alla presidenza, McCain e Obama, avevano appoggiato il progetto dell'Amministrazione Bush, benchè molti distinguo erano stato pronunciati.Nel corso del weekend Rasmussen aveva rilevato un significativo mutamento d'opinione tra gli americani: mentre venerdì c'era una forte maggioranza contrapposta al progetto di bailout, ora c'è una flebile maggioranza di favorevoli.

La dichiarazione del rappresentante repubblicano Jeb Hensarling (Texas) dice tutto del travaglio attualmente in corso nel Gop.

In my heart and in my mind, I believe that this plan is fraught with unintended consequences, would force generations of taxpayers to pick up the tab for Wall Street losses and could permanently and fundamentally change the role of government in the American free enterprise system. Once the government socializes losses, it will soon socialize profits. If we lose our ability to fail, we will soon lose our ability to succeed. If we bail out risky behavior, we will soon see even riskier behavior

Le sofferenze ideologiche della fazione antigovernment, dominatrice del partito repubblicano negli ultimi 30 anni sono state sintetizzate dal californiano Darrell Issa, che si è definito “resolute” in his opposition to the measure because it would betray party principles and amount to “a coffin on top of Ronald Reagan’s coffin.”

Dopo i fallimenti della presidenza Carter, invero più moderata in economia di quanto la si ricordi, il progressismo statalista andò in soffitta negli Usa. Ora i seguaci di questa idea si sono alleati oggi alla Camera dei Rappresentanti con un nutrito gruppo di Rappresentanti repubblicani avversi in ogni caso ed ad ogni costo all'intervento pubblico. Prossimo gruppo in via di estinzione elettorale?

Sondaggi nazionali 29/9

Gallup: Obama 50 McCain 42 (0)
Rasmussen: Obama 50 McCain 45 (-1)
Battleground: Obama 46 McCain 48 (0)
Research 2000: Obama 51, McCain 42 (+2)
Hotiline/FD: Obama 47, McCain 42 (0)

Media Vantaggio Obama 5

I tracking di oggi riflettono una situazione che pare stabilizzata. Unico a distinguersi è Research 2000, che rileva uObama meno debole del solito tra i bianchi, -13, un dato che spinge il candidato democratico al suo massimo vantaggio nei confronti di McCain. L'alfiere del Gop si può consolare con i risultati di Battleground, l'unico sondaggio che registra una posizione di vantaggio per Old John. Nei prossimi giorni sarò più analitico, ma il campione utilizzato da Battleground sembra essere troppo orientato in senso conservatore. Negli internals McCain conduce gli indipendenti con 12 punti 12 di vantaggio, una rilevazione poco credibile per il segmento di elettorato storicamente più sensibile alle congiunture economiche.

domenica 28 settembre 2008

Terremoto lungo il Danubio

Elezioni legislative Austria
SPÖ:29,71 (35, 34 2006)
ÖVP:25,61 (34,33)
FPÖ:18,01 (11,04)
GRÜ:9,79 (11,05)
BZÖ:10,98 (4,11)

Elezioni regionali Baviera (proiezioni ore 2115)
CSU: 43,5 (-17)
SPD: 18,9 (-0,7)
GRÜ: 9,1 (+1,4)
FWÄ: 10,2 (+6,2)
FDP: 7,8 (+5,2)
LINKE: 4,4 (+4,4)

Lungo le rive del Danubio si è verificato un clamoroso terremoto politico, la cui forza era stata parzialmente prevista dai sondaggi. In Baviera la CSU perde dopo 46 anni la maggioranza assoluta e sarà costretta a formare un governo di coalizione, mentre in Austria il partito popolare viene svuotato dai partiti di estrema destra nelle elezioni anticipate da lui stesso richieste.

CROLLO BAVARESE

Dopo 46 anni termina il regno incontrastato della CSU. Il partito Stato della Baviera subisce una delle più cocenti sconfitte che la storia politica della Germania ricordi. La CSU precipita di quasi venti punti e si assesta ad un 43% che rappresenta uno shock per l’intera Germania. I maggiori beneficiari del crollo del partito di governo sono i Freie Wähler, un raggruppamento di liste civiche comunali che da un decennio si presenta anche alle elezioni regionali. La Spd rimane sotto il 20%, arretrando ancora rispetto al minimo storico conseguito nel 2003, mentre FDP e Verdi beneficiano in modo contenuto delle difficoltà dei partiti maggiori. La Linke non supera la soglia del 5%, arrestando così la sua ascesa. Il risultato rappresenta una clamorosa sconfitta per il duo Beckstein- Huber, rispettivamente ministro presidente e leader della Csu, che avevano rimpiazzato il padre padrone della Baviera Edmund Stoiber poco più di un anno fa. La partecipazione elettorale è stata superiore al passato, ed ha determinato un esito elettorale che avrà pesanti ripercussioni nella Grande Coalizione a Berlino. La Csu, che non apprezza la Merkel ed ha avuto scontri con gli alleati della Cdu sulla linea politica del governo federale, cercherà di imporre una svolta per capovolgere una situazione definita da tutti come catastrofica. Il governo borghese non sembra comunque in discussione: benché in linea teorica sia possibile formare una maggioranza alternativa alla Csu, i liberali della Fdp sembrano il partner naturale per costruire un gabinetto di centro-destra. L’attuale ministro presidente della Baviera, Beckstein, potrebbe però essere sacrificato, anche se al momento nessuna alternativa credibile sembra che possa emergere.

AUSTRIA A DESTRA

Anche l’Austria è stata attraversata da un terremoto simile a quello della Baviera, segno dell’inquietudine che attraversa il cuore della Mitteleuropa ricca e insoddisfatta. Dopo due anni di travaglio la Grande Coalizione austriaca era stata sciolta all’inizio di giugno dai popolari(ÖVP), a causa della svolta anti UE dei socialdemocratici(SPÖ). La ÖVP, che era partita coi favori del pronostico, è stata però svuotata dai due partiti di destra, i liberali della FPÖ e il partito guidato da Haider, BZÖ, che hanno imposto una campagna elettorale molto dura sui temi dell'immigrazione e dell'Europa. Le due forze di destra hanno raddoppiato i loro voti, e se sommate diventerebbero la prima forza politica del Paese. Un’alleanza tra queste due formazioni sembra però improbabile: la BZÖ è stata fondata da Haider dopo che il controverso leader della Carinzia era stato costretto a lasciare i liberali, dopo la fallimentare esperienza di governo che aveva spaccato il partito. Da allora le due formazioni si rappresentano come alternative e non sembrano aver intenzione di abbandonare il populismo che ha portato così numerosi consensi. La socialdemocrazia si è invece salvata dal tracollo subito dai popolari grazie al cambio di leader. Il primo ministro della Grande Coalizione che ha regnato il Paese per 2 anni, il socialdemocratico Gusenbauer, non si è ricandidato alle politiche a causa della sua impopolarità, e il nuovo leader Werner Faymann è riuscito a contenere le perdite. La SPÖ ha così mantenuto il ruolo di primo partito del Paese, anche grazie alla svolta sulla ratifica degli impopolari Trattati comunitari. I socialdemocratici hanno accettato una delle tradizionali richieste delle forze di destra austriache, ovvero sottoporre a referendum i trattati dell’Unione Europea oppure la ratifica dell’accesso dei nuovi membri come la Turchia. Benchè Vienna sia stata scossa da un sisma di intensità mai vista, con i popolari al 25%, e socialdemocratici sotto al 30%, è molto probabile che il nuovo governo riproponga la formula della Grande Coalizione, mentre ha minori chance un esecutivo di minoranza formata da SPÖ e Verdi.

Sondaggi nazionali e statali 28/9

Gallup: Obama 50, McCain 42 (+3)
Rasmussen: Obama 50, McCain 44 (0)
Research 2000: Obama 50, McCain 43 (+1)
Hotline/FD: Obama 47, McCain 42 (0)

Media Vantaggio Obama 6,5

Un weekend molto positivo per la campagna di Obama. I due più importanti tracking rilevano valori record del candidato democratico, e il distacco inizia ad assomigliare ad un fossato. Research 2000, il sondaggio finora più generoso con Obama, è superato da Gallup, che ha registrato una crescita quasi incredibile, un incremento di otto punti in soli 3 giorni. Nei mesi scorsi vantaggi anche consistenti si sono dissolti, ma certo è che un simile vantaggio a poco più di un mese dal voto deve preoccupare la campagna di McCain, che non casualmente ha mostrato qualche segno di sbandamento, come la proposta di annullare il dibattito o partecipazioni televisive disdette e poi confermate nello spazio di 24 ore.


Sondaggi statali

California: Obama 53, McCain 43 Survey Usa
Connecticut: Obama 54, McCain 38 Survey Usa
Iowa: Obama 51, McCain 43 Rasmussen
Kentucky: Obama 41, McCain 53 Mason-Dixon
Louisiana: Obama 40, McCain 55 Research 2000
South Carolina: Obama 39, McCain 54 Research 2000
Tennessee: Obama 39, McCain 55 Mason-Dixon
Wyoming: Obama 36, McCain 57 Research 2000

Poche indagini a livello statale nel weekend, che confermano indicazioni già note. L'Iowa è il primo Stato vinto da Bush nel 2004 che già da mesi ha abbondanato la colonna repubblicana. Obama ha un'organizzazione incredibile nelle praterie e nei campi di grano attorno a Des Moines, e i repubblicani non stanno neanche provando a competere. Successo scontato anche nel Connecticut, mentre il profondo Sud respinge il candidato democratico: il 70% e oltre dei bianchi di quegli Stati confermerà la loro fedeltà al Gop. Storia simile nel Wyoming, dove prevale ancora lo spirito libertario e anti Stato del vecchio West: un liberal non passerà mai, e per quanto innovativo Obama assomiglia troppo a questa definizione per gli abitanti dello Stato. Una considerazione simile è condivisa anche da molti democratici conservatori dell'Appalachia, che affossano Obama in Kentucky e Tennessee. In California SuSa rileva "solo" 10 punti in California a favore del candidato democratico. Guardando gli internals, si nota Obama al 78% tra i neri, un dato poco credibile, che abbassa il margine di vantaggio nella zona di LA. A Novembre non andrà così.

sabato 27 settembre 2008

sondaggi post dibattito

un breve elenco dei sondaggi effettuati dai media americani dopo il dibattito. La domanda è chi ha vinto il confronto a Ole Miss, per certi versi la questione più stupida ma che certo tutti si chiedono al momento

CNN: Obama 51, McCain 38
CBS: Obama 40, McCain 22, pareggio 38
Insider Advantage: Obama 42, McCain 41, pareggio 17
MsNbc: Obama 51, McCain 35, pareggio 6,3

Anche il sito DrudgeReport, il papà di Dagospia, ha condotto un'indagine sul dibattito nella quale il vincitore è però risultato McCain.

Gli internals dei sondaggi sono più interessanti, secondo me. Sull'economia per CBS, che aveva un campione di elettori indecisi, è andata così:
68% of these voters think Obama would make the right decision
about the economy. 41% think McCain would.


Un dato confermato dall'internal della CNN, che con un margine di 62-32 , sostiene che voters thought that Obama was “more in touch with the needs and problems of people like you

E' presto per dire chi ha vinto il dibattito, e la questione è malposta. Ricordo che Gore vinse per tutti il primo dibattito con Bush, ma poi il suo atteggiamento di superiorità e strafottenza gli alienò una discreta fetta di consenso. McCain ha "vinto" il dibattito sulla politica estera,anche se è stato un pò pedante, ma l'americano medio al momento è preoccupato dal collasso del mercato immobiliare e della assicurazione sanitaria sempre più cara. Difficile che le tirate di McCain sul freno alla spesa, e la mancata difesa del suo progetto economico abbiano convinto qualcuno. Obama ha passato il test di credibilità, e si è mostrato maggiormente in linea con le aspettative dell'americano medio.

venerdì 26 settembre 2008

sensazioni post dibattito

Il dibattito è stato vinto, più o meno ai punti, da McCain, più solido e fermo nei temi di politica estera. Obama è parso un pò titubante e poco sicuro sulle sue posizioni. Peccato, perchè nella prima parte, quando i due hanno affrontato i temi economici, McCain sembrava un disco rotto sul taglio delle spese. Il candidato repubblicano era in difficoltà, tra una difesa poco sentita della filosofia conservatrice e le attuali difficoltà economiche causate, o quantomeno collegate dall'opinione pubblica americana, alle idee dei repubblicani. Obama è stato molto più efficace sui temi dell'economia, accusando l'attuale Amministrazione e proponendo soluzioni al problema che più angustia gli americani. La campagna elettorale si deciderà su questo.

Il primo dibattito

ore 2.30: si inizia il primo liveblogging del primo dibattito tra Barack Obama e John McCain che si svolge a Ole Miss, la sede dell'Università del Mississippi a Oxford. Lo si può seguire qui

ore 2.32: Bill Burton, portavoce di Obama, ha inviato questo memo ai media nel primo pomeriggio

"If (John McCain) he slips up, makes a mistake or fails to deliver a game-changing performance, it will be a serious blow to his campaign,” the memo read. “Given his unsteady performance this week, he desperately needs to win this debate in a big way in order to change the topic and get back to his home turf"

ore 2.33: si parlerà di politica estera, ma forse più di un passaggio sarà dedicato all'economia, primo argomento ora nell'opinione pubblica americana.

ore 2.35: marc ambinder, il miglior commentatore della politica americana, condivide la tesi della campagna di Obama. McCain è indietro nei sondaggi, gli indecisi stanno andando verso Obama a causa dell'economia. E' la sua ultima occasione, o qualcosa di simile, per cambiare la dinamica di un'elezione che sta sfuggendo ai Repubblicani

ore 2.42: il 30 settembre del 1962 James Meredith provò a immatricolarsi come primo studente nero all'università del Mississippi, nota come Ole Miss, e scoppiò una rivolta popolare da parte dei bianchi razzisti. 2 persone morirono negli scontri con la polizia. 46 anni dopo un afro-americano entra nella stessa università come candidato alla presidenza.

ore 2.45: Obama è arrivato, e ha fatto un paio di foto ricordo con alcune ragazze bianche. Appare molto sicuro.

ore 2.52: CNN, almeno la versione Internet, fa un focus group con gli elettori dell'Ohio. Hanno un telecomando per valutare l'andamento del dibattito, risposta per risposta.

ore 2.55: comunque andrà il dibattito, a Oxford, Mississippi, vincerà McCain.

ore 2.59: la moglie di McCain in rosso fiammante, la versione Internet di CNN è sicuramente meno bella della televisione. domani mi sparo la replica...

ore 3.02: si inizia, si parla di politica estera. niente rumori e applausi, a parte ora che arrivano Obama e McCain

ore 3.03: prima domanda si cita Eisenshower, ma si parla di economia. Obama ringrazia Ole Miss e inizia

ore 3.05: Obama attacca le failed economic policies appoggiate da McCain

ore 3.07: McCain spende un pensiero per Ted Kennedy, e rimarca il lavoro comune di Dems e Gop per risolvere la crisi.

ore 3.11: Obama è duro con la filosofia repubblicana, McCain sembra evitare il confronto ideologico e si focalizza su una nuova responsabilità

ore 3.12: primo contatto tra i due candidati, che però evitano lo scontro. Obama è duro, McCain è in difficoltà sui temi economici ma ne esce bene.

ore 3.13: McCain contro le eccessive spese del Congresso e rievoca lo spirito libertario del GOP

ore 3.14: una penna che fermerà le nuove spese, ma ci crede davvero McCain?

ore 3.15: Obama dà ragione a McCain sugli earmarks eccessivi, ma sottolinea come i suoi tagli fiscali alle grandi aziende siano molto più costosi, e non aiutino le famiglie con le spese scolastiche o per pagarsi la benzina

ore 3.20: John, tu prosegui le stesse politiche degli ultimi anni...

ore 3.22: McCain continua ad insistere sugli eccessi di spesa del Congresso

ore 3.25: Obama contro il piano assicurativo sanitario di McCain simbolo dell'eccessiva fede nel mercato come soluzione

ore 3.27: McCain accusa Obama di aver alzato le tasse a persone con un reddito sotto i 50mila dollari, il candidato democratico risponde con critiche al piano energetico e ai tagli fiscali alle major

ore 3.30: Priorità per Obama. sanità, investimenti in nuove energie e infrastrutture, aiutare il ceto medio. McCain insiste sui tagli alle spese e sulla riduzione dell'intervento pubblico.

ore 3.31: ha ragione il moderatore, nessuno dei due candidati vuole rispondere sul bailout in discussione al Congresso. Piano troppo impopolare.

ore 3.32: Obama rintuzza l'accusa di essere troppo liberal sottolineando la sua collaborazione con Tom Coburn

ore 3.35: la crisi finanziaria avrà un impatto sui programmi dei candidati. quale, è abbastanza ignoto.

ore 3.37: no all'intervento pubblico nella sanità, e no alle spese di Obama. McCain fa il repubblicano

ore 3.40: John, ma dopo 8 anni di appoggio a Bush, come fai a dire che taglierai le spese, McCain risponde rimarcando le sue differenze con l'Amministrazione, e si definisce come il Maverick del Senato. arriva l'Iraq, ora

ore 3.41: stiamo vincendo in Iraq, per McCain

ore 3.42: Obama dice che non si sarebbe dovuto fare la guerra, anche perchè in Afghanistan il lavoro non era finito

ore 3.45: Al Qaeda più forte, miliardi buttati, 4 mila morti. L'Iraq spiegato da Obama. Usare il potere militare in modo saggio, dice Barack e McCain attacca sulla mancata visita di Obama

ore 3.47: Obama molto duro con McCain per il suo appoggio alla guerra e i suoi giudizi sbagliati, McCain rilancia la strategia di Petraeus.

ore 3.50: Obama rimarca come lui abbia sempre voluto finanziare le truppe, ma dipendeva dalla presenza di una timetable operativa. lezioncina per la sinistra radicale. le truppe non si lasciano senza soldi. priorità è catturare bin laden e ci vogliono più truppe in Afghanistan

ore 3.52: McCain patrocina la strategia di Petraeus, e sottolinea la centralità dell'Iraq e ne rimarca la bontà. ora si passa all'Afghanistan

ore 3.55: Obama duro con il Pakistan che aiuta i taliban, McCain riconosce gli errori americani del passato sulla regione, e sull'Afghanistan rilancia la surge e la cooperazione con il Pakistan

ore 3.56: David H. Petraeus è stato citato 10 volte da McCain in questo dibattito. Era meglio della Palin, come vice

ore 3.57: Non si appoggiano i dittatori anche se sono nostri amici, dice Obama riferendosi a Musharaf. McCain rimarca l'ignoranza del candidato democratico sui failed states e su come si tratta con loro

ore 4.00. McCain rivendica la Bosnia, il Kosovo e anche la Somalia.

ore 4.01: nessun soldato americano muore in vano, bella frase di Obama. si parla dei braccialetti donati dalle madri di caduti in Iraq

ore 4.05: Iran, minaccia nuclerare inaccettabile. Non si può permettere un secondo Olocausto, dice McCain

ore 4.07: La guerra in Iraq ha rafforzato l'Iran, Obama "tough diplomacy with Iran"
si parla, in modo duro. McCain attacca, e io crollo di sonno...McCain rimarca come Reagan non sedeva coi leader comunisti, prima della perestrojka. Ci vogliono precondizioni. Obama risponde che su questa questione Kissinger la pensa come lui...mondo capovolto, a volte

ore 4.13: McCain ribatte su Kissinger, dopo gli attacchi di Obama sulla gaffe su Zapatero. Obama si è incartato sull'incontro con Ahmadinejad, ora arriva
Putin

ore 4.17: nuove valutazioni sulla Russia, azione in Georgia inaccettabile. Obama duro sul nuovo(?) Putin. Obama sostiene come si dovranno difendere i Paesi che temono il ritorno della Russia aggressiva

ore 4.20: McCain tratta Obama come un ingenuo. Su Putin ripete la frase che nei suoi occhi si legge KGB. McCain durissimo col nuovo corso aggressivo della Russia. Il presidente della Georgia è un "grande", e grande appoggio all'Ucraina che vuole rimanere indipendente.

ore 4.25: Obama condivide le posizioni di McCain, a parte gli attacchi personali alle sue dichiarazioni.La politica energetica è politica estera, Obama la pensa come Putin, almeno in questo...

ore 4.27: scontro sui rifiuti nuclerai, e ultima domanda a McCain su un nuovo 9/11. Molto meno probabile, ma USA non ancora sicuri. no alla tortura e maggiore cooperazione con gli alleati, McCain alla fine sembra Obama.

ore 4.29: ultimi 2 minuti a Obama. America + sicura, ma ancora lungo percorso da fare. No alla proliferazione di armi nucleari. Obama rimarca come la vera sfida sia contro Al Qaeda. E' importante anche la percezione dell'America nel mondo per avere una maggiore collaborazione degli altri Paesi.

Nelle dichiarazioni finali McCain attacca il piano di ritiro dall'Iraq di Obama, che risponde sottolineando gli errori dell'Amministrazione Bush sull'Iraq, appoggiati da McCain. McCain chiude rimarcando l'inesperienza di Obama, e cita la sua opposizione alla surge. Obama sottolinea come l'America debba tornare ad essere un esempio per il mondo, citando il fascino che esercitò sul suo padre kenyota.

Sondaggi statali 26/9

Come ho fatto per i sondaggi ieri aggiungo alcuni nuovi sondaggi alla tabella.

Colorado ARG Obama 45 McCain 48 +3
Florida ARG Obama 47 McCain 46 +1
Missouri Survey Usa Obama 46 McCain 48 +2
New York Survey Usa Obama 57 McCain 38 +19
Pennsylvania Morning Call Obama 47 McCain 43 +4



Il trend continua ad essere positivo per il candidato democratico. Alcuni sogni, come il Montana sembrano svanire, mentre Stati che sembravano demograficamente sfavorevoli, come Missouri o Florida, tornano ad essere molto competitivi. Pennsylvania e Michigan sembrano sfuggire all'assalto repubblicano, e in particolare colpisce il sondaggio di Ann Selzer sullo Stato di Detroit, che rileva un netto vantaggio di Obama. Selzer, l'unico sondaggista che rilevò l'incipiente trionfo di Obama in Iowa, utilizza un campione che sovrastima la partecipazione di minoranze etniche, afro-americani in primis, e giovani rispetto ai modelli tradizionali di likely voters- elettori probabili scelti dagli altri istituti. Nella stagione delle primarie democratiche Selzer ottenne il miglior score.ARG, che utilizza un campione abbastanza favorevole al Gop, rileva un vantaggio di McCain in Colorado, unico istituto da un pò di tempo a questa parte. Obama è in testa in quello Stato, ma una massiccia mobilitazione conservatrice in Colorado metterebbe il risultato in discussione. Rasmussen mette Obama in testa di cinque punti in Virginia. Il candidato democratico ha l'appoggio unanime della sua base elettorale, e strappa un pareggio tra gli indipendenti altamente signaficativo, dato l'orientamento conservatore di questo segmento nell'Old Dominion. Ma lo sbandamento dell'economia sembra cambiare la mappa elettorale che conoscevamo.

Sondaggi nazionali 26/9

Gallup: Obama 48, McCain 45 (+3)
Rasmussen: Obama 50, McCain 45 (+2)
Battleground: Obama 46, McCain 48 (-1)
Research 2000: Obama 48, McCain 43 (-1)
Hotline/FD: Obama 49, McCain 42 (+2)
NY Times/CBS: Obama 48, McCain 43

Media Vantaggio Obama 3,8

Giornata positiva per Obama, che segna risultati ottimi in 3 tracking su 5. Gallup, dopo il pareggio di ieri, rileva una crescita di 3 punti percentuali del candidato democratico. Obama raggiunge il 50% nel tracking di Rasmussen, con un vantaggio di ben 5 punti. Un margine maggiore per il candidato democratico era stato rilevato da Rasmussen solo dopo la Convention di Denver, in pieno bounce. Da Rasmussen:
Obama now leads by five among unaffiliated voters. Last week, the unaffiliated voters were leaning in McCain’s direction. For most of Election 2008, McCain has attracted more support from Democrats than Obama earned from Republicans. That is no longer the case. Each man now attracts 12% of voters from the other political party. McCain’s lead among white women is down to two-percentage points. This is a segment of the population that George W. Bush carried by eleven points four years ago. Just 13% of voters now say the country is heading in the right direction. That’s down from 17% a week ago and 23% two weeks ago.
Il commento di Rasmussen riporta una situazione molto simile al quadro delineato dal sondaggio shock di WaPo/ABC, anche se il diverso campione ha provocato una discrasia nei risultati(+5 per RasRep, + 9 per WaPo/ABC). Sintetizzando con un'immagine, le donne pro Hillary stanno dirigendosi verso Obama a causa della crisi economica, che imputano alla Casa Bianca repubblicana. Anche il nuovo sondaggio del New York Times, condotto insieme a CBS, rileva una situazione di parità tra le donne bianche e un sostanziale equilibrio tra gli indipendenti, fattori che determinano un vantaggio sostanziale per Obama.

Il tracking di Hotline, che ha un campione simile a quello di RasRep per quanto riguarda la ponderazione dell'identità politica, mostra un andamento identico della corsa, anche se il margine di vantaggio del candidato democratico è addirittura superiore. Obama mostra un arretramento per Battleground e Research 2000, gli unici due istituti che rilevano un voto bianco simile a quello del 2004, anche se i campioni divergenti producono un risultato opposto.

Sondaggi statali 24 e 25/9

Una cascata di sondaggi usciti mercoledì e giovedì, ai quali aggiungo quelli di Rasmussen, non compresi nella tabella di Nate Silver, usciti nella tarda serata di ieri.



Pennsylvania Rasmussen Obama 49, McCain 45 Obama +4
Ohio Rasmussen McCain 47, Obama 46 McCain +1
West Virginia Rasmussen McCain 50, Obama 42 McCain +8


Sondaggi 24/9


In questa numerosa messe di indagini sugli Stati risaltano alcuni dati. Il Colorado sembra sempre più orientato verso Obama, e al momento sarebbe il terzo Stato perso, con discreta sicurezza demoscopica, dai Repubblicani rispetto al 2004. Mantendendo gli Stati di Kerry, e aggiungendo Iowa, New Mexico e Colorado, Obama sarebbe il nuovo presidente. Una strategia che si basa sulla difesa degli Stati strappati da Kerry con pochi punti di vantaggio: Wisconsin, Pennsylvania, New Hampshire, Michigan e Minnesota. I sondaggi effettuati su questi Stati sembrano positivi per l'area dei Grandi Laghi (WI, MI e MN), anche se il Michigan, a causa del massiccio investimento pubblicitario del GOP, è molto combattuto. Un brutto segnale arriva invece dal Maine, e di conseguenza sul vicino New Hampshire. Obama corre alcuni punti sotto Kerry in New England, grazie anche al brand di indipendente che contraddistingue McCain. In Pennsylvania le ultime rilevazioni mostrano un discreto margine del candidato democratico, specie in considerazione del fatto che tra Pittsburgh e Philadelphia i repubblicani stanno spendendo molto più dei Democratici, almeno finora. Gli ultimi sondaggi di Rasmussen mostrano anche un equilibrio in Ohio(+1 per McCain, in calo costante) e una situazione ancora aperta in West Virginia. Se Obama tiene le distanze sotto i 10 punti in WV, lo Stato dove è andato peggio alle primarie, la Virginia è davvero alla portata. Ottimo anche il Rasmussen sulla North Carolina, che vede Obama in vantaggio di 3 punti! Nel 2004 Kerry perse di 12...ma la crisi economica, una mobilitazione eccezionale degli afro-americani e i giovani professionals che sono arrivati nel Research Triangle rendono possibile una vittoria di Obama anche nel Solid South conservatore.


giovedì 25 settembre 2008

Sondaggi nazionali 24/9

Gallup: Obama 46, McCain 46 (-3)
Rasmussen: Obama 49, McCain 46 (+1)
Battleground: Obama 47, McCain 48 (+1)
Research 2000: Obama 49, McCain 43 (+2)
Hotline/FD: Obama 47, McCain 43 (-2)
F&M/Hearst-Argyle: Obama 45, McCain 47 (+8)
Democracy Corps: Obama 47, McCain 44 (+5)

Media vantaggio: Obama 1,9

Giornata abbastanza negativa per Obama, che mostra un'improvvisa frenata in due tracking, e con un nuovo sondaggio nazionale di Franklin & Marshall che rileva un vantaggio di McCain. La nota più positiva viene da Rasmussen, che registra un ulteriore incremento del gap a favore del candidato democratico. La differenza nei sondaggi è spiegata dal voto degli indipendenti del campione, il dato più incerto e comunque più difficile da rilevare. Dagli Stati le notizie continuano ad essere tendenzialmente positive, anche se alcune indagini sul New England mostrano McCain particolarmente competitivo, grazie proprio al sostegno dei non affiliati ai due major parties.

mercoledì 24 settembre 2008

Sondaggi nazionali 24/9

Gallup: Obama 47, McCain 44 (0)
Rasmussen: Obama 49, McCain 47 (+2)
Battleground: Obama 46, McCain 48 (0)
Research 2000: Obama 48, McCain 44 (-2)
Hotline: Obama 48, McCain 42 (+2)
ABC/WP: Obama 52, McCain 43 (+11)
Ipsos: Obama 44, McCain 43 (+1)
Fox News: Obama 45, McCain 39 (+9)
NBC/WSJ: Obama 48, McCain 46 (+1)
LA Times: Bloomberg: Obama 49, McCain 45 (+2)

Media vantaggio: Obama 3,5

Giornata positiva per Obama, che ancora beneficia della crisi economica che ha colpito Wall Street ma che ha provocato enorme ansia a Main Street. E' importante per il candidato democratico arrivare al dibattito di venerdì in posizione di vantaggio. Rasmussen, il tracking più stabile, rileva una crescita dei valori di Obama di 2 punti percentuali, che corrispondono ad un incremento più sensibile, vista la metodologia utilizzata. Un simile balzo in avanti è rilevato anche da Hotline/FD, mentre Gallup conferma i valori di ieri. Il vantaggio medio si conferma superiore ai 3 punti, grazie anche al sondaggio shock del WaPO e di ABC. Un'indagine probabilmente sbilanciata da un campione troppo favorevole ai Dems, ma che comunque segnala una tendenza confermata oggi da Gallup. Le donne bianche si dividono in modo equo tra Obama e McCain, e se questo trend si conferma, la vittoria è sicura. Bush vinse questo segmento con circa 10 punti di vantaggio. Fox News conferma il trend molto favorevole a Obama, che grazie all'appoggio degli indipendenti ed una base democratica compatta riesca a sopravanzare McCain con un margine superiore all'errore statistico.La Times e NBC/Wall Street Journal rilevano un incremento di Obama abbastanza contenuto, specie considerando i valori record di sfiducia nell'attuale Amministrazione. L'arretramento maggiore è invece segnalato da Research 2000, che rileva un vantaggio di McCain nel voto bianco di 19 punti, addirittura superiore al risultato di Bush. Un probabile outlier, così come il -5 segnalato oggi dal WaPo

OBAMA BOOM

a questo sondaggio credo, per il momento, abbastanza poco, ma lo scenario che delinea + credibile, è il 2006 con l'economia al posto dell'Iraq, dell'immigrazione e degli scandali. Ipsos riporta una corsa molto più equilibrata

ABC/WP: Obama 52, McCain 43 (+11)
ISPOS: Obama 44, McCain 43

Il nuovo sondaggio nazionale del Washington Post rileva un’esplosione di Obama che compie un balzo in avanti di 6 punti rispetto all’indagine precedente, distanziando McCain di 9 e superando tranquillamente la soglia del 50%. La maggioranza demoscopica, almeno per quanto riguarda le indagini effettuate da ABC/ WP, non fu mai raggiunta né da Kerry né da Gore a poco più di un mese dal voto. Il sondaggio è stato condotto tra venerdì e lunedì, e risente del pesante clima economico che scuote l’America. Il 50% degli intervistati baserà il proprio voto sull’andamento dell’economia, e solo il 9% di loro ritiene che ora l’economia stia andando bene. Un simile valore si è riscontrato solo nell’autunno del 1992, quando George Bush padre crollò per l’improvvisa recessione iniziata verso la tarda primavera. Il 13% degli Americani ritiene che il Paese si stia muovendo nella giusta direzione, un record negativo toccato solo ai tempi del Watergate. In mezzo a questo marasma Obama può solo trionfare, e i suoi valori nei segmenti chiave del voto schizzano verso l’alto. Il candidato democratico pareggia tra le donne bianche, e vince gli indipendenti 53 a 39, risultati molto simili a quelli che determinarono il trionfo dei Dems alle midterm 2006. Grazie a questo movimento Obama arriva a soli 5 punti di distanza nell’elettorato bianco, sfiorando i valori che solo Bill Clinton nel 1996 era riuscito ad ottenere nella fascia maggioritaria dell’elettorato americano. Le basi elettorali dei due partiti rimangono compatte, ma i Democratici superano di moltissimo i Repubblicani, unico, ma sostanziale, elemento di dubbio della rilevazione. Questo sondaggio appare influenzato in modo eccessivo dalle notizie delle crisi finanziarie, in modo simile, anche se in senso opposto, a quanto accaduto alle indagini effettuate dopo la Convention repubblicana(per WP McCain guidava di due punti dopo Saint Paul).

Non casualmente, i sondaggi che tagliano i loro valori adeguandoli ad un’identificazione politica predeterminata, Hotline e Rasmussen, rilevano una situazione più equilibrata. Questi i valori aggiornati nell'id politica dei tracking che riporto quotidianamente.

Pollster D R I (Dem-Rep)
Research 2000: 35 26 30 +9
Diageo/Hotline: 41 36 19 +5
Rasmussen: 39 33.5 27.5 +5.5
Gallup: 35 26 33 +9

La verità sta probabilmente nel mezzo, anche se è significativo che Obama guidi così nettamente in un sondaggio condotto tra i likely voters, cioè i probabili elettori, mentre finora il candidato democratico era andato meglio nei sondaggi sui registered voters, cioè i cittadini registrati al voto.

Sondaggi negli Stati 23/9



Giornata positiva per Obama nelle indagini condotte a livello statale. Le notizie migliori arrivano da Quinnipiac e PPP, che rilevano un vantaggio significativo per Obama in Colorado. Mantenendo gli Stati di Kerry, e con Iowa e New Mexico quasi in cassaforte, il Colorado battezzerebbe non solo la prima nomination di un afro-americano, avvenuta a Denver a fine agosto, ma darebbe anche la Casa Bianca il 4 Novembre. Quinnipiac ha aggiornato la sua indagine sui Battlegrounds: conduce sempre Obama, anche se i soli due punti di vantaggio in Minnesota sono motivo di preoccupazione. Mason-Dixon rileva un ottimo +2 in Florida, mentre InsiderAdvantage registra un pareggio in Ohio. Il + 4 di ARG in Pennsylvania, lo Stato dove più spendeno McCain e il Gop, è altrettanto positivo. L'Appalachia e l'Ozark respingono invece Obama, come mostrano i sondaggi su Kentucky e Arkansas, un dato che un pò inquieta per PA e OH, mentre il Pacific Northwest(Oregon e Washington) è sempre più blu democratico.

martedì 23 settembre 2008

Sondaggi nazionali 23/9

Giornata negativa nei tracking di Obama, che mostra un lieve arretramento in quattro rilevazioni su cinque. Un solo punto percentuale, segnale di un leggero assestamento dopo la spinta generata dalla tempesta finanziaria che ha colpito Wall Street

GALLUP: Obama 47, McCain 44 (-1)
RASMUSSEN: Obama 48, McCain 48 (-1)
BATTLEGROUND: Obama 46, McCain 48 (-1)
RESEARCH 2000: Obama 49, McCain 43 (0)
HOTLINE/FD: Obama 47, McCain 43 (-1)
ARG: Obama 48, McCain 46 (+5)

Media vantaggio: Obama 2,1

ARG aggiorna il suo sondaggio settimanale condotto a livello nazionale. Obama recupera 5 punti, segno della fine del bounce che aveva spinto McCain dopo la Convention. Il candidato democratico beneficia del ricompattamento della sua base elettorale. John Judis si è interrogato sul tracking di Research 2000, l'unico che oggi rileva un vantaggio di Obama superiore al margine di errore statistico, grazie soprattutto ad un campione di likely voters che sovrarappresenta le minoranze etniche. Chris Bowers rimarca altri dubbi, in particolare l'alto numero di elettori che rifiutano di identicarsi in una delle 3 categorie(Dem, Rep, Ind) proposte dai sondaggisti. Research 2000 pubblica su Daily Kos, aggregatore di blog progressisti, i suoi internals, che lasciano un pelo perplesso anche il sottoscritto. Obama è indietro nel voto bianco in media di 14/16 punti, un risultato simile a quello ottenuto da Kerry nel 2004. Un tale gap può essere colmato col plebiscito degli afroamericani e con un forte supporto di ispanici e asiatici, trascurati ma importanti come sottolineato da Bowers, ma dubito, anzi escludo che da una simile composizione demografica del voto possa derivare un vantaggio di 6 punti come rilevato da R2K. Secondo ARG Obama perde il voto bianco 42 a 52, mentre Rasmussen indica che i bianchi democratici scelgono il candidato del loro partito con un consenso del 78%. Secondo Rasmussen Obama guida tra gli elettori appartenenti alle minoranze etniche con un margine di 71 a 24.

Sondaggi negli Stati 22/9

Sondaggi statali buoni ma non ottimi per Obama. Cambio un dato della tabella di Nate Silver/Poblano. Nel sondaggio ABC/WP sulla Virginia tra i likely voters il risultato è 49 a 46, +3 Obama.



La Virginia è lo Stato che risalta maggiormente in questa tabella, che vede Obama tenere bene gli Stati di Kerry nel Midwest ma che mostra qualche sofferenza eccessiva nel Nord Est, come i pochi punti di vantaggio di Pennsylvania o addirittura lo svantaggio in New Hampshire. I due ultimi sondaggi effettuati nell' Old Dominion indicano una situazione di vantaggio per Obama. Il + 6 di SurveyUsa è un pò sballato in alcuni break del campione, mentre molto più credibile mi sembra il sondaggio di ABC/WP. Secondo quest'ultima indagine la chiave del voto sarà l'ettorato femminile bianco, che diede un solido vantaggio a Bush nel 2004 ma ora, a causa delle difficoltà economiche, potrebbe essere decisivo per i Dems. In Virginia i Democratici non vincono dal 1964 alle presidenziali ma hanno colto successi nelle più recenti competizioni di carattere statale(Gov 2001 e 2005, Senato 2006) grazie alla crescente espansione dell'area metropolitana di Washington DC nel nord dello Stato. Anche Rasmussen, nei 5 sondaggi effettuati per Fox, rileva un grande equilibrio in Virginia, con McCain avanti di 2 punti. Nelle altre indagini sono rilevati buoni valori di McCain in Florida e Ohio, un dato forse influenzato dalla massiccia campagna pubblicitaria che i Repubblicani hanno iniziato a fare.

Da notare il clamoroso +11 di Obama in NM secondo PPP: in uno Stato ispanico al 30% a questo giro il Gop non ha chance, a meno di imprevisti e imprevedibili(e pure improbabili) crolli del candidato democratico tra i latinos. In North Carolina Civitas, un istituto vicino ai Repubblicani, rileva un pareggio che avrebbe del clamoroso, anche se gli ultimi sondaggi nello Stato hanno tutti indicato una competizione molto aperta. Leggendo gli internals, qualche dubbio sulla validità dell'indagine viene: Obama guida tra gli anziani e McCain tra i giovani (?!?) così come il vantaggio di Obama nel Sud della North Carolina mi sembra poco credibile. Altre rilevazioni hanno comunque mostrato la fine del bounce di McCain nello Stato, che rimane favorito per la conquista della North Carolina ma che dovrà iniziare a spendere soldi per difenderla. Gli altri Stati sembrano andare nella direzione prevista: la Georgia sarà forse competitiva nel 2012 se il Presidente Obama avrà fatto bene, il New Jersey sarà vinto dal Gop quando torneranno ad essere un partito di persone tolleranti nelle questioni etico-sociali.

lunedì 22 settembre 2008

Sondaggi nazionali 22/9

Situazione stabilizzata nei presidential tracking di oggi, anche se il monitoraggio condotto da Hotline/FD rileva un significativo incremento di Obama. Un nuovo sondaggio nazionale è stato condotto da Opininion Research per CNN. Grazie al supporto della fascia di età più anziana e di una ritrovata forza tra gli uomini, Obama guadagna 4 punti rispetto all'ultima rilevazione, in un elettorato sempre più scosso dalle notizie economiche.

Gallup: Obama 48, McCain 44 (0)
Rasmussen: Obama 48, McCain 47 (0)
Battleground: Obama 47, McCain 48 (-1)
Research 2000: Obama 49, McCain 43(-1)
Hotline/FD: Obama 47, McCain 42 (+4)
CNN/OR: Obama 49, McCain 45 (+4)
Media vantaggio: Obama 3,3

Notizie positive arrivano anche dagli Stati, in particolare da Minnesota(+8 per Rasmussen), Virginia(+6 per Survey Usa) e Wisconsin(+5 per ARG). Mason e Dixon rileva invece un meno confortante +2 di Obama in Pennsylvania, un leggero vantaggio causato dalle difficoltà nella zona di Pittsburgh. In quella regione Obama palesa le difficoltà che aveva già mostrato nelle primarie dello Stato, quando gli operai e la classe medio-bassa bianca avevano preferito la Clinton con ampi margini. Obama raccoglie il consenso di solo il 70% degli elettori democratici, un dato che riflette la diffidenza dell'area appalachiana della Pennsylvania. La tradizione di fedeltà ai Dems che caratterizza l'area metropolitana di Pittsburgh- in questa zona persero sia Reagan che Bush nelle loro vittorie landslide - dovrebbe comunque consentire ad Obama di mantenere la tradizione democratica dello Stato, essenziale per la conquista della Casa Bianca. Su questo tipo di elettorato la campagna elettorale di Obama deve però lavorare con attenzione ed efficacia: meglio investire soldi tra le colline dell'Appalachia che inseguire aquiloni in Montana o Georgia. Il ritiro dal North Dakota è per certi versi una buona notizia.

Sondaggi negli Stati 21/9

Rispetto alle indagini segnalate ieri le novità più significative provengono da ARG. Se in California la vittoria democratica è sicura, la Virginia appare sempre molto competitiva. Obama soffre un pò tra gli indipendenti, mentre la compattezza dell'elettorato democratico rimarca una volta di più quanto lo Stato sia cambiato in questi ultimi 5/10 anni. Passando al Midwest, la situazione in Minnesota è molto equilibrata per ARG, che forse usa un campione un pò troppo favorevole ai repubblicani. Nel vicino Iowa la situazione sembra ormai chiusa, e credo che il Minnesota a breve seguirà. ARG rileva +7, Research 2000 +14, la verità starà probabilmente nel mezzo ma lo Stato che ha lanciato Obama a gennaio non abbandonerà il senatore dell'Illinois.




Il sondaggio invece sull'Alabama conferma la ritrovata forza di McCain al Sud, e pone qualche dubbio sull'indagine di Rasmussen che rilevava una corsa equilibrata nella simile South Carolina. Copio e incollo dal blog di PPP un'interessante comparazione tra i diversi sondaggi dell'istituto sull'andamento della corsa in North Carolina, già commentato ieri. Quando l'economia diventa la priorità, la situazione muta a favore di Obama, che riesce a recuperare fasce d'elettorato democratico ed indipendente. che sui temi economici è moderato/liberal ma su quelli sociali e culturali è conservatore, un dato tipico del Sud e delle aree rurali. Il piccolo bounce di Obama nei sondaggi di questa settimana si spiega così.


Date % listing economy as top issue Spread
1/21/08 39 McCain +14
5/9/08 43 McCain +7
8/23/08 48 McCain +3
9/19/08 58 Tied

domenica 21 settembre 2008

Sondaggi nazionali 21/9, e qualche Stato

Giornata interlocutoria nei tracking per Barack Obama. Se il dato positivo di fondo rimane sostanzialmente immutato- McCain è indietro in tutte le rilevazioni, anche se il margine varia di molto- due istituti su quattro ha rilevato una riduzione del consenso di Obama. Gli altri hanno invece registrato una situazione immutata.

Gallup Tracking: Obama 49, McCain 45 (-2)
Rasmussen Tracking: Obama 48, McCain 47 (0)
Research 2000: Obama 49, McCain 42 (-1)
Hotline/ FD Tracking: Obama 45, McCain 44 (0)

Media vantaggio: Obama +3,25

Si conclude in positivo la settimana più importante della campagna elettorale di Obama. Domenica scorsa McCain era in testa nei due tracking metologicamente più affidabili, quelli di Rasmussen e Gallup, di alcuni punti percentuali, lascito del bounce post Convention e post Sarah Palin. La dinamica della corsa, ora che mancano meno di 50 giorni al 4 novembre, è rientrata nelle aspettative e nelle analisi dell'estate. Obama continua a essere in testa grazie al compatto supporto delle principali minoranze etniche degli Uda, gli ispanici e gli afro-americani, ma sconta alcune, pesanti difficoltà, tipiche dei Democratici negli ultimi 30 anni con la parziale eccezione di Clinton, nel voto bianco. Anche il sondaggio a lui più favorevole, il tracking di Research 2000, rivela negli internals le difficoltà di Obama tra i bianchi. Attualmente il candidato democratico si trova a 15 punti da McCain, un risultato molto simile a quello di Kerry, che subì in questo segmento un gap di 17 punti.

Dagli Stati arrivano discrete notizie che poi riporterò più compiutamente domani, con la solita tabella proposta da Poblano/Nate Silver. Un sondaggio sull'Ohio indica come Obama debba investire risorse ed energie nell'area attorno al fiume che dà il nome dello Stato, tradizionalmente democratica ma culturalmente abbastanza conservatrice - ah, se il governatore Strickland avesse accettato la vice presidenza, altro che Biden!!-, mentre sorprende vedere Nader al 4% in uno Stato della Rust Belt. In Florida Research 2000 rileva McCain avanti di un'incollatura, mentre un sondaggio del Miami Herald vede un vantaggio di 2 punti per il candidato del Gop. Se Obama riuscirà a pareggiare tra i latinos dello Stato, annullando il prevedibile distacco in doppia cifra tra i cubani, c'è una più che concreta possibilità di strappare il Sunshine State alla colonna del Gop. In North Carolina PPP rileva invece un pareggio, che sarebbe clamoroso. Gli internals forniscono però alcuni spunti di riflessione un pò meno ottimistici. Innanzittutto il libertario Bob Barr è molto alto, al 5%, e tendenzialmente questi voti "demoscopici" sono in larga parte sottratti a McCain. Inoltre il campione sembra un pò troppo sbilanciato a favore dei Dems. In North Carolina la registrazione partitica vede avanti i democratici di circa 10 punti, ma alle urne abitualmente questo gap si dissolve. Lo Stato è comunque molto giovane e ricco di professionals trasferitisi dai college di tutta l'America per lavorare nell'area del Research Triangle, ricca di industrie attive nella bio-tecnologia. Obama migliora i valori di Kerry tra i bianchi grazie al supporto dei più giovani così come ha il plebiscitario supporto degli afro-americani, ma la conquista di Charlotte e Raleigh sarà molto dura.

FL: Obama 45, McCain 46
FL: Obama 45, McCain 47
NC: Obama 46, McCain 46, Barr 5
OH: Obama 42, McCain 48, Nader 4

Sondaggi 20/9

Nei tracking di ieri c'è stato poco movimento, però Rasmussen, l'istituto dal campione meno sensibile agli sbalzi di umore, ha registrato il sorpasso di Obama. Un solo punto percentuale di vantaggio, ma era da circa 10 giorni che il candidato democratico si trovava in ritardo. Obama ha raggiunto infine per la seconda volta la soglia del 50% nel tracking di Gallup, cosa mai riuscita a McCain anche nei giorni del bounce.


Per quanto riguarda i sondaggi statali le notizie continuano ad essere tendenzialmente positive per il candidato democratico. Il Michigan, Stato essenziale per la vittoria di Obama, continua ad apparire molto equilibrato, ma McCain non passa mai in testa. I Blue States continuano a essere blu- Maine, Maryland e Connecticut- così come in Illinois non ci sarà alcuna partita. Dall'America profonda arrivano rilevazioni contradditorie: se Rasmussen registra una corsa equilibrata in uno Stato bastione del Gop come la South Carolina, ARG seppellisce Obama in Tennessee. Lo Stato originario della dinastia dei Gore ha un orientamento culturalmente conservatore ma economicamente moderato, se non liberal. Un così grave distacco di Obama, oltre 20 punti in uno Stato vinto due volte da Bill Clinton, è un brutto segnale per le importanti, spesso decisive aree appalachiane di Ohio e Pennsylvania.

sabato 20 settembre 2008

Sondaggi statali 19/9


Nuovi dati, e tutti molto positivi, arrivano dai sondaggi condotti negli Stati, che confermano la fine del bounce di McCain. SurveyUsa rileva una corsa chiusa in Iowa, Stato vinto nel 2004 da Bush per un nonnulla. 11 punti sono, a meno di 50 giorni dal voto, un muro quasi invalicabile, e probabilmente McCain a breve si ritirerà dallo Stato. L'aggressiva campagna di Obama sta portando i suoi frutti in Indiana: Arg e Rasmussen registrano una situazione di grande equilibrio. L'Indiana è uno Stato sul quale la campagna di Obama conta molto, perchè i suoi 11 EVs potrebbero costruire un percorso alternativo verso quota 270 EVs che faccia a meno dei classici Swing States come Florida o Ohio. Negli ultimi anni i Dems hanno compiuto notevoli progressi in questo Stato, che ha una spiccata tendenza conservatrice. Nel 2006 i Dems hanno vinto più distretti della Camera rispetto al Gop, e le primarie del 2008 hanno registrato una partecipazione incredibile. Se Kerry aveva ottenuto circa 950 mila voti alle presidenziali, alle primarie aperte democratiche votarono oltre 1 milione e 200 mila persone(Bush ottenne poco meno di 1 milione e mezzo di voti). Rasmussen e Arg rilevano una base democratica compatta, e una situazione abbastanza equilibrata tra gli indipendenti. Obama si conferma dunque estremamente competitivo nella regione del Midwest, come confermato dai sondaggi di Marist. L'istituto newyorchese non gode di grande fama e utilizza un campione abbastanza piccolo, quindi i suoi dati vanno presi con le pinze anche se la tendenza favorevole al candidato democratico è ulteriormente confermata. L'unico dato preoccupante per la campagna di Obama è il sondaggio di Rasmussen sul Maine. Lo Stato non è progressista come il vicino Vermont, e un vantaggio così risicato potrebbe costare 1 EV ad Obama. Il Maine assegna due EV sul risultato dei suoi congressi distrettuali. Tendenzialmente il voto è omogeneo, ma un margine risicato potrebbe anche significare un diverso vincitore tra i due collegi. Altri Stati confermano le tendenze politiche degli ultimi anni. Kentucky e Oklahoma potrebbero votare un democratico solo se conservatore, mentre Washington fa parte del West progressista. North Dakota e North Carolina, due obiettivi a sorpresa della strategia di Obama, sembrano lentamente uscire dagli Stati che si possono strappare dalla colonna repubblicana del 2004.

venerdì 19 settembre 2008

Sondaggi nazionali 19/9

Sondaggi nazionali

Gallup Tracking: Obama 49, McCain 44 (+1)
Rasmussen Tracking: Obama 48, McCain 48 (0)
Battleground Tracking: Obama 47, McCain 47 (+2)
Research 2000: Obama 49, McCain 42 (+1)
Hotline: Obama 45, McCain 44 (-2)

Media Vantaggio: Obama +2,6

Risultati abbastanza contradditori provengono oggi dai Tracking. Le indagini sono state effettuate nei giorni seguenti al fallimento di Lehman Brothers e al salvataggio di AIG, quindi è possibile che ci sia un pò di noise nel campione. Il trend non è chiarissimo, perchè 3 sondaggi rilevano Obama in crescita, Hotline in calo di due punti e Rasmussen non registra movimenti.

giovedì 18 settembre 2008

Sondaggi 18/9 parte 2

E' ormai praticamente impossibile seguire tutti i sondaggi. Per le indagini statali copio e incollo da Poblano il suo splendido schema riepilogativo, sicuramente il migliore che si trova in rete. In questo schema si trovano alcuni sondaggi usciti ieri e da me non riportati. Il +10 in Colorado rilevato da InAdvantage sembra un outlier, ma Obama, finchè i latinos lo preferiscono 2 a 1, è il favorito per i decisivi 9 EVs dello Stato. Rasmussen rileva buoni risultati dal NordEst: Connecticut e New Jersey danno vantaggi ampi a Obama, a differenza di alcune indagini dei giorni scorsi probabilmente sotto effetto bounce di McCain. Anche il +10 in Oregon sembra riportare le cose a prima delle Convention.

Ieri è inoltre uscito un nuovo sondaggio nazionale, a opera di Pew. Il risultato è di perfetta parità, 46 a 46. Obama cala di 3 punti, per l'incremento di McCain tra donne bianche ed indipendenti. Sembrano dati influenzati ancora dal bounce, comunque i segmenti chiave del 4 novembre sono questi. La buona notizia per Obama arriva dalla ripartizione geografica del voto. Il candidato dei Dem guida per Pew a NordEst, nel Midwest come nel West. In chiave Collegio Elettorale anche un pareggio ottenuto così significherebbe vittoria.

Sondaggi 18/9

Sondaggi Nazionali

Gallup Tracking: Obama 48, McCain 44 (+2)
Rasmussen Tracking: Obama 48, McCain 48(+1)
Research 2000: Obama 49, McCain 43 (+1)
Hotline: Obama 46, McCain 42 (+1)
Cbs/NY times: Obama 49, McCain 44 (+5)
Quinnipiac: Obama 49, McCain 45 (-1)
Battleground Tracking: Obama 45, McCain 47 (+1)

Dopo 2 settimane l'effetto bounce di cui ha beneficiato McCain sembra già svanito. Le donne bianche e gli indipendenti tendono a dividersi tra i due candidati, e una tale situazione spinge verso l'alto i valori di Obama. Quinnipiac è l'unico istituto che non ha effettuato sondaggi nazionali nel periodo delle Convention, e non casualmente fotografa una situazione molto simile a ciò che si era visto durantel'estate.

Sondaggi Statali

Colorado: Obama 45, McCain 44 (NJ/FD)
Florida: Obama 45, McCain 51 (0) (SurveyUsa)
Florida: Obama 44, McCain 44 (NJ/FD)
Georgia: McCain 57, Obama 41
Illinois: Obama 53, McCain 37 (Big Ten)
Indiana: Obama 47, McCain 44 (Selzer)
Indiana: McCain 47, Obama 43 (Big Ten)
Iowa: Obama 45, McCain 45 (Big Ten)
Michigan: Obama 48, McCain 44 (Big Ten)
Minnesota: Obama 47, McCain 45 (Big Ten)
New Mexico: Obama 52, McCain 44 (SurveyUsa)
New Mexico: Obama 49, McCain 42 (NJ/FD)
Ohio: Obama 41, McCain 42 (NJ/FD)
Ohio: Obama 46, McCain 45 (Big Ten)
Pennsylvania: Obama 45, McCain 45 (Big Ten)
Virginia: Obama 41, McCain 48 (NJ/FD)
Vermont: Obama 60, McCain 36 (Rasmussen)
Wisconsin: Obama 45, McCain 44 (Big Ten)

National Journal espande la sua collaborazione con FD e dopo l'Hotline/Diageo Tracking arriva la rilevazione settimanale di 5 Stati vinti da Bush nel 2004 e che saranno il principale campo di battaglia delle due campagne elettorali. I dati sono buoni per Obama, che grazie al compatto sostegno degli ispanici conduce in NM, CO e pareggia in Florida, dove grazie ai cubani McCain riesce a rimanere incollato allo sfidante democratico. In Ohio Obama si gioca molto: secondo FD solo il 70% dei democratici bianchi lo appoggia. Urge aiuto dai Clinton, perchè lo Stato è assolutamente pronto per abbandonare la colonna del Gop. Virginia deludente, e anche in contraddizione con quanto rilevato dagli altri istituti. Come notava però Larry Sabato nella nuova Crystal Ball, l'area rurale dell'Old Dominion è molto conservatrice, e stravincere a Fairfax County potrà non essere sufficiente. Tra gli altri sondaggi colpisce il dato della Florida rilevato da SurveyUsa, secondo il quale McCain guida il segmento ispanico con 19 punti di vantaggio, il doppio rispetto ai valori record ottenuti da Bush nel 2004. Risultato che mi spingo a definire irreale, e che dimostra quanto lo Stato sia ancora in gioco. Selzer rileva invece un +3 in Indiana che mi pare altrettanto poco credibile, vista la storia elettorale dello Stato, anche se la contiguità di parte dell'Indiana con l'area metropolitana di Chicago e i risultati del 2006 indicano un possibile, netto miglioramento dei Dems. Dopo National Journal esordisce oggi anche il Big Ten Battleground Poll, un'indagine che riguarda 8 Stati che fanno parte della Lega Sportiva universitaria Big Ten Conference e che si trovano tutti nel Midwest, Pennsylvania a parte. I sondaggi mostrano un equilibrio sorprendente in tutti gli Stati, Illinois a parte. Stupisce il pareggio in Iowa, dove McCain è veramente poco popolare tra agricoltori e evangelici, così come sembra un pò strano che Obama conduca, seppur di poco, in Ohio, mentre sia appaiato a McCain nella più liberal Pennsylvania. Altresì contradditorio rispetto alle altre indagini sono i dati della regione dei grandi laghi. Obama ha il vantaggio maggiore in Michigan, mentre Minnesota e Wisconsin, dove di solito il candidato democratico godeva di discreti margini di vantaggio, sono molto competitivi.

mercoledì 17 settembre 2008

Sondaggi 17/9

Presidential Tracking

Gallup: Obama 47, McCain 45 (+3)

Rasmussen: Obama 47, McCain 48 (0)

Research 2000: Obama 48, McCain 44 (0)

Hotline: Obama 45, McCain 41 (-1)

Gallup registra un notevole incremento di Obama, e dopo 2 settimane il candidato democratico torna a condurre. Rasmussen è ora l'unico sondaggista che rileva un (lieve) vantaggio di McCain, ma anche nel suo monitoraggio i valori di Obama sui temi economici sono migliorati.

Sondaggi Nazionali


Reuters/Zogby: Obama 47, McCain 45 (+7)

Ipsos: Obama 45, McCain 45 (+1)


Il sondaggio di Zogby registra l'avanzata più netta di Obama. Donne ed indipendenti, spinti dall'economia, si riposizionano verso il campo democratico. Zogby è noto per la sua propensione ai sondaggi shock( e il +5 di McCain ad agosto, prima delle Convention lo era) ma il quadro disegnato dal sondaggista responsabile della mitologica prima pagina del Manifesto di 4 anni fa sembra credibile. Ipsos rileva un lieve miglioramento di Obama, in una situazione che rimane molto equilibrata


Sondaggi Statali

California: Obama 52, McCain 36 Field

Virginia: Obama 48, McCain 46 (0) PPP

Florida: Obama 48, McCain 48 CNN

Indiana: Obama 45, McCain 51 CNN

North Carolina: Obama 47, McCain 48 CNN

Ohio: Obama 49, McCain 47 (0) CNN

Oregon: Obama 51, McCain 47 (-6) Rasmussen

Rhode Island: Obama 58, McCain 39 (-6) Rasmussen

Wisconsin: Obama 50, McCain 47 CNN

Wisconsin: Obama 48, McCain 46 (-2) Rasmussen

La California è ormai una roccaforte democratica, e neanche un repubblicano del West può ribaltare questa situazione. PPP rileva Obama in vantaggio in Virginia ormai da qualche mese. Viste le difficoltà in Florida e Ohio, l'Old Dominion diventa particolarmente importante per superare gli agognati 270 EVs. CNN e Rasmussen fotografano una situazione di grande equilibrio, più preoccupante per McCain che per Obama. Rispetto ad un mese fa si nota un arretramento del candidato democratico, ma il bounce di McCain sembra ormai svanito e alcuni importanti Stati vinti da Bush sembrano in gioco.

Porcellum col rossetto è sempre porcello

E' iniziata ieri alla Camera la discussione sulla nuova legge elettorale per le elezioni europee. Il mio amico Pippo Civati ha iniziato una campagna via blog e facebook alla quale aderisco con convinzione. Particolare curiosità mi ha suscitato questa riflessione di Calderisi, relatore di maggioranza

"Particolare attenzione Calderisi l'ha risevata alla questione delle preferenze che e' il punto al centro del confronto tra maggioranza e opposizione, oltre quello della soglia di sbarramento.E Calderisi ha proposto di collegare strettamente la decisione al tipo di ''forma partito'' che si intende scegliere. 'La decisione sul voto di preferenza incide fortemente sulla scelta della 'forma-partito'; se vogliamo cioe' il partito unitario che si raccoglie attorno ad un 'leader' che ne costituisce la sintesi e l'immagine unitaria, o se vogliamo il partito dei notabili e delle correnti organizzate che mina l'unita' di indirizzo del partito politico''.Secondo Calderisi ''le preferenze inevitabilmente finiscono per indebolire i partiti, ben lontani ormai da quelle 'macchine' politiche di massa fondate sull'integrazione sociale che hanno segnato il XX secolo.Oggi che i partiti sono troppo deboli, ma sono comunque necessari al funzionamento del sistema politico, garantirne la funzione vuol dire consentire loro di selezionare la classe dirigente attraverso processi che assicurino la trasparenza dei meccanismi decisionali e che pongano gli elettori nelle condizioni di premiare o sanzionare le loroi scelte''

Calderisi sostiene dunque che per preservare l'apparato organizzativo della macchina partito sia necessario impedire la scelta dell'elettore sul suo rappresentante istituzionale. E' una tesi anche interessante, ma completamente a-democratica. Non sono un fan delle preferenze, e Calderisi coglie nel segno quando cita alcuni meccanismi degenerativi di questo meccanismo di selezione dei rappresentatni. Il punto è però un altro: togliere al cittadini il diritto di scelta del proprio rappresentante con la tesi di Calderisi significa negare la distribuzione del potere decisionale che è l'essenza della democrazia. Il leader che diventa unica sintesi assomiglia molto alla deriva gentiliana della teoria dello Stato di Hegel. Si prenda il caso americano, a me tanto caro. I Democratici americani hanno un leader nazionale, Obama. La scelta di questa leadership è stata però sanzionata dalle persone che si sono recate a votare, non dall'apparato partitico che tende, ça va sans dire, a preservarsi. E' il consenso popolare, e non l'apparato, che rende forte il leader, perchè altrimenti l'impalcatura crolla. Se ne accorsero gli stessi Democratici quando nel 1968 il partito, il cui leader, Humphrey, fu scelto dai boss che controllavano le varie machine statali, precipitò in una sorta di guerra civile. Per risorgere da quel disastro i Dems iniziarono a rendere vincolanti le primarie, che diventarono da allora lo strumento principale per scegliere la classe dirigente. L'esempio americano ci mostra un'ulteriore modalità di selezione dei rappresentanti, diversa dalla preferenza in un sistema proporzionale, che però ha sempre la sovranità della scelta del singolo elettore come centro del meccanismo. Solo così il processo di selezione diventa democratico. La razionalizzazione di un sistema politico non può diventare una scusa per eliminare le dinamiche tipiche di una società aperta. In Cina la leadership è senz'altro più efficiente.

martedì 16 settembre 2008

Sondaggi 16/9

Presidential Tracking

GALLUP: Obama 46, McCain 47 (+1)

RASMUSSEN: Obama 47, McCain 48 (+1)

RESEARCH 2000: Obama 48, McCain 44 (+1)

HOTLINE: Obama 46, McCain 42(+3)

Discrete notizie arrivano dai Tracking di oggi. Obama continua a migliorare i suoi valori, e il bounce di McCain entra ormai in fase calante - il 50% non è mai stato raggiunto e si allontana. Il dato di Research 2000 è molto buono, anche se forse il campione è un pò troppo favorevole ai Democratici. Obama va peggio di Kerry tra i bianchi, -17 nelle elezioni 2004 e - 19 per R2k - ma sopravanza l'avversario grazie ad un +90 tra i neri e +37 tra gli ispanici. Il dato latino mi sembra eccessivo, anche se gli internals di Gallup mostrano un costante rapporto di 2 a 1.

SONDAGGI NAZIONALI


ARG: Obama 45, McCain 48 (-4)

GWU: Obama 44, McCain 48 (-5)

I sondaggi nazionali sono invece molto meno positivi, ma vista la diversa metodologia i dati, in particolare quelli di George Washington University, potrebbero risentire dei (si spera passati) glory days del Bounce Gop. Negli internals di ARG si nota come Obama vada male tra i bianchi, -18, e abbia ampi margini tra le minoranze che però non gli permettono di recuperare il gap accumulato, un pò la storia delle ultime 2 presidenziali. ARG nota come il candidato democratico soffra particolarmente nella fascia del suo elettorato posizionata su un orientamento conservatore.

SONDAGGI STATALI:


NEW JERSEY: Obama 48, McCain 45 (-7) Quinnipiac

NEW JERSEY: Obama 49, McCain 41 (-5) Monmouth

NEW YORK: Obama 55, McCain 42 (-7) Rasmussen

OHIO: Obama 44, McCain 48 (-4) PPP

Nei sondaggi statali arrivano brutte notizie dal New Jersey, che confermano parzialmente il (pazzesco) +5 di Siena a New York State. Rasmussen mette le cose in ordine, ma il +6 tra gli indipendenti di Old Mac a New non è un bel segnale. PPP attesta l'Ohio sui valori rilevati dalle altre indagini: -4 a 50 giorni dal voto inizia a essere un brutto scoglio da superare, ma la vicenda di Lehman Bros certo non aiuterà i repubblicani in uno degli Stati più colpiti dalle difficoltà economiche.

I 5 Stati di Rasmussen e Fox

Ieri per la prima volta la media dei 4 Presidential tracking ha portato ad un risultato di parità, 46 a 46. Rasmussen insieme a Fox rileva da settimana scorsa i 5 Stati che con ogni probabilità decideranno le elezioni: Colorado, Florida, Ohio, Pennsylvania e Virginia. Tra parentesi la variazione del margine di Obama rispetto a McCain.

CO: Obama 46, McCain 48 (-5)
FL: Obama 44, McCain 49 (-1)
OH: Obama 45, McCain 48 (+4)
PA: Obama 47, McCain 47 (-2)
VA: Obama 48, McCain 48 (+2)


Un quinto degli elettori è sostanzialemente ancora indeciso, tra questi comunque si nota una leggera preferenza verso McCain specie per il grado di fiducia. Il dato del Colorado è stato influenzato da un improvviso incremento dei valori di Nader, che ha fatto perdere ad Obama un paio di punti.

66 a 47

La campagna di Obama ha raccolto ad Agosto 66 milioni di dollari, il nuovo record di raccolta fondi della politica americana. McCain si è fermato a 47, e dal primo settembre avrà a disposizione i 84 milioni di dollari garantiti dal finanziamento pubblico, al quale Obama ha rinunciato. Ad agosto Obama è riuscito ad intercettare 500mila nuovi donatori, raggiungendo così la cifra monstre di 2 milioni e mezzo di finanziatori, un numero mai lontanamente raggiunto prima da altri politici statunitensi. L'ottimismo è temperato dall'ottima raccolta fondi del RNC, sicuramente superiore a quella del DNC. Il RNC aiuterà sicuramente McCain, anche se molti soldi saranno spesi nelle sfide più incerte di Camera e Senato.

lunedì 15 settembre 2008

Sondaggi 15/9 (pensando a DFW)

Presidential Tracking

GALLUP: Obama 45, McCain 47 (0)
RASMUSSEN: Obama 47, McCain 49 (+1)
HOTLINE: Obama 44, McCain 43 (-1)
RESEARCH 2000: Obama 48, McCain 45 (+1)

Piccoli miglioramenti per Obama nel monitoraggio presidenziale quotidiano effettuato ora da 4 istituti. Corsa molto equilibrata, con un buon numero di indecisi. Finora la riduzione degli indecisi ha favorito Old Mac, ma potrebbe essere un effetto tipico del bounce post Convention. Da questa settimana i sondaggi iniziano a diventare più affidabili, e guardando alla distribuzione del voto, offerta da Gallup e Research 2000, Obama parte favorito quantomeno nel collegio elettorale. Il candidato Dems guida in 3 aree del Paese, mentre McCain, dopo la nomina della Palin, ha scavato un solco al Sud. Nel 2004 Bush vinse nettamente nel Sud, strappò di misura(+3) il Midwest e sostanzialmente pareggiò (-1) nel West. A Kerry rimase solo una netta affermazione nel Nord Est.

Sondaggi negli Stati

IOWA: Obama 52, McCain 40 (Selzer)
NEW YORK: Obama 46, McCain 41 (Siena)
OHIO: Obama 42, McCain 46 (Suffolk)
OHIO: Obama 45, McCain 49 (Survey Usa)
UTAH: McCain 62, Obama 24 (Deseret)
VIRGINIA: Obama 50, McCain 46 (Survey Usa)
WASHINGTON: Obama 46, McCain 37 (Elway)

Sondaggi statali dagli esiti abbastanza contradditori. Secondo Susa Obama recupera 6 punti in una settimana in Virginia e passa in testa, grazie ad un netto incremento tra gli uomini a basso reddito. Il Midwest è terra di scontro: se l'Iowa sembra sempre più blu, l'Ohio rimane competitivo, anche se McCain appare il favorito per i suoi, spesso decisivi, EVs. Sondaggio shock di Siena a New York: niente internals del campione, tendo a crederci poco anche perchè se Obama stenta a NY State non c'è partita.


RIP



DAVID FOSTER WALLACE, 1962-2008


"As I'm sure you guys know by now, it is extremely difficult to stay alert and attentive, instead of getting hypnotized by the constant monologue inside your own head (may be happening right now). Twenty years after my own graduation, I have come gradually to understand that the liberal arts cliché about teaching you how to think is actually shorthand for a much deeper, more serious idea: learning how to think really means learning how to exercise some control over how and what you think. It means being conscious and aware enough to choose what you pay attention to and to choose how you construct meaning from experience. Because if you cannot exercise this kind of choice in adult life, you will be totally hosed. Think of the old cliché about quote the mind being an excellent servant but a terrible master.This, like many clichés, so lame and unexciting on the surface, actually expresses a great and terrible truth. It is not the least bit coincidental that adults who commit suicide with firearms almost always shoot themselves in: the head. They shoot the terrible master. And the truth is that most of these suicides are actually dead long before they pull the trigger"

Dopo aver scoperto Thomas Pynchon e Don De Lillo nel 1997/8, lessi su Pulp del nuovo capolavoro "post-moderno" della letteratura americana, Infinite Jest, scritto da David Foster Wallace. All'epoca non era ancora stato pubblicato in Italia, ma pochi mesi dopo, andando a Milano, comprai la meravigliosa raccolta "La ragazza dai capelli strani", pubblicata da Einaudi Stile Libero, se non ricordo male. Fu una rivelazione, paragonabile alla vertigine provata leggendo Infinite Jest due anni dopo. La notizia del suicidio mi ha sconvolto, anche perchè non sapevo dell'aggravarsi della sua depressione. Se amo così tanto gli Stati Uniti è anche perchè ho letto i libri di David Foster Wallace.

giovedì 11 settembre 2008

Se lo dice Bill...


President Clinton: “I predict that Sen. Obama will win and win handily.’’
Sen. Obama: “There you go. You can take it from the President of the United States. He knows a little something about politics.’’
Immagine e citazione tratta da The Page

+400mila in Florida, e non solo

Time segnala oggi i dati molto positivi del Registration drive implementato dalla campagna di Obama.

Presidential Tracking/9-11 e Sondaggi Nazionali e Statali


GALLUP: Obama 44, McCain 48

RASMUSSEN: Obama 48, McCain 48

Hotline: Obama 44, McCain 46

Giornata controversa per Obama, che migliora nel tracking di Gallup , ma peggiora in quello di Rasmussen e Hotline. L'effetto bounce favorevole a McCain sembra svanire, e sarà rilevato nei sondaggi statali di settimana prossima. Competizione ancora molto equilibrata, con Obama che presumibilmente sta incontrando le consuete difficoltà nel voto bianco che solo Clinton è riuscito a superare negli ultimi 40 anni. I Dems non superano il 50% dal 1944, e probabilmente anche in queste elezioni la maggioranza assoluta non sarà conquistata, anche se ciò non significa sconfitta.

USA

InsiderAdvantage: Obama 46, McCain 46
Democracy Corps: Obama 46, McCain 48

Obama cala nel sondaggio di Democracy Corps, che aveva rilevato una settimana fa un suo vantaggio di 5 punti, effetto della Convention di Denver. InsiderAdvantage fa il suo esordio con indagini a livello nazionale e rileva un pareggio.

STATI

ALABAMA: Obama 35, McCain 55 (Capital Survey Research Center)

COLORADO: Obama 47, McCain 46 (PPP)

FLORIDA: Obama 43, McCain 50 (Quinnipiac)

FLORIDA: Obama 42, McCain 50 (InsiderAdvantage)

GEORGIA: Obama 38, McCain 58 (InsiderAdvantage)

OHIO: Obama 49, McCain 44 (Quinnipiac)

PENNSYLVANIA: Obama 48, McCain 45 (Quinnipiac)

Considerando il periodo favorevole di McCain, i dati di Quinnipiac andrebbero festeggiati con lo champagne. Un pò di perplessità(quasi molta) è suscitata dall'Ohio. Il dato negativo negli indipendenti e l'oltre 20% di elettori clintoniani pro Gop non sono certo risultati positivi, ma sono segmenti molto influenzabili. Il bounce trae grossa dalla sua forza demoscopica dal Sud, e i dati di InsiderAdvantage lo dimostrano, anche se la Florida sarà più competitiva di quello che appare ora. Bene in Colorado, dove con un sample a maggioranza repubblicana Obama mantiene la leadership, anche se di un pelo. Paradossalmente in Colorado è ottimo il risultato tra i bianchi - solo -6 - mentre le minoranze etniche non spingono come dovrebbero, ma poi faranno, i valori del candidato democratico.



Non dimenticare

Oggi è l'11 settembre. Obama e McCain sono giustamente insieme a New York. L'America è una, e piange le sue vittime innocenti.

Sondaggi negli Stati

Nuove rilevazioni dal fronte statale. Dati non particolarmente buoni per Obama, ma le indagini sono state condotte ad inizio settimana, periodo ancora di bounce pro McCain.



Alaska: Obama 33, McCain 64 (Rasmussen)

Alabama: Obama 33, McCain 55 (Capital Survey)

Michigan: Obama 45, McCain 42 (CNN)

Missouri: Obama 44, McCain 48 (CNN)

North Carolina: Obama 44, McCain 48 (PPP)

North Dakota: Obama 41, McCain 55 (Rasmussen)

New Hampshire: Obama 48, McCain 43 (CNN)

New Mexico: Obama 47, McCain 49 (Rasmussen)

Pennsylvania: Obama 47, McCain 45 (Strategic Vision)

Virginia: Obama 43, McCain 49 (CNN)

West Virginia: Obama 39, McCain 44 (Blankenship)



L'Alaska, con la nomina della Palin, rientra in gran fanfara tra gli Stati Gop. I 4 sondaggi CNN sono discreti per Obama, che tiene bene MI e NH, mentre in MO e VA non è lontano da McCain, pur in un periodo favorevole al candidato repubblicano. NC rientra nella norma dopo lo schock del -20 di ieri rilevato da SUSA. Qua conta la metodologia: PPP taglia il campione, l'identificazione politica del sample ricalca la registrazione del corpo elettorale nello Stato ,Susa utilizza un metodo random. Interessante il -5 in WV, mentre non credo al dato rilevato da Rasmussen in New Mexico. McCain passa in vantaggio, in uno Stato da mesi costantemente pro Dems, grazie ad un ottimo, e poco credibile, -5 tra gli ispanici. Bush nel 2004 stava a 10 punti da Kerry in questo segmento, e McCain certo non farà meglio.