lunedì 8 settembre 2008

Non piangere, Pippo!!

Il mio amico di Berlino, e di Taino, Pippo Civati, si dispera per l'ultimo sondaggio Gallup Usa Today che rileva il sorpasso di McCain. Al caro Pippo, uno dei più validi democratici che ci siano in giro, segnalo quest'immagine realizzata da Nate Silver. Il grafico mostra l'effetto tipico delle Convention, denominato bounce, cioè rimbalzo, di cui storicamente beneficiano i candidati presidenti al momento della loro nomina ufficiale. Dal 1952 ad oggi si rileva che ogni democratico, o repubblicano, ha avuto in media un rimbalzo di 6 punti percentuali, che gradatamente tende ad annulllarsi.


Nel medesimo sondaggio di una settimana fa, Usa Today segnalava un comodo +7 per Obama, ad ora già dissoltosi. L'unica conclusione che possiamo trarre da queste indagini è il relativo successo della Convention repubblicana, che ha ottenuto una mobilitazione significativa dell'elettorato conservatore.
Giusto per rimarcare la volatilità delle indagini demoscopiche, copio e incollo, sempre dal mitologico Poblano, la progressione dei tracking quotidiani di Gallup, l'istituto che ha realizzato il sondaggio che ha depresso Pippo.
Saturday 9/6: McCain 50.6, Obama 44.3; McCain +6.3
Friday 9/5: McCain 47.8, Obama 45.2; McCain +2.6
Thursday 9/4: McCain 45.5, Obama 45.5; TIE
Wednesday 9/3: Obama 50.3, McCain 41.7; Obama +8.6
Tuesday 9/2: Obama 48.2, McCain 44.8; Obama +3.4
Monday 9/1: Obama 48.5, McCain 39.5; Obama +9.0
Sunday 8/31; Obama 50.3, McCain 44.8; Obama +5.5
Fino alla Convention di Denver e di Saint Paul si sono notate alcune cose, che provo a sintetizzare in un breve decalogo di felicità per Pippo e per gli altri obamiani.
1. I Democratici hanno vinto le elezioni del 2006 con un +8 tra i Repubblicani e il vantaggio a livello nazionale, per quanto riguarda il rinnovo della Camera, sembra essere rimasto simile
2. Rispetto al 2004, il Gop ha perso tra le donne bianche, gli ispanici e gli indipendenti. In questo momento si può assegnare già ad Obama il blocco latinos, mentre gli altri due segmenti dell'elettorato sono molto più incerti.
3. La corsa è equilibrata, e questo è già un mezzo miracolo di McCain, o un difetto della candidatura di Obama.
4. Il candidato democratico ha maggiori chance di vittorie in ottica collegio elettorale, soprattutto alla luce della concentrazione del voto ispanico in alcuni Stati tradizionalmente equilibrati(Florida, dove però i cubani tendono verso il Gop, Colorado, Nevada e New Mexico)
5. Permane il problema "appalachiano" di Obama, già evidenziatosi durante il ciclo delle primarie, che significa difficoltà nell'elettorato populista tipico delle aree rurali, e particolarmente concentrato tra Midwest e Sud.
6. La scelta della Palin ha ottenuto un significativo effetto di ricompattamento della base repubblicana
7. Hillary VP sarebbe stata una buona scelta, mentre Biden sarà totalmente ininfluente.
8. Nel dopoguerra solo il Gop ha ottenuto 3 mandati presidenziali di fila, dal 1980 al 1992, allorchè Reagan trasformò la politica americana. Reagan nel 1984 vinse con +18 punti su Mondale, Bush figlio invece con +2,5.
9. Bush rimane uno dei presidenti più impopolari della Storia, e gli uscenti con valori di impopolarità simili hanno sempre determinato sconfitte del loro partito di appartenenza alle presidenziali successive(Truman e Nixon).
10. I fondamentali dell'economia americana, seppur non tragici grazie all'export drogato dal dollaro debole, rimangono non positivi, e ciò storicamente ha sempre favorito il partito all'opposizione. "The economy, stupid", come diceva Bill.

2 commenti:

Alessandro Tapparini ha detto...

Ottima analisi su tutto, tranne che al punto 1.
I Democratici hanno vinto le elezioni del 2006 ma quelle erano solo elezioni parlamentari. Quando si vota anche per eleggere il Presidente, il voto disgiunto è un classico. Potremmo quasi dire che vincere la Casa Bianca perdendo il Congresso è quasi più la regola, che non un’eccezione. Nel ventennio 1968-1988, i democratici hanno vinto tutte le elezioni parlamentari con un vantaggio di una decina di punti percentuali; eppure, delle sei elezioni presidenziali tenutesi in quello stesso periodo ben cinque sono state vinte dal candidato repubblicano…

andrea mollica ha detto...

ciao ale,
in realtà il tuo appunto non è in contraddizione con quello che dicevo. io nel punto 1 mi riferivo solo allo scenario politico.
Rispetto però al passato che giustamente citi tu, c'è un però. dovrei scrivere un post, e se lo faccio ti ringrazio già ora per lo spunto. cmq in 2 righe, l'elettorato si è polarizzato in maniera crescente in questi anni, e le coalizioni sociali sono diventate più omogenee. Nel '50/'60 i Repubblicani del Connecticut erano molto più prog dei Dem del Sud, ma forse pure di quelli del Midwest.questo favoriva il fenomeno che tu giustamente citavi. negli anni '90 e in questo decennio le cose sono un pelo cambiate, anche se rimane un punto fermo. l'elettorato democratico ha al suo interno molti più conservatori rispetto ai liberal che votano il Gop. mi sto dilungando troppo, cmq poi darò sul punto, perchè è interessante, e mostra quanto sia ancora aperta la partita.