venerdì 30 gennaio 2009

Steele alla guida del RNC


Alla sesta votazione il RNC ha eletto il nuovo presidente, Michael Steele. Ex vice governatore del Maryland, Steele perse nel 2006 in modo onorevole la sfida per il Senato. La foto sopra è stata presa durante quella campagna elettorale.

Il  compito principale di Steele sarà recuperare l'antico primato repubblicano del fundraising, e rinnovare il brand ormai  regionalista del GOP. I Repubblicani sono stati vicini ad eleggere Katon Dawson, esponente dell'anima bianca e retriva del Sud. Sarebbe stato un disastro, per quanto l'importanza del leader del comitato nazionale sia davvero relativa. Il trattamento riservato al pur ottimo Howard Dean ne è eloquente dimostrazione.

L'America democratica 4




L'America democratica 3

Rod Blagojevich è stato rimosso dal suo incarico dal Senato dell'Illinois. Votazione unanima e primo impeachment di un governatore da più di 20 anni a questa parte. Al suo posto arriva il vice Pat Quinn. Grande prova dei Democratici dello Stato, compatti e risoluti nell'affrontare lo spinoso caso della compravendita del seggio lasciato dal presidente Obama.

giovedì 29 gennaio 2009

L'America democratica 2

Il pacchetto economico presentatato dall'Amministrazione Obama è stato approvato dalla Camera. Hanno votato contro tutti i repubblicani e una decina di democratici conservatori. Particolarmente apprezzabile l'emendamento Nadler/De Fazio, che stanzia 3 miliardi di dollari per finanziare il trasporto pubblico nelle grandi aree urbane. Krugman giustamente rimarca come aver aggiunto tagli fiscali non sia servito ad ottenere i voti repubblicani.
Obama ha definito vergognosi i bonus ottenuti dai banchieri di Wall Street. Speriamo che l'azione politica nei confronti della crisi finanziaria sia coerente con questa impostazione. Gli consiglierei la lettura di un liberale vero.

L'America democratica

L'identificazione politica è un dato scivoloso della politica americana. I Democratici sono tradizionalmente favoriti, mentre i Repubblicani hanno  avuto, almeno fino al 2006, una maggiore capacità di intercettare il voto mobile, oltre che un'efficace mobilitazione della propria base elettorale. Nel 2002 Gallup rilevava comunque un forte equilibrio nella maggior parte degli Stati, un dato coerente con il pareggio di Gore vs Bush.


2008

Nel 2008 la situazione cambia, e i disastri dell'Amministrazione Bush confinano i repubblicani in una vasta ma poco popolata riserva compresa tra le Grandi Praterie e le Montagne Rocciose. Solo in 5 Stati su 50 il Gop ha un vantaggio superiore ai 5 punti nell'identificazione politica.
Il dato è in realtà più articolato, dato che Obama ha iniziato a vincere a partire dagli Stati dove i Democratici avevano 9 punti di vantaggio, ed ha perso male in West Virginia, Stato tradizionalmente dominato dal partito ora al potere a Washington. Il presidente è affondato là dove l'elettorato democratico è prevalentemente bianco e culturalmente conservatore, il segmento di voto dominato dalla Clinton nelle primarie del 2008. La scomparsa dei Repubblicani dalle Coste, le aree a più alta urbanizzazione, è invece la conferma di un fenomeno irreversibile. Il conservatorismo spinto del Gop versione Gingrich/Bush è assolutamente invendibile nelle aree caratterizzate da elevata istruzione e forte interrazzialità. E' l'America democratica, sempre più maggioritaria. Nel sondaggio condotto da Diageo/Hotline, i Democratici hanno 22 punti di vantaggio nel voto generico per la Camera.

Nobel all'Ignoranza

Christian (Sc)Rocca è riuscito a confezionare il post più idiota dell'anno. Lo Sb/Croccone ha preso in giro Al Gore perché a Washington era in corso una precipitazione nevosa mentre il premio Nobel chiedeva ai membri del Congresso un rapido intervento per contenere le emissioni serra. La differenza tra clima e meteo  è in realtà troppo complessa per il nostro. Il consiglio è comunque quello di evitare ogni argomento spiegabile con tesi scientifiche, ignorate dal nostro. L'uomo che riuscì a definire crisi economica più percepita che reale la più grave recessione degli ultimi 70 anni dovrebbe concentrarsi sulla letteratura per l'infanzia. Magari a New York è possibile reperire qualche edizione illustrata che spieghi i fondamentali di Scienze della Terra o Diritto ed Economia, materie evidentemente trascurate al liceo.

Anche in Lombardia ha nevicato spesso a fine 2008, ma grazie alle agenzie del governo Usa sappiamo che
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Il 2008 è stato, insieme al 2001, l’ottavo anno più caldo dal 1880. Il dato, ancora preliminare, è del Noaa, l’agenzia governativa per il clima degli Stati Uniti, che ha lavorato sulle temperature medie sia degli oceani sia dei continenti.Rispetto alla media del secolo scorso, la temperatura del 2008 tra terre emerse e oceani è risultata superiore di quasi mezzo grado(0,49 °C per essere precisi). Ma il surriscaldamento è superiore sulla terraferma, dove tocca 0,81 gradi rispetto alla media del Ventesimo secolo, rispetto ai mari, dove è stato di 0,37 °C.Dal 1880 la crescita della temperatura è stata in media di 0,05 °C ogni dieci anni, con un’accelerazione negli ultimi 30 anni che ha portato il riscaldameno a 0,16 °C ogni decennio.Secondo l’analisi realizzata dalla Nasa, che usa una metodologia leggermente differente, il 2008 risulta il nono anno più caldo.

Sbarramento europeo

La legge elettorale per le europee di giugno dovrebbe introdurre uno sbarramento del 4% a livello nazionale. La novità ha già fatto gridare allo scandalo molti dei partiti rimasti esclusi dal Parlamento nazionale proprio in ragione di una soglia di sbarramento di uguale valore. In 10 Paesi membri della Ue, tra cui Germania e Francia, esiste una soglia di sbarramento esplicita, mentre negli Stati più piccoli il numero minimo di seggi crea una soglia implicita molta alta. Nel Regno Unito la presenza di 12 circoscrizioni e l'applicazione del metodo D'Hondt rendono difficile per i partiti deboli a livello locale l'ottenimento di seggi, a meno di un brillante risultato a livello nazionale, superiore al 5/6%. L'unico Paese dove non esiste alcuna soglia di sbarramento è la Spagna, anche se è utilizzato il metodo D'Hondt, penalizzante per le liste minori.

In realtà, l'Italia era l'unico Paese in Europa dove partiti con meno dell'1% sono riusciti ad eleggere rappresentanti al PE. Tra il 1994 e il 2004, forze come PSDI, Pensionati, PRI, oppure Fiamma Tricolore hanno ottenuto un seggio con poco più di 200 mila voti. Un'eccezione scandalosa nel panorama europeo. 

Con i dati 2004, la soglia del 4% equivale a circa 1 milione e 300 mila voti. Un possibile decremento della partecipazione farebbe ulteriormente scendere questo valore a poco più di 1 milione di consensi. Se una forza politica, in un Paese di circa 60 milioni di persone, non arriva a rappresentare neanche un sessantesimo della popolazione, non merita francamente di ottenere un posto in un'Assemblea che dà voce a 25 Paesi.

martedì 27 gennaio 2009

Obama ad Al Arabya

La sua prima intervista da presidente è stata concessa as Al Arabiya. Quest'uomo è proprio come Bush.

E altro ancora arriverà

Pippo e Marcello confrontano il disastro italiano in materia ambientale con la svolta impressa da Obama. Solo il primo passo, perchè altre novità positive arriveranno. I Zuccon(sc)Rocca confermano di non capire un tubo, e non meritano link.

Comprendere Keynes

Il consueto pezzo di bravura di John Judis sull'economista britannico.

lunedì 26 gennaio 2009

Le promesse di Obama

Ecco l'Obametro, ovvero 500 promesse lanciate in campagna elettorale dal presidente Obama e la valutazione sul grado di realizzazione. Trovato grazie al grande Phastidio. La prima promessa realizzata è l'ordine, dato ai capi dell'esercito americano, di ritirare con gradualità le truppe dall'Iraq. 

domenica 25 gennaio 2009

Con Soru

Sottoscrivo più che volentieri l'appello di Pippo Civati per Renato Soru. Per una Sardegna più giusta e più prospera, senza speculazioni selvagge sulle coste e per la difesa dell'autonomia del territorio. Una nuova prospettiva per il nostro Paese.

mercoledì 21 gennaio 2009

Consigli per gli acquisti

Un libro imperdibile, come sottolinea benissimo Pippo.

Sinistra nel caos, anche in Hessen

In Hessen Roland Koch torna al potere dopo un anno di psicodramma socialdemocratico. Il crollo della SPD determina subito le dimissioni della leader socialdemocratica Andrea Ypsilanti, la donna che ha paralizzato le istituzioni del Bundesland di Francoforte per un anno. Poco meno di un anno fa le regionali dell’Hessen si conclusero con un nulla di fatto. Il padre padrone della Cdu, il conservatore Koch, aveva perso molti voti ma per qualche migliaio di schede era riuscito a confermare il suo partito al primo posto...
Prosegue su Giornalettismo

martedì 20 gennaio 2009

Il discorso di Obama

The Era of Responsibility

My fellow citizens:

I stand here today humbled by the task before us, grateful for the trust you have bestowed, mindful of the sacrifices borne by our ancestors.  I thank President Bush for his service to our nation, as well as the generosity and cooperation he has shown throughout this transition.

Forty-four Americans have now taken the presidential oath.  The words have been spoken during rising tides of prosperity and the still waters of peace.  Yet, every so often the oath is taken amidst gathering clouds and raging storms.  At these moments, America has carried on not simply because of the skill or vision of those in high office, but because We the People have remained faithful to the ideals of our forbearers, and true to our founding documents.

So it has been.  So it must be with this generation of Americans.

That we are in the midst of crisis is now well understood.  Our nation is at war, against a far-reaching network of violence and hatred.  Our economy is badly weakened, a consequence of greed and irresponsibility on the part of some, but also our collective failure to make hard choices and prepare the nation for a new age.  Homes have been lost; jobs shed; businesses shuttered.  Our health care is too costly; our schools fail too many; and each day brings further evidence that the ways we use energy strengthen our adversaries and threaten our planet.

These are the indicators of crisis, subject to data and statistics.  Less measurable but no less profound is a sapping of confidence across our land - a nagging fear that America's decline is inevitable, and that the next generation must lower its sights.  

Today I say to you that the challenges we face are real.  They are serious and they are many.  They will not be met easily or in a short span of time.  But know this, America -  they will be met.

On this day, we gather because we have chosen hope over fear, unity of purpose over conflict and discord.

On this day, we come to proclaim an end to the petty grievances and false promises, the recriminations and worn out dogmas, that for far too long have strangled our politics.

We remain a young nation, but in the words of Scripture, the time has come to set aside childish things.  The time has come to reaffirm our enduring spirit; to choose our better history; to carry forward that precious gift, that noble idea, passed on from generation to generation:  the God-given promise that all are equal, all are free, and all deserve a chance to pursue their full measure of happiness.

In reaffirming the greatness of our nation, we understand that greatness is never a given.  It must be earned.  Our journey has never been one of short-cuts or settling for less.  It has not been the path for the faint-hearted - for those who prefer leisure over work, or seek only the pleasures of riches and fame.  Rather, it has been the risk-takers, the doers, the makers of things - some celebrated but more often men and women obscure in their labor, who have carried us up the long, rugged path towards prosperity and freedom.

For us, they packed up their few worldly possessions and traveled across oceans in search of a new life.

For us, they toiled in sweatshops and settled the West; endured the lash of the whip and plowed the hard earth.

For us, they fought and died, in places like Concord and Gettysburg; Normandy and Khe Sahn.

Time and again these men and women struggled and sacrificed and worked till their hands were raw so that we might live a better life.  They saw America as bigger than the sum of our individual ambitions; greater than all the differences of birth or wealth or faction.

This is the journey we continue today.  We remain the most prosperous, powerful nation on Earth.  Our workers are no less productive than when this crisis began.  Our minds are no less inventive, our goods and services no less needed than they were last week or last month or last year.  Our capacity remains undiminished.  But our time of standing pat, of protecting narrow interests and putting off unpleasant decisions - that time has surely passed.  Starting today, we must pick ourselves up, dust ourselves off, and begin again the work of remaking America.

For everywhere we look, there is work to be done.  The state of the economy calls for action, bold and swift, and we will act - not only to create new jobs, but to lay a new foundation for growth.  We will build the roads and bridges, the electric grids and digital lines that feed our commerce and bind us together.  We will restore science to its rightful place, and wield technology's wonders to raise health care's quality and lower its cost.  We will harness the sun and the winds and the soil to fuel our cars and run our factories.  And we will transform our schools and colleges and universities to meet the demands of a new age.  All this we can do.  And all this we will do.

Now, there are some who question the scale of our ambitions - who suggest that our system cannot tolerate too many big plans.  Their memories are short.  For they have forgotten what this country has already done; what free men and women can achieve when imagination is joined to common purpose, and necessity to courage.

What the cynics fail to understand is that the ground has shifted beneath them - that the stale political arguments that have consumed us for so long no longer apply.  The question we ask today is not whether our government is too big or too small, but whether it works - whether it helps families find jobs at a decent wage, care they can afford, a retirement that is dignified.  Where the answer is yes, we intend to move forward.  Where the answer is no, programs will end.  And those of us who manage the public's dollars will be held to account - to spend wisely, reform bad habits, and do our business in the light of day - because only then can we restore the vital trust between a people and their government.

Nor is the question before us whether the market is a force for good or ill.  Its power to generate wealth and expand freedom is unmatched, but this crisis has reminded us that without a watchful eye, the market can spin out of control - and that a nation cannot prosper long when it favors only the prosperous.  The success of our economy has always depended not just on the size of our Gross Domestic Product, but on the reach of our prosperity; on our ability to extend opportunity to every willing heart - not out of charity, but because it is the surest route to our common good.

As for our common defense, we reject as false the choice between our safety and our ideals.  Our Founding Fathers, faced with perils we can scarcely imagine, drafted a charter to assure the rule of law and the rights of man, a charter expanded by the blood of generations.  Those ideals still light the world, and we will not give them up for expedience's sake.  And so to all other peoples and governments who are watching today, from the grandest capitals to the small village where my father was born:  know that America is a friend of each nation and every man, woman, and child who seeks a future of peace and dignity, and that we are ready to lead once more.

Recall that earlier generations faced down fascism and communism not just with missiles and tanks, but with sturdy alliances and enduring convictions.  They understood that our power alone cannot protect us, nor does it entitle us to do as we please.  Instead, they knew that our power grows through its prudent use; our security emanates from the justness of our cause, the force of our example, the tempering qualities of humility and restraint.

We are the keepers of this legacy.  Guided by these principles once more, we can meet those new threats that demand even greater effort - even greater cooperation and understanding between nations.  We will begin to responsibly leave Iraq to its people, and forge a hard-earned peace in Afghanistan.  With old friends and former foes, we will work tirelessly to lessen the nuclear threat, and roll back the specter of a warming planet.  We will not apologize for our way of life, nor will we waver in its defense, and for those who seek to advance their aims by inducing terror and slaughtering innocents, we say to you now that our spirit is stronger and cannot be broken; you cannot outlast us, and we will defeat you.

For we know that our patchwork heritage is a strength, not a weakness.  We are a nation of Christians and Muslims, Jews and Hindus - and non-believers.  We are shaped by every language and culture, drawn from every end of this Earth; and because we have tasted the bitter swill of civil war and segregation, and emerged from that dark chapter stronger and more united, we cannot help but believe that the old hatreds shall someday pass; that the lines of tribe shall soon dissolve; that as the world grows smaller, our common humanity shall reveal itself; and that America must play its role in ushering in a new era of peace.

To the Muslim world, we seek a new way forward, based on mutual interest and mutual respect.  To those leaders around the globe who seek to sow conflict, or blame their society's ills on the West - know that your people will judge you on what you can build, not what you destroy.  To those who cling to power through corruption and deceit and the silencing of dissent, know that you are on the wrong side of history; but that we will extend a hand if you are willing to unclench your fist.

To the people of poor nations, we pledge to work alongside you to make your farms flourish and let clean waters flow; to nourish starved bodies and feed hungry minds.  And to those nations like ours that enjoy relative plenty, we say we can no longer afford indifference to suffering outside our borders; nor can we consume the world's resources without regard to effect.  For the world has changed, and we must change with it.

As we consider the road that unfolds before us, we remember with humble gratitude those brave Americans who, at this very hour, patrol far-off deserts and distant mountains.  They have something to tell us today, just as the fallen heroes who lie in Arlington whisper through the ages.  We honor them not only because they are guardians of our liberty, but because they embody the spirit of service; a willingness to find meaning in something greater than themselves.  And yet, at this moment - a moment that will define a generation - it is precisely this spirit that must inhabit us all.

For as much as government can do and must do, it is ultimately the faith and determination of the American people upon which this nation relies.  It is the kindness to take in a stranger when the levees break, the selflessness of workers who would rather cut their hours than see a friend lose their job which sees us through our darkest hours.  It is the firefighter's courage to storm a stairway filled with smoke, but also a parent's willingness to nurture a child, that finally decides our fate.

Our challenges may be new.  The instruments with which we meet them may be new.  But those values upon which our success depends - hard work and honesty, courage and fair play, tolerance and curiosity, loyalty and patriotism - these things are old.  These things are true.  They have been the quiet force of progress throughout our history.  What is demanded then is a return to these truths.  What is required of us now is a new era of responsibility - a recognition, on the part of every American, that we have duties to ourselves, our nation, and the world, duties that we do not grudgingly accept but rather seize gladly, firm in the knowledge that there is nothing so satisfying to the spirit, so defining of our character, than giving our all to a difficult task.

This is the price and the promise of citizenship.

This is the source of our confidence - the knowledge that God calls on us to shape an uncertain destiny.

This is the meaning of our liberty and our creed - why men and women and children of every race and every faith can join in celebration across this magnificent mall, and why a man whose father less than sixty years ago might not have been served at a local restaurant can now stand before you to take a most sacred oath.

So let us mark this day with remembrance, of who we are and how far we have traveled.  In the year of America's birth, in the coldest of months, a small band of patriots huddled by dying campfires on the shores of an icy river.  The capital was abandoned.  The enemy was advancing.  The snow was stained with blood.  At a moment when the outcome of our revolution was most in doubt, the father of our nation ordered these words be read to the people:

"Let it be told to the future world...that in the depth of winter, when nothing but hope and virtue could survive...that the city and the country, alarmed at one common danger, came forth to meet [it]."

America.  In the face of our common dangers, in this winter of our hardship, let us remember these timeless words.  With hope and virtue, let us brave once more the icy currents, and endure what storms may come.  Let it be said by our children's children that when we were tested we refused to let this journey end, that we did not turn back nor did we falter; and with eyes fixed on the horizon and God's grace upon us, we carried forth that great gift of freedom and delivered it safely to future generations.

Il Giuramento

Dalle ore 12, ET, Barack Hussein Obama è il 44esimo presidente degli Stati Uniti d'America.

A change is gonna come

Ed è arrivato, come ricorda Pippo. Grazie a Marcello per la foto meravigliosa, che ricorda come il cambiamento sia fatto dall'impegno delle persone. Grazie a te/voi, come dice sempre Obama

Attesa



Tra qualche ora giura il 44esimo presidente.

lunedì 19 gennaio 2009

Sondaggi italiani

I sondaggisti italiani sono tragici se paragonati ai loro colleghi americani. Una delle regole basilari della (misteriosa) demoscopia italiana impone di diffidare dei sondaggi di Mannheimer. Campioni inaffidabili, pesi sballati e mai chiariti, modelli statistici antiquati. A volte anche i bravi blogger sbagliano.

Martin Luther King Day

Oggi negli Usa è festa nazionale. Si festeggia la nascita di un eroe americano, Martin Luther King. Il MLK Day fu istituito negli anni '80 nonostante l'opposizione del presidente Reagan. L'ancora per un giorno Vice Presidente Cheney, all'epoca deputato, votò contro insieme ad altri esponenti della destra repubblicana. Domani gli Usa avranno  per la prima volta un presidente afro-americano. Un'epoca triste si è chiusa, e da qualche parte in cielo il reverendo King piangerà di gioia, e sorriderà come il resto dell'America, e del mondo.

domenica 18 gennaio 2009

Organizing for America

Il più grande movimento politico della storia degli Stati Uniti prosegue. I milioni di volantari e di donatori che hanno aiutato la campagna di Barack Obama sono chiamati dal presidente eletto a partecipare ad Organizing for America, il movimento che dovrà rendere possibile il cambiamento nella società americana.
 Gli obiettivi sono chiari, semplici e condivisi: una risposta alla crisi economica, il ritiro delle truppe dall'Iraq, tutela sanitaria sostenibile economicamente e investimento nelle nuove fonti energetiche per rilanciare il sistema produttivo e al contempo proteggere l'ambiente. La migliore organizzazione elettorale  di sempre diventa così un nuovo movimento politico che dovrà sostenere l'agenda del presidente Obama, perchè solo con il coinvolgimento della base e l'azione nella vita quotidiana la società si può cambiare. Questo è il compito di Organizing for America, questa è la via per il cambiamento progresssista che la maggioranza degli Stati Uniti attende.

sabato 17 gennaio 2009

Addio Bush

L'Economist traccia il ritratto definitivo della presidenza Bush, uno dei più grossi fallimenti della storia politica americana. Si dibatte solo se sia l'uscente con la minore approvazione.

Direzione dei lavori

Quando Pippo Civati parla dei Democratici italiani posso solo che sottoscrivere

venerdì 16 gennaio 2009

Il ragionevole Pörcellä

Sul Sole 24 Ore di oggi il professor Roberto D'Alimonte ha definito ragionevole compromesso il modello svedese per la riforma della legge elettorale europea. La legge in vigore in Svezia per le elezioni dell'Europarlamento , diversa dal più ragionevole sistema in vigore per le consultazioni nazionaliprevede che un candidato possa superare l'ordine di lista se il suo voto di preferenza è pari o supera il 5% dei consensi complessivi del partito. Riprendendo la simulazione sul voto del 2004, qualsiasi candidato della lista Uniti dell'Ulivo avrebbe dovuto ottenere 505.292 voti per superare l'ordine imposto dalla lista bloccata. In pratica, su 25 eletti solo Massimo D'Alema, Lilli Gruber e Michele Santoro sarebbero stati in grado di entrare in Parlamento a prescindere dalle decisioni del partito. Un ragionevole 0,12 di possibilità.

Un simile meccanismo non è un ragionevole compromesso, è l'abolizione del voto di preferenza. Porcellum bis, oppure Pörcellä.

giovedì 15 gennaio 2009

Il Pörcellä non passa

Informa Luca Sofri che l'appello di Pippo e la richiesta della caten(in)a creatasi ieri sono stati accolti. Nessun  modello svedese o belga per le preferenze. Bene così.L'introduzione di uno sbarramento avrebbe avuto senso, ma la  sostanziale cancellazione delle preferenze sarebbe stata uno scempio. Se il rimedio è peggio del male, meglio non utilizzarlo.

mercoledì 14 gennaio 2009

Brutti numeri

Il Pd pare affondare, la produzione industriale crolla in modo verticale. Mai così male dal 1991. La risposta al primo problema sta anche, se non sopratutto, qui.

martedì 13 gennaio 2009

No ai Pörcellä : Vogliamo scegliere, in Italia come in Europa

Una riforma della legge elettorale per le europee basata sull'introduzione del modello svedese o belga equivale ad una sostanziale abolizione delle preferenze. I cittadini italiani, già privati della scelta dei propri rappresentanti alle elezioni politiche, non potrebbero più decidere neppure a quelle europee.
Una simile ipotesi deve essere scongiurata, ed è necessario mobilitarsi per impedire che ciò avvenga. Il successo ottenuto da Roberto Codazzi ha dimostrato come la blogosfera possa essere efficace per cambiare le scelte politiche, e insieme a Pippo Civati abbiamo deciso di promuovere un'altra catena in difesa del diritto di scelta degli elettori alle elezioni europee.

Diciamo No ai Pörcellä in salsa svedese o belga, Difendiamo il nostro diritto di scegliere i nostri Rappresentanti. 

Formiamo una nuova catena e linkate qui sotto il vostro post di adesione

Repubblicani al ritiro

Il senatore senior dell'Ohio, George Voinovich, ha comunicato che si ritirerà nel 2010. E' il quarto repubblicano di alto livello che lascia il seggio, raggiungendo così Mel Martinez, Florida, Sam Brownback, Kansas e Kit Bon, Missouri. Le midterm tra 2 anni saranno entusiasmanti, e molto promettenti per i Democratici.

Il porcello, belga o svedese, rimane porcello

Luca  Sofri e Pippo Civati hanno polemizzato contro la possibile riforma delle legge elettorale per le europee. L'intesa tra PD e PDL si baserebbe su uno sbarramento al 4% e un voto di preferenza calcolato sul modello svedese oppure belga. Provo a simulare l'impatto che la loro introduzione avrebbe potuto avere sulle elezioni per il PE del 2004, concentrandomi sull'aspetto della selezione dei candidati. 
Il modello svedese per le elezioni politiche prevede una lista bloccata, che può essere superata solo se un candidato ottiene un voto di preferenza pari o superiore all'8% dei consensi complessivi della lista in una determinata circoscrizione. Nella Circoscrizione Nord Ovest, dove avevo votato, la lista Uniti nell'Ulivo prese 2.521.411 voti. Di conseguenza, per superare l'ordine di lista un candidato avrebbe dovuto ottenere ben 201.713 preferenze. Un simile risultato fu conseguito solo da Pierluigi Bersani e Michele Santoro, mentre gli altri eletti ottennero, prima della sequela di dimissioni, tra i 100 e i 150 mila voti di preferenza. In questo caso, solo l'ordine deciso in precedenza avrebbe garantito loro l'ingresso in Parlamento.  
Il sistema belga prevede invece la somma dei voti di lista e di quelli di preferenza, moltiplicati per il numero dei seggi (6 per l'Ulivo del 2004) e diviso per i seggi più uno, così da ottenere il coefficiente di eleggibilità. Per superare l'ordine di lista ogni candidato deve ottenere questa cifra. Nella Circoscrizione Nord Ovest delle europee 2004 il coefficiente di eleggibilità  per i candidati di Uniti dell'Ulivo era 3.287.939 voti, così che l'unico  che avrebbe potuto raggiungere questa soglia era Perluigi Bersani.  Alle 342.683 preferenze ottenute dall'ex ministro per lo sviluppo economico si sarebbe dovuto sommare il 90% dei voti totali(lista più indicazione diretta dell'elettore) per arrivare ad ottenere il coefficiente di eleggibilità utile a superare il blocco di lista, utilizzando il trasferimento dei consensi previsto dal sistema elettorale belga. Al secondo candidato, Michele Santoro, mancavano ben 2.741.665 voti per arrivare al coefficiente di eleggibilità, essendosi esauriti i voti trasferibili. A titolo di cronaca, dal 1919 al 1991 in Belgio solo lo 0,64 dei deputati è stato eletto superando l'indicazione di lista, mentre modellato sulle circoscrizione presenti alle europee questa percentuale si abbasserebbe allo o,o.

Appare evidente come sia il modello svedese che il modello belga equivalgano ad una completa abolizione delle preferenze, a meno che siano introdotte circoscrizioni molto più piccole rispetto ai 5 maxi collegi delle europee. E anche in un simile caso, molti dubbi potrebbero permanere. Di conseguenza, non si può non dare ragione a Luca quando sostiene che un simile accordo sarebbe una completa sconfessione del documento approvato dalla Direzione Nazionale del PD.  Un inciuciø da evitare.

lunedì 12 gennaio 2009

Ci riprovano?

Un lancio di agenzia informa che Pd e Pdl potrebbero trovare un accordo per riformare la legge elettorale delle Europee. L'intesa prevede l'introduzione di una soglia di sbarramento e il mantenimento delle preferenze con un meccanismo talmente astruso che equivarebbe a una loro abolizione, pena il ritorno di mali ancora peggiori. Negli Usa invece, dove i parlamentari sono eletti dai cittadini e non nominati, il gruppo democratico del Senato, critico sui troppi tagli fiscali presenti nel pacchetto di stimolo di Obama, sembra aver convinto il presidente ad accogliere alcune delle loro riserve.

venerdì 9 gennaio 2009

Buone notizie

La prima buona notizia che è arrivata dagli Usa è la procedura di impeachment approvata dalla Camera dei Rappresentanti dell'Illinois nei confronti del governatore Blagojevich. Ora spetta al Senato dello Stato processare e nel caso rimuovere il sulfureo Blago.
La seconda, ottima se non entusiasmante, è la solenne promessa fatta da Obama di rinunciare alla tortura. Il vice presidente Cheney la pensa diversamente, ma per fortuna tra 10 giorni sarà solo un brutto ricordo del passato.

Gli americani vogliono investire nell'Ambiente

Una ripresa verde. Barack Obama dovrebbe inquadrare il piano di stimolo economico nel senso di una grande modernizzazione energetica, capace di rendere la crescita duratura e sostenibile. Nel sondaggio condotto per Politico da HartResearchGroup il 66% degli intervistati ritiene che per essere efficace lo stimolo economico dovrebbe prevedere importanti investimenti  per rendere gli Usa una Nazione leader nel campo delle energie alternative. Solo la regolazione dei mercati finanziari è indicata come misura economica più efficace, un evidente contraccolpo della crisi di Wall Street. Una consapevolezza ambientale così diffusa da superare perfino il paradigma della riduzione generale delle tasse, ritenuto efficace solo dal 50% del campione.

Obama apre ad Hamas?

Retroscena del Guardian - affidabile ma non sicuramente vero - sui futuri rapporti tra l'Amministrazione Obama e Hamas. 
Secondo il quotidiano inglese, "There is no talk of Obama approving direct diplomatic negotiations with Hamas early on, but he is being urged by advisers to initiate low-level or clandestine approaches, and there is growing recognition in Washington that the policy of ostracising Hamas is counter-productive. A tested course would be to start contacts through Hamas and the US intelligence services, similar to the secret process through which the US engaged with the PLO in the 1970s. Israel did not become aware of the contacts until much later." Si profilano dunque contatti e rapporti simili a quelli intercorsi con l'OLP di Arafat negli anni '70. Secondo l'esperto liberal Steven Clemons, l'isolamento di Hamas finirà e ci sarà un coinvolgimento dell'Europa simile alle discussioni multilalaterali adottate per la vicenda dell'atomica iraniana:"Secret envoys, multilateral six-party talk-like approaches. The total isolation of Hamas that we promulgated under Bush is going to end," said Steve Clemons, the director of the American Strategy Programme at the New America Foundation. "You could do something through the Europeans. You could invent a structure that is multilateral. It is going to be hard for the neocons to swallow," he said. "I think it is going to happen."

giovedì 8 gennaio 2009

Lo scandalo di Malpensa/Alitalia/Air France è il tradimento del Nord

La vicenda della privatizzazione di Alitalià entrerà negli annali come uno dei più clamorosi episodi di mala politica. Il conto che Berlusconi ha presentato agli italiani per la sua campagna elettorale è molto salato. 4 miliardi di euro gettati al vento, mentre l'economia entrava nella peggiore recessione degli ultimi decenni, e Alitalia venduta ai francesi, con annessa plusvalenza agli industriali amici.7 mila lavoratori hanno perso il loro posto di lavoro, e molti altri sono minacciati dalla strategia pro Fiumicino di Air France. Infine, come ultima beffa, l'aeroporto di Malpensa e le ragioni del mondo produttivo settentrionale irrise da Italo Bocchino, uno dei peggiori esempi del clientelismo meridionale. E' difficile trovare una sintesi migliore rispetto a quella trovata dal parlamentare democratico Daniele Marantelli :"Questo è il tradimento del nord. Il deputato del Pd Daniele Marantelli, oggi, non ha dubbi. E’ una sconfitta politica bruciante per il centrodestra del nord, con conseguenze rilevanti per i lavoratori, ed è anche una pugnalata che Berlusconi infligge all’Italia, tarpando le ali alla parte più dinamica del paese".

Mah

Notizie che lasciano perplesso, in ogni senso. In Europa si deve parlare di questo, e il PD deve muoversi in questa direzione, perchè gli altoforni chiudono, come diceva Manciulli.

martedì 6 gennaio 2009

Gaza: piccola, ma sostanziale, differenza di Obama

Il presidente eletto Barack Obama interviene sul conflitto tra Israele e Hamas che sta sconvolgendo la Striscia di Gaza. Le dichiarazioni di Obama non introducono particolari, e non realistiche, novità. 

"I’m very concerned with the conflict taking place there," Obama said. "I’m monitoring the situation on a day to day basis.

"The loss of civilian life in Gaza and in Israel is a source of deep concern to me, and after January 20th I’ll have plenty to say about the issue."

Obama said he was "not backing away at all from what I said during the campaign" and that "starting at the beginning of our administration, we’re going to engage effectively and consistently in trying to resolve the conflict in the Middle East."


Il presidente eletto ha però sottolineato il dolore e le preoccupazioni per le vittime cadute su entrambi i lati del conflitto, per la cui risoluzione promette un impegno significativo nei prossimi mesi. Mi pare un buon segnale, che segue le molte scelte promettenti che la nuova Amministrazione sta compiendo.

Il Senatore di New York

La nomina di Hilllary Clinton alla Segreteria di Stato consentirà al Governatore di New York, l'afro-americano David Paterson, di scegliere il suo sostituto nel seggio di senatore junior dello Stato. La procedura non è esattamente coerente con la legittimità democratica che permea le istituzioni statunitensi, ma è sicuramente in linea con il ruolo disegnato dalla Costituzione Usa per il Senato. PPP, ottimo istituto di tendenza democratica uscito ottimamente dalla lunga stagione elettorale - erano stati i primi a segnalare le chance dei Dems in North Carolina - rileva  il dimezzamento dei consensi di Caroline Kennedy, e chi non ama la tradizione dinastica dei politici americani apprezzerà sicuramente la notizia. Peccato solo che a beneficiare delle difficoltà demoscopiche della figlia di JFK sia il figlio di Mario Cuomo, Andrew. Ma almeno lui è stato eletto nel suo attuale incarico, Attorney General dello Stato.

lunedì 5 gennaio 2009

Panetta alla Cia

Leon Panetta è il nuovo direttore della CIA. Panetta è stato Chief of Staff di Bill Clinton durante il suo primo mandato, oltre a essere stato Rappresentante del sedicesimo distretto della California, che comprende principalmente la città di San Josè. 

59

Forse, ma sottolineo forse, Al Franken ha vinto in Minnesota. A 2 MESI dalle elezioni, il recount e le conseguenti contestazioni di fronte ai giudici sembrano aver tolto la vittoria  al repubblicano Coleman. Con il successo di Franken il gruppo democratico al Senato sarà composto di 59 membri, ad un solo voto dalla maggioranza a prova di ostruzionismo.

Il silenzio su Gaza?

Obama tace, per il momento, su Gaza. Il silenzio sarà interrotto, ma il miglior suggerimento su ciò che dirà  è stata fornito da Bill Clinton durante il primo evento che l'ex presidente fece in appoggio a Barack Obama.  

 This economy cannot stand another 2 million people having their homes foreclosed on next year, and Barack Obama will do something about it. But the point is, he’s going to have to worry about that, about our energy policy, about our healthcare policy. Now, Senator Obama has spoken a lot about how we ought to relate to the world, and, yes, he’ll get out and travel some in the first year, and we should want him to do it, but he is going to have to be really focused on fixing this economy.


Per quanto la situazione della striscia di Gaza sia grave, la priorità dell'Ammistrazione è l'economia, e l'incontro odierno di Obama con la Pelosi ne è un ulteriore esempio.



domenica 4 gennaio 2009

Tim Kaine nuovo chairman del DNC

Il governatore della Virginia Tim Kaine diventerà il nuovo leader del Democratic National Commmitee. L'indicazione è arrivata dal presidente Obama, e sarà confermata formalmemente dai membri del DNC. Kaine succede ad Howard Dean, alla guida del partito a livello nazionale dal 2005. 
Il governatore della Virginia, che era entrato nella short list per il posto da VP poi occupato da Joe Biden, è stato uno dei più convinti sostenitori della campagna di Obama. Kaine fu uno dei primi leader democratici a schierarsi per l'allora senatore junior dell'Illinois, e il suo impegno è stato decisivo per la schiacciante vittoria  di Obama nelle primarie della Virginia, poi culminata nel primo successo democratico nello Stato alle elezioni presidenziali dal 1964. 

Tim Kaine sarà Governatore della Virginia fino alla conclusione del 2009, perchè l'Old Dominion prevede un termine unico per la guida del potere esecutivo. Uno dei favoriti alla sua successione è il clintoniano Terry McCauliffe, che guidò il partito prima di Howard Dean, e che ha annunciato da tempo la sua candidatura alle primarie dello Stato che si svolgeranno il 9 giugno.

Bill Richardson rimane in New Mexico

Il governatore del New Mexico, Bill Richardson, non entrerà nell'Amministrazione Obama. Richardson, designato dal Presidente eletto come prossimo Segretario al Commercio, ha rinunciato all'incarico a causa di un'inchiesta che però non lo coinvolgerebbe direttamente. Bill Richardson, ex Ambasciatore all'Onu e Segretario all'Energia nell'Amministrazione Clinton, era la nomina più significativa di un esponente della comunità ispanica, una lacuna che Obama cercherà sicuramente di colmare. 

Questa è la dichiarazione di Obama 

It is with deep regret that I accept Governor Bill Richardson's decision to withdraw his name for nomination as the next Secretary of Commerce.Governor Richardson is an outstanding public servant and would have brought to the job of Commerce Secretary and our economic team great insights accumulated through an extraordinary career in federal and state office. It is a measure of his willingness to put the nation first that he has removed himself as a candidate for the Cabinet in order to avoid any delay in filling this important economic post at this critical time. Although we must move quickly to fill the void left by Governor Richardson's decision, I look forward to his future service to our country and in my administration.


Sorpresa

Paul Krugman e e Gregory Mankiw sono due economisti eccellenti che, pur partendo da una comune base Keynesiana, divergono profondamente nella sua applicazione politica. Mankiw è ormai diventato parte dell'establishment repubblicano, mentre il premio Nobel 2008 è un fervente (social)democratico. Le loro analisi sulle prospettive del partito repubblicano, uscito molto ammaccato dopo l'apparente trionfo del 2004, convergono. L'eccellente editoriale di Krugman è un controcanto più accurato, e polemico, al breve post di Mankiw dedicato alle elezioni del 2008. Se il Gop non abbandona, o quantomeno tempera, il conservatorismo culturale da angry white men, i gruppi sociali più dinamici, giovani laureati e immigrati, forniranno probabili maggioranze plurali ai Democratici. La Politics of Rage di  George Wallace, sfruttata da Nixon e reinterpretata da Reagan, Gingrich e Bush figlio, è stata seppellita dal quarto di elettori americani che non sono bianchi. Una percentuale che crescerà costantemente nei prossimi anni. 

PS: Sarah Palin è stata la ridicola macchietta che ha degnamente concluso un triste periodo della politica a stelle strisce. Solo un'altrettanto ridicola politica poteva prenderla ad esempio.

La Brianza che cambia

In Brianza, cuore dell'economia lombarda, i recenti fenomeni migratori stanno contribuendo ad un cambiamento positivo della struttura produttiva. Come da lancio di agenzia 

(AGI) - Milano, 2 gen. - Piu' Mohamed che Brambilla: con 178 attivita' aperte contro 174, i primi hanno superato i secondi nella classifica dei cognomi piu' diffusi tra gli imprenditori in Brianza stilata dalla Camera di commercio di Monza su dati Infoimprese. Anche i Fumagalli, con 134 ditte individuali, devono cedere il passo agli stranieri, un esercito di 3.000 imprenditori tra i quali Mohamed e' il cognome piu' diffuso

Qualsiasi forza politica, in particolare quelle che si definiscono progressiste, non possono non rappresentare queste persone.

USA 2012

Da oggi il blog cambia nome. Il cuore e la mente stanno già correndo verso le midterm del 2010 e le presidenziali del 2012, quando si capirà se il ciclo progressista iniziato nel 2006 avrà un carattere temporaneo o strutturale. Per sapere se Barack Obama sarà riconfermato basterà comunque guardare ai vari indici di approvazione del suo operato. Se saranno sotto il 40% il 44esimo presidente dovrà affrontare una sfida quasi impossibile, se invece poco meno della maggioranza degli americani sarà soddisfatta delle sue azioni la sproposita forza economica mostrata in questo ciclo elettorale e l'incredibile macchina organizzativa costruita in questi 2 anni dovrebbero essere da sole di garantire anche una striminzita riconferma. Per ora, comunque, i valori  di Obama sono stellari. La politica americana non si esaurisce nella competizione presidenziale, e come fatto in questi mesi cercherò di approfondire tematiche o analisi che si possono leggere solo sui migliori media americani. Il blog inizierà anche ad interessarsi maggiormente di politica italiana, letta prevalentemente in chiave elettoralistica, e sempre dal lato DEMOCRATICO. A partire da settimana prossima posterò un po' di analisi su elezioni europee e sopratutto tedesche, visto che nel 2009 la Germania rinnoverà il proprio Parlamento.