giovedì 31 dicembre 2009

Ciao 2009


Grazie a Phastidio, al quale vanno i miei più cari auguri.

martedì 29 dicembre 2009

Sondaggi di dicembre

Nel mese di dicembre sono usciti solo 3 indagini sulle intenzioni di voto, tutte successive all'aggressione subita da Berlusconi, realizzate da Ipsos, Digis ed Euromedia Research. Gli istituti hanno rilevato valori simili per le due più grandi formazioni politiche del nostro Paese, con il PDL poco sopra il 39 e il PD tra il 29 e il 30%. Cambiano i valori della Lega Nord, stimata da Digis all'11% mentre le altre due case demoscopiche hanno rilevato il partito di Bossi intorno al 9%. Intorno all'1% la Destra assieme al movimento di Lombardo, mentre nel centrosinistra IDV è in calo intorno al 7%, con S&L vicina al 2 e Radicali su simili valori. Stabile l'UDC intorno al 6. Termometro Politico ha inoltre proposto una revisione dei sondaggi di Ipsos e Digis stimata sull'errore di campionamento riscontrato nelle ultime europee.


Cambia ovviamente il dato del PDL, mentre gli altri rimangono sostanzialmente vicini, con una curiosa eccezione del MPA/Destra, praticamente ignorata da Ipsos a inizio 2009.

lunedì 28 dicembre 2009

Yemen, Yemen

Un'intervista e un paper di tre studiosi specialisti dello Yemen. Da leggere

domenica 27 dicembre 2009

Iran in rivolta

Nuovi scontri a Teheran. Diretta degli eventi qui in Italia e dal solito, impagabile Andrew Sullivan

sabato 26 dicembre 2009

giovedì 24 dicembre 2009

Quello che i lberal non capiscono

Una storia molto italiana. Critiche su critiche, cinismo e indifferenza verso una riforma che è comunque il più importante successo progressista degli ultimi 40 anni. Perfettibile, rivedibile, per certi versi insufficente ma che offre una copertura sanitaria a più di 30 milioni di persone che non se la potevano permettere.

Il Senato approva

La riforma sanitaria, il più significativo intervento sociale del governo americano dai tempi dell'Amministrazione Johnson, è stata approvata dal Senato degli Stati Uniti.

martedì 22 dicembre 2009

I meriti della riforma

Mentre buona parte della blogosfera liberal tuona contro la riforma sanitaria, alcuni esempi di persone vere che saranno beneficiate dal testo approvato dal Senato

Giuliani si ritira ancora

Rudy Giuliani non correrà per il seggio di junior Senator di New York, attualmente rappresentanto dalla democratica Gillibrand. L'ex sindaco di NYC godeva di un buon vantaggio nei sondaggi condotti fino ad ora. La natura liberal dello Stato e l'attuale posizionamento politico di Giuliani, molto più a destra rispetto ai tempi dell'amministrazione della Big Apple, hanno sconsigliato una corsa molto costosa e con non troppe speranze. A meno di clamorosi flop, un seggio sicuro per il DSCC.

Obama cresce negli Stati

L'aggiornamento mensile di Survey Usa sull'approvazione di Obama porta buone notizie per il presidente. Negli swing states Missouri e Virginia Obama cresce di 7 punti, negli Stati a tendenza democratica il miglioramento è più contenuto, tra i 2 e i 4 punti. I numeri di SUSA lontani dalle elezioni si confermano sempre un po' ballerini, ma l'inversione del trend è un segnale positivo per la Casa Bianca.

lunedì 21 dicembre 2009

Il Senato vota il primo sì

Il primo sì alla mozione procedurale è arrivato. 60 a 40, nessun repubblicano a favore. Ultimo voto previsto per la vigilia di Natale, per il cenone.

domenica 20 dicembre 2009

Senato e Camera 2010

Secondo Tom Jensen i seggi competitivi nelle senatoriali 2010 saranno i seguenti

  • Missouri, Kentucky, New Hampshire, Florida, Ohio, North Carolina e Louisiana tra quelli detenuti dai repubblicani
  • Illinois, Delaware, Arkansas, Colorado, Connecticut, Nevada e Pennsylvania tra quelli in mano democratica. Potenzialmente anche New York e North Dakota, se gli unici candidati competitivi del Gop, Giuliani e Hoeven,decidessero di correre.

Il clima nazionale determinerà un eventuale incremento della maggioranza democratica, possibile analizzando le corse ma molto improbabile in queste fase di recessione economica, oppure un consistente avanzamento del Gop. Riguardo alla Camera, gli attuali sondaggi rilevano una riduzione del vantaggio dei Dems nel voto generico per la House, Rasmussen Reports a parte che invece registra un consistente margine a favore del Gop. Una brutta notizia per i democratici è il quarto ritiro consecutivo di un rappresentante che proviene da un distretto repubblicano alle presidenziali. La buona notizia, forse più importante per evitare una poderosa strategia d'attacco del Gop, è il netto vantaggio nel fundraising del DCCC. Nel fundraising per il Senato invece sono in vantaggio, seppur di molto poco, i repubblicani.

I colpiti dalla crisi e le possibilità del PD

Pippo rimarca ancora una volta la questione giovanile, il gruppo più colpito dalla recessione.


Il sondaggio IPSOS di fine novembre rileva come i giudizi più negativi sulla congiuntura economica si concentrino tra giovani, disoccupati,laureati ed impiegati. Sono segmenti sociali, specie i primi due, dove il PD ha le difficoltà maggiori, nonostante la recente crescita nei sondaggi.L'alternativa si costruisce partendo da qui.

La nuova diplomazia ambientale

Il vertice di Copenaghen è stato per molti aspetti deludente, ma si è verificato un mutamento profondo. E' stato probabilmente l'ultimo meeting dove è stato preponderante, ma al solito infruttuoso, il ruolo dell' UNFCCC, la Convenzione Quadro dell'ONU. L'accordo di Copenaghen, incompleto e criticabile, ha finalmente coinvolto i soggetti che inquinano il pianeta. UE e un'altra dozzina di Stati sono responsabili dell'85% delle emissioni clima alteranti, e finalmente si è trovata un'intesa per contrastare insieme questo fenomeno, superando l'antiquata e ormai improponibile divisione tra Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo che aveva bloccato il Trattato di Kyoto. Sicuramente ci vorrebbe di più, ma se si pensa che solo fino all'anno scorso Stati Uniti e Cina, i maggiori Paesi inquinanti, erano fermamente contrari a qualsiasi impegno di riduzione delle emissioni serra, fino a negare l'esistenza del global warming, il passo in avanti è indubbio.

sabato 19 dicembre 2009

Arriva la riforma sanitaria

Con il sostegno di Ben Nelson i Democratici hanno ora i 60 voti per approvare la riforma sanitaria al Senato. Votata la mozione di chiusura dell'ostruzionismo, il testo dovrebbe essere licenziato prima di Natale. Unificare i progetti di legge di Camera e Senato non sarà semplice, ma la via sembra ormai tracciata, anche se qualche sbandata prima del traguardo è ancora possibile.

Americani contro il global warming

Il sondaggio del Washington Post mostra come una netta maggioranza degli americani sia favorevole ad un intervento del governo per la riduzione delle emissioni clima alteranti.



Ci sono risultati più contradditori, ma un consenso così vasto - una maggioranza è presente anche in caso di aumento dei costi energetici per le famiglie fino a 25 dollari al mese - in un momento di recessione è comunque sorprendente.

Mezz'accordo

L'intesa raggiunta a Copenaghen non sembra entusiasmante.

venerdì 18 dicembre 2009

Obama in leggera ripresa

Nel tracking quotidiano di Gallup Obama è al 52%, ma i valori più positivi arrivano da due sondaggi statali di PPP e Rasmussen Reports. Il primo istituto utilizza lo screening degli elettori registrati, mentre RasRep ha un campione di likely voters. Per PPP Obama è al 48% di approvazione in North Carolina, mentre in Missouri Rasmussen registra il 47%. Sono due risultati distanti poco più di un punto da quanto ottenuto da Obama alle urne. Una proiezione nazionale basata su queste indagini sarebbe più vicina ai valori del tracking quotidiano di Gallup rispetto a quello di Rasmussen, che rileva l'approvazione del presidente al 44%.

giovedì 17 dicembre 2009

Il Palpatine del Senato


L'influenza nefasta di Joe Lieberman sul Senato americano assomiglia a quella di Palpatine sul Senato Galattico di Guerre Stellari.
Jon Stewart, invece, trova un altro paragone per l'orribile Joe

Riforma sanitaria senza public option

Dopo aver ucciso la public option - non era comunque il solo - e l'espansione di Medicare agli over 55 Joe Lieberman ha confermato il suo appoggio alla riforma sanitaria. Il senatore junior del Connecticut non è uomo di parola, però ora che la public option è morta e la base liberal è infuriata dovrebbe mantenere la sua attuale posizione. Al di là dei dubbi di Ben Nelson, e del possibile appoggio di Olympia Snowe, che già aveva sostenuto il testo della commissione Finanze, la riforma sanitaria dovrebbe comunque andare in porto, tra incredibili fatiche e infinite polemiche. Non ultima, la polemica contro l'obbligo di assicurazione e la tentazione di far fallire il progetto di legge. Prooposta popolare tra i blog, molto meno tra Camera e Senato dove una simile ipotesi viene giustamente non considerata per evitare uno tsunami elettorale tra meno di 1 anno. La sinistra americana ha ottenuto una significativa espansione di Medicaid, e una copertura quasi universale della popolazione. E' molto, anche se fare di più era possibile e una conduzione migliore da parte della Casa Bianca avrebbe giovato.

Non parlare (del) Male

John Judis spiega ad Obama come la metafora del male per giustificare la guerra sia foriera di conseguenze catastrofiche. Un passo falso del presidente nel suo discorso alla consegna del Nobel per la Pace.

lunedì 14 dicembre 2009

Agli italiani non interessano Berlusconi e Tartaglia


Il sondaggio Ipsos- Sole 24 ore pubblicato una decina di giorni fa evidenzia molto bene le priorità dell'agenda politica del nostro Paese. L'aggressione al presidente del consiglio è stato un fatto grave, ma i veri problemi dell'Italia sono altri.

domenica 13 dicembre 2009

Più di 3 mila idioti

La pagina di Massimo Tartaglia, l'aggressore di Berlusconi, ha già più di 3.500 idioti che si proclamano fan. Davvero non riesco a capire, sinceramente, come si faccia ad essere così scemi.

L'impopolarità dei democratici e di Obama 2

Obama non è un presidente popolare, ad un anno dall'inizio del suo mandato. I numeri delle persone che disapprovano il suo operato sono strettamente legati al numero dei disoccupati, cresciuti di circa 2% nel corso della sua Amministrazione. Facendo una correlazione tra il tasso di disoccupazione e la media del tasso di disapprovazione, si ottiene una correlazione del 99%.

Si può visualizzare questa situazione col seguente grafico.


Anche altri presidenti, il cui mandato è stato contrassegnato da una recessione, hanno subito un simile andamento. Ecco due presidenti rieletti con ampio margine ma che hanno subito una drastica riduzione del loro consenso dopo la vittoria nazionale.
REAGAN

CLINTON


L'economia, e in particolar modo il tema dell'occupazione, è sempre decisivo. Banale, ma necessario ripeterlo.

L'impopolarità dei democratici e di Obama 1

L'ottimo sondaggio di Ann Selzer per Bloomberg permette alcune valutazioni sull'attuale impopolarità - relativa - di Obama e dei democratici. L'approvazione del presidente è in realtà al 54%, superiore rispetto alle altre rilevazioni, ma il voto generico per il Congresso rileva i repubblicani incollati tra gli elettori registrati, e davanti di 4 punti tra i likely voters. Obama ottiene i valori peggiori nella gestione del deficit e del salvataggio di Wall Street. I programmi di spesa più impopolari dell'Amministrazione sono per l'appunto i bail-out, in particolare quello finanziario che viene ritenuto giustificato e dovrebbe essere aumentato solo dall'11% del campione. I salvataggi delle grandi istituzioni finanziarie sono giudicate una cattiva idea dall'ampia maggioranza degli intervistati, il 64%.



Gli americani sostengono una più stretta regolamentazione dei mercati finanziari, una buona notizia per la riforma approvata l'altro giorno dalla Camera. Per i democratici ci sarebbe ampio spazio politico per farne un tema di campagna elettorale. La posizione dei repubblicani, no a nuove regole ma sì ai fallimenti, è sostanzialmente il medesimo atteggiamento dell'Amministrazione Bush che è stata poi costretta ad approvare il controverso e molto impopolare Piano Paulson.

venerdì 11 dicembre 2009

Obama come Reagan

La traiettoria della presidenza Obama inizia ad assomigliare molto a quella dell'idolo dei conservari, Ronald Reagan. Vittoria netta contro un presidente molto impopolare, una luna di miele subito interrotta da una grave crisi economica. La contrazione dell'approvazione è molto simile, e se l'associazione può essere positiva in ottica 2012, la netta sconfitta subita dai repubblicani nel 1982 non lascerebbe molte speranze ai democratici per le prime midterm dell'era Obama.

Atei con Obama, i più religiosi contro

Negli Usa chi è molto religioso vota tendenzialmente repubblicano, mentre i senza fede sono molto più inclini verso i Democratici. Gallup chiarisce come la religiosità sia predittiva sopratutto per l'elettorato bianco. Tra i più religiosi i repubblicani hanno 34 punti di vantaggio sui democratici, mentre tra gli atei la situazione si inverte e i liberal hanno un margine di 28 punti. Gli indipendenti sono costanti, anche se crescono al diminuire della fede. Tra le minoranze etniche la situazione cambia: tra gli afro-americani la religiosità non conta, mentre tra gli ispanici i più religiosi tendono ad essere più repubblicani, ma le differenze sono minime e all'interno del margine di errore statistico.

giovedì 10 dicembre 2009

Costruire una pace giusta e durevole

L'intervento di Obama alla cerimonia del Premio Nobel per la Pace 2009.

Riforma sanitaria ancora incerta

L'accordo al Senato non è la parola fine ai travagli democratici. Un mezzo no da Lieberman e Snowe, mezzo sì da Nelson, Landrieu e Lincoln, non contando qualche mal di pancia liberal. Il sì del Senato è vicino , però non ancora sigillato.

mercoledì 9 dicembre 2009

Accordo al Senato

Raggiunto l'accordo tra i senatori democratici. Scompare la public option e si ripropone il meccanismo del grilletto per azionarla, ma c'è l'espansione di Medicare e la conferma di quella di Medicaid. Il trigger sembra discreto - offerta di piani assicurativi non profit forniti dalla compagnie private sul modello delle assicurazioni dei dipendenti federali - e la copertura pubblica sostanzialmente immutata rispetto alla precedente versione. La riforma sanitaria vede il traguardo.

martedì 8 dicembre 2009

Il PD e il Csx perdono tra i giovani

L'ultimo sondaggio Ipsos - Sole 24 ore rileva il Partito Democratico al 31%, un valore prossimo al 33% raggiunto alle politiche se si considera il distacco dei Radicali prima e ora di Rutelli, valutati attorno all'1% a testa. Il 31 è distribuito in modo disomogeneo rispetto all'età anagrafica del campione. Sotto i 45 anni il PD è sotto al 31%, la linea blu del grafico, mentre nelle fasce d'età più mature il Partito Democratico supera anche con un buon margine il valore attuale assegnato da Ipsos.


Il secondo grafico illustra i segmenti nei quali il PD è in deficit - quelli più giovani, in rosso - e le fasce d'età, quelle mature, dove la formazione di Bersani ottiene risultati migliori, in verde. Nei nati tra il 1965 e il 1979 il PD perde ben 7 punti rispetto al 31% rilevato da Ipsos.
Il problema del PD nelle fasce d'età più giovani è decisivo, almeno secondo Ipsos. Nei segmenti di voto nati prima del 1965, il principale partito d'opposizione è sostanzialmente appaiato al PDL, mentre l'attuale divario registrato a livello nazionale, 7 punti percentuali, 38 a 31, è scavato per lo più dagli elettori nati dopo il 1965.



Un problema che persiste anche nelle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, sempre secondo Ipsos. Sommando i valori del PDL a quelli della Lega Nord, e quelli del PD a IDV e S&L più Rifondazione - non corretto, ma Ipsos non fornisce i valori singoli delle due forze di sinistra radicale, così come di altre partiti minori possibili alleati del PD - si nota la stessa situazione del precedente grafico. Il centrosinistra è competitivo con la coalizione di Berlusconi nel segmento più maturo del voto, tra i 45 e 60enni è avanti anche se di un solo punto, mentre è indietro tra gli under 30, e affonda tra chi ha 31 e 45 anni.

La spaccatura dei repubblicani

Secondo Rasmussen il movimento dei Tea Parties, legato all'anima più conservatrice del Gop, potrebbe ottenere più consenso dei repubblicani. L'ultimo sondaggio dell'istituto rileva i Democratici al 36%, il Tea Party al 23% e il Gop al 18%. Il Tea Party otterebbe il primo posto nell'elettorato conservatore, e supererebbe i repubblicani tra i moderati, dove i Dems sono maggioritari.
Rasmussen Reports è l'istituto con i numeri più favorevoli per i repubblicani. Nelle intenzioni di voto per la House, il Gop avrebbe il 43,5% contro il 37,6% secondo Rasmussen. La media Pollster senza Rasmussen è invece 48.1 per i Democratici contro 41.4 per il Gop. I dati sono ottenibili utilizzando i Filter Results di pollster.com.

lunedì 7 dicembre 2009

Obama sempre più giù

Gallup rileva Obama al 47%, il punto più basso della sua presidenza. La scivolata è costante e i pessimi numeri di Survey Usa non sono molto lontani. A dicembre il tasso medio di approvazione è il 50%. Valori così bassi nel primo anno di presidenza erano stato ottenuti solo da Reagan e Clinton, entrambi eletti nel mezzo di una recessione, meno grave di quella attuale. Entrambi poi comodamente rieletti.
Obama ottiene l'approvazione dell'83% dei democratici - valore abbastanza positivo - del 42% degli indipendenti - abbastanza mediocre - e solo del 14% dei repubblicani - abbastanza difficile fare peggio.

Vince Basescu

Il comitato elettorale centrale della Romania ha annunciato che al 99,13% dello spoglio l'attuale presidente Basescu, di centrodestra, ha il 50,37% dei voti contro il 49,62% dello sfidante socialdemocratico Geana.

domenica 6 dicembre 2009

Elezioni al fotofinish in Romania

Peccato davvero non sapere il rumeno. Se ho capito bene, secondo il centro destra ha vinto il loro candidato, l'attuale presidente Basescu. Per i socialdemocratici ha invece vinto il loro esponente Geana. L'ultimo annuncio è del vice presidente del partito di Basescu, secondo il quale al 99% dello spoglio l'attuale presidente vincerebbe 50,03 a 49,97, con 18 mila voti di vantaggio. Notte molto lunga a Bucarest

Trionfo di Morales

Evo Morales è stato riconfermato presidente della Bolivia con oltre il 60% dei voti secondo i primi exit poll. Morales diventa così il primo Capo di Stato eletto per un seconda mandato. Netta maggioranza per il partito del presidente, Movimento per il Socialismo, sia alla Camera che al Senato.

Secondo exit poll Romania

In testa il candidato progressista, Geoana. Il secondo exit poll rileva un margine ridotto, 50,7 a 49, 3. Bisognerà aspettare i voti veri

In Romania vince la Sinistra

Secondo il primo exit poll della TV rumena, il candidato socialdemocratico Mircea Geona sarebbe in testa col 50,8% dei voti contro il 49.2% dell'attuale presidente, Traian Basescu.

PD cresce in tutt'Italia, PDL forte al Sud




Il sondaggio Ipsos - Sole 24 Ore permette di valutare la distribuzione geografica del consenso dei partiti, un elemento molto importante in ottica elezioni regionali. Nella tabella sotto sono stati inseriti i valori attuali dei due partiti principali, rilevati da Ipsos a fine novembre, con i risultati conseguiti da PD e PDL alle europee e alle politiche 2008. I dati sono suddivisi in cinque zone: Nord Ovest, Nord Est (Triveneto), Regioni Rosse, Centro Sud - Lazio, Abruzzo, Campania e Molise - e le altre regioni meridionali più le isole.



Il Partito Democratico è in risalita. A livello nazionale il PD è tornato sopra il 30%, e sommando Radicali e la nuova formazione rutelliana si arriva al 32,3, un valore molto vicino al 33% conseguito alle politiche. Il PD cresce in modo omogeneo per lo più a discapito delle formazioni alla sua sinistra, e raggiunge in 4 macro regioni su 5 i risultati conseguiti alle europee. L'unica zona dove sconta ancora una notevole difficoltà a recuperare è il Centro Sud. Sembra esserci ancora un effetto negativo legato alla Campania, che beneficia il PDL. Il partito di Berlusconi ottiene proprio nell'area centro meridionale il suo risultato migliore secondo Ipsos, probabilmente grazie all'impegno sui rifiuti campani e alla gestione del terremoto abruzzese. Come rimarcava il prof.D'Alimonte, la cassaforte dei voti del PDL si trova sotto Roma, mentre al Nord il partito è sostanzialmente stabile rispetto alle politiche 2008. In ottica regionali sembra determinante il ruolo dell'UDC, in particolare al Sud dove il partito di Casini è al 10% e potrebbe spostare alcune regioni - Calabria e Puglia - con la sua scelta.

sabato 5 dicembre 2009

Spd e la Die Linke iniziano ad avvinarsi

Lothar Bisky, figura storica della PDS prima e ora della Linke, parla apertamente di una possibile fusione tra il suo partito e la socialdemocrazia tedesca nei prossimi anni, anche se ha rimarcato come forse questo progetto spetterà ad una prossima generazione. Il riavvicinamento tra la Spd e la Sinistra tedesca si è appena verificato in Brandeburgo, dove il presidente Platzeck ha scaricato la Cdu formando una nuova maggioranza con la Linke. La rivelazione che un membro del parlamento regionale appartenente all'ex PDS lavorava con la Stasi ricorda come questo percorso sia molto difficile e accidentato.
Gli ultimi sondaggi rilevano una Spd sui valori delle politiche, una leggera ripresa dopo l'arretramento demoscopico subito dopo la disfatta delle federali.

Elettori bianchi molto più motivati

Settimana scorsa Nate Silver aveva notato come nel sondaggio di R2K per Daily Kos la composizione demografica dell'elettorato più propenso al voto era sproporzionatamente bianca. Questa settimana se possibile è ancora peggio, visto che nel campione di R2K i bianchi compongono l'81% dei votanti sicuri o probabili, i neri l'8,05%, gli ispanici il 9,1% e gli altri solo l'1,9%. Nelle midterm 2006 l'elettorato era composto al 79% da bianchi, 10% afro-americani, 8% latinos, 2% asiatici e 2% altri. Negli ultimi c'è stato un forte declino del voto bianco e una corrispondente crescita delle minoranze etniche, in particolare gli ispanici.

Secondo il tasso di cambiamento demografico riscontrato nelle ultime presidenziali e midterm i bianchi dovrebbero essere il 76% dell'elettorato del 2010. Attualmente lo scenario sembra molto diverso, e di conseguenza le prospettive dei Democratici sono abbastanza peggiorate.

Giovani ancora con Obama

Gli under 30 americani approvano l'operato del presidente con ampio margine, 58 a 39, un valore positivo ma inferiore rispetto al 66% del consenso ottenuto alle presidenziali. Più preoccupante è il mancato apprezzamento per le politiche messe in campo da Obama. I giovani statunitensi vogliono la public option ma non approvano l'operato del presidente sulla riforma sanitaria.
Netto contrasto alla guerra in Afghanistan. I 2/3 degli under 30 americani è contro l'invio di 30 mila nuovi soldati a Kabul.

venerdì 4 dicembre 2009

Il discorso sull'Afghanistan ha funzionato

L'elettorato democratico ha apprezzato l'intervento di Obama, e nel nuovo sondaggio Gallup una maggioranza, il 58%, appoggia l'invio di altri 30 mila soldati nel conflitto afgano. I valori sono abbastanza simili anche tra indipendenti e repubblicani.

C'è il rischio però di un rimbalzo demoscopico. La domanda sul 2011 come possibile inizio del ritiro chiarisce il posizionamento dell'elettorato americano. Il 62% dei democratici è favorevole alla timetable del 2011 o vorrebbe ritirare le truppe prima, una posizione condivisa dalla pluralità degli indipendenti, il 49%. Il 72% dei repubblicani reputa invece che il 2011 sia troppo presto per riportare le truppe a casa.

giovedì 3 dicembre 2009

I matrimoni gay più popolari di Obama

L'elettorato repubblicano preferisce i matrimoni omosex rispetto alla presidenza di Obama. I dati vengono dai sondaggi condotti prima del referendum sul Maine. Per i democratici vale l'opposto, e per questo è spiegata la sconfitta dei matrimoni gay nello Stato del New England.

Repubblicani molto più entusiasti

R2K, il sondaggista di Daily Kos, ha rilevato che i Democratici, nonostante l'attuale vantaggio per la Camera, corrono un enorme rischio. Gli elettori repubblicani al momento sono molto più propensi al voto, 81 a 14, contro una base democratica così fredda da sfiorare il gelo polare, 56% a 40%. Un anno è un periodo di tempo molto lungo, ma senza un'inversione di tendenza i rischi saranno enormi per il partito del presidente.

mercoledì 2 dicembre 2009

Obama inizia a crollare sull'Afghanistan

In pochi mesi l'approvazione di Obama sull'Afghanistan è crollata. Dal 56% di luglio al 35% di fine novembre, il tema di gran lunga meno apprezzato dell'attuale Amministrazione democratica.

martedì 1 dicembre 2009

Arriva il disastro per Obama?

L'approvazione di Obama in 9 Stati, alcuni molto liberal come California e New York, altri iper conservatori come Alabama e Kansas. I valori rilevati da SurveyUsa sono tragici per il presidente: una contrazione di 9/10 punti rispetto alle presidenziali negli Stati vinti da Obama. California 61/53, New York 62/53, Washington 57/47, Virginia 53/37. Facendo una proiezione a livello nazionale, il tasso di approvazione del presidente sarebbe sotto al 45% tra gli adulti, non tra i (dubbiosi) likely voters di Rassmussen. SurveyUsa è uno dei sondaggisti più affidabili nelle competizioni elettorali, mentre è lo è un po' meno quando le urne son lontane. Se hanno però registrato una tendenza in anticipo rispetto agli altri, si aspettano tempi durissimi per l'Amministrazione e la maggioranza democratica al Congresso.

Tutto bene con gli ispanici

Sondaggio di Latino Decisions tra 1000 elettori registrati di origine ispanica. Obama ha un'approvazione del 74%, e c'p un vasto consenso sulla riforma sanitaria proposta dai Democratici. Un segnale importante per la tenuta della coalizione sociale che ha consegnato ai liberal Casa Bianca e Congresso.

Discorso, discorso

Tra poche ore Obama si rivolgerà agli Usa per spiegare la nuova strategia afgana. Più truppe, ed è un male, una possibile scadenza per il ritiro, che potrebbe essere un buon inizio per un cambio di strategia dopo 8 anni di conflitto. Il presidente dovrà spiegare quali saranno i compiti e gli obiettivi della missione americana, che dopo la parziale distruzione della rete di Al Qaeda in Afghanistan è diventata una semi occupazione militare sempre meno sensata.