domenica 31 gennaio 2010

Rasmussen supera Gallup

Da un paio di giorni Rasmussen Reports rileva un'approvazione di Obama superiore a quella registrata nelle indagini Gallup. Nell'ultimo anno è stato (quasi) sempre il contrario, ma nel campione di RasRep, che utilizza gli elettori probabili a differenza di tutti gli adulti sondati da Gallup, si è verificato un piccolo rimbalzo statistico post discorso sullo Stato dell'Unione.

Governo Merkel in calo

Dopo 3 mesi non esaltanti Cdu e Fdp non hanno più una maggioranza, almeno sul piano demoscopico. Negli ultimi sondaggi la coalizione giallo - nera ha perso circa 2 punti rispetto al risultato delle federali, mentre le forze a sinistra del centro sono cresciute, anche se i loro valori divergono in modo significativo a seconda dell'istituto. La Linke sembra essersi fermata, e a beneficiarne sono i Verdi e anche l'Spd, che gradualmente esce dal coma generato dalla più grave sconfitta elettorale del secondo dopoguerra. Le difficoltà del blocco borghese si riflettono anche nel Bundesland più popoloso, la Nordrhein-Westfalen, che andrà al voto ad inizio maggio. In questo momento la coalizione liberalconservatrice guidata da Rüttgers perderebbe le elezioni, anche se è difficile capire quale sia l'alternativa di governo espressa dalle forze progressiste. Il test elettorale renano, dove saranno chiamati al voto quasi 20 milioni di persone, sarà un momento decisivo per il secondo governo Merkel.

Posti di lavoro decisivi

Pew compara l'andamento della disoccupazione con i valori di disaprrovazione degli ultimi 5 presidenti. L'incidenza è molto forte, sopratutto in mancanza di eventi fondamentali di politica estera.

sabato 30 gennaio 2010

Obama dai repubblicani



L'incontro tra Obama e il caucus repubblicano a Baltimora è stato molto vivace. I due video mostrano i momenti più efficaci del presidente. Nel primo viene rimarcato come la riforma sanitaria sia in realtà centrista e moderata nei suoi aspetti fondamentali - Obama parla di proposte simili a quelle fatte dai repubblicani Howard Baker e Bob Dole, ex leader di maggioranza al Senato negli anni '80 e '90 - mentre nel secondo filmato il presidente evidenzia come il super deficit federale sia frutto della recessione ereditata da Bush. Da Francesco trovate l'intero video dell'incontro. Non so sinceramente quanto un simile dibattito possa spostare in termini di consenso (demoscopico) - propendo verso il nulla - però Obama è stato sicuramente efficace.

Repubblicani in testa

I repubblicani sono passati in vantaggio nella maggior parte delle indagini sul voto generico per la Camera pubblicate negli ultimi giorni. Solo YouGov rileva un buon margine, 6 punti, a favore dei democratici. La distribuzione del voto rilevata da PPP rimarca come il centrosinistra americano sia in grande sofferenza nelle due estremità del partito, con un allontamento significativo di liberal e conservatori di etnia prevalentemente bianca. Le minoranze razziali rimangono nel campo democratico per Public Policy Polling, mentre in altre indagini ispanici, asiatici e pure i neri si riavvicinano in modo maggiore ai repubblicani.

giovedì 28 gennaio 2010

Bernanke confermato

Una delle peggiori scelte di Obama, la riconferma di Bernanke alla guida della Fed, ha ricevuto l'approvazione del Senato. Mai nessun presidente della Federal Bank ha ricevuto così tanti voti contrari.

Obama è piaciuto

Il primo discorso sullo Stato dell'Unione by Obama è piaciuto parecchio secondo i primi istant poll.

martedì 26 gennaio 2010

Buttano giù la statua di Obama

In Indonesia vogliono buttare giù la statua dedicata a "Little Barry". Il monumento, eretto da poco, commemora gli anni di infanzia trascorsi dal presidente americano nel Paese asiatico. Proprio un brutto momento per Obama.

lunedì 25 gennaio 2010

Il peggior sondaggio per i Democratici

Sono usciti un po' di sondaggi sulle sfide per il Senato 2010 - ne arriveranno un diluvio nei prossimi mesi - ma oggi è arrivata la peggior notizia per i Democratici. Beau Biden, figlio del Vice Presidente Joe e popolare AJ del Delaware, non correrà contro Mike Castle, il popolarissimo Rappresentante dello Stato. Il Gop è ora molto vicino a strappare un altro seggio ai Democratici, dopo aver praticamente acquisito quello del North Dakota con il ritiro di Dorgan.
In retrospettiva, le scelte dell'Amministrazione Obama appaiono sempre più tragiche per gli equilibri al Senato. L'abbandono della Camera Alta da parte di Biden, Clinton, Salazar e l'aver inserito dei potenziali candidati come Napolitano, Vilsack e Sebelius, senza contare lo stesso seggio lasciato dal presidente, ha drasticamente diminuito le già scarse chance di mantenere la stessa maggioranza del term 2009/2010.

domenica 24 gennaio 2010

Primarie in Puglia

Liveblogging sui risultati delle primarie in Puglia su Termometro Politico. Dai primi dati si profila una netta vittoria di Nichi Vendola

La mappa delle regionali

La mappa elettorale delle regionali realizzata da Termometro Politico. Al momento in lieve vantaggio il centro destra nel computo delle Regioni.

In Massachusetts lavoratori in rivolta

Analisi post elettorale di Hart Research, la società che realizza i sondaggi nazionali del Wall Street
Journal. Vittoria netta di Scott Brown tra chi pensa che l'economia americana sia in difficoltà, così come tra il 20% di elettori nel cui nucleo familiare qualcuno ha perso un lavoro. Come nel sondaggio di Rasmussen Report, tra chi aveva la sanità come motivazione principale per il proprio voto ha prevalso la Coakley. Il 67% degli elettori apprezza il sistema sanitario del Massachusetts, inclusa una tenue maggioranza, 53%, dei Browniani. Dati che rispecchiano mappa elettorale del New York Times, che mostra come la percentuale ottenuta dai candidati democratici (Obama 2oo8, Coakley 2009) sia diminuita nelle contee più colpite dalla disoccupazione.

sabato 23 gennaio 2010

Stati decisivi nelle midterm 2010

You Gov rileva 11 Stati decisivi per le midterm 2010, sia per le loro sfide senatoriali che per i distretti in bilico della Camera. Situazione molto equilibrata alla House, dove i democratici recuperano lo svantaggio sui repubblicani solo grazie agli elettori meno certi ( i leaners), mentre al Senato You Gov registra situazioni più equilibrate rispetto ad altri istituti, in contese molto problematiche per i Dems come Nevada, Arkansas, Colorado e anche Florida. Queste indagini soppravalutano probabilmente le chance democratiche in questo momento, ma in 10 mesi il quadro potrebbe migliorare per il partito al potere. Una flessione delle attuali maggioranze democratiche è comunque inevitabile.

Democratici e repubblicani

I democratici al momento sono in sofferenza, particolarmente acuta nell'anima moderata e conservatrice del loro elettorato. Anche per questo si spiegano risultati sorprendenti come quello di Scott Brown. Chi vota Dem è molto più soddisfatto di chi sceglie Gop, 60 a 35. La netta maggioranza degli indipendenti non apprezza l'attuale corso repubblicano, anche se poi l'insoddisfazione verso la situazione generale porta queste persone a votare per i candidati Gop. In particolare i moderati non apprezzano ciò che vedono in casa repubblicana, e come sottolineato da Tom Jensen, una simile situazione potrebbe favorire Obama nel caso di una Camera persa dai democratici. Un neo triangolazione clintoniana, che garantirebbe probabilmente una facile riconferma, ma seppellirebbe il cambiamento.

venerdì 22 gennaio 2010

Obama sotto per la prima volta

Nuovo sondaggio nazionale di PPP. Obama per la prima volta sconta un tasso di approvazione inferiore a quello di disapprovazione (46 a 47). Le flessioni arrivano principalmente tra i liberal e i conservatori, mentre i moderati sono alla percentuale acquisita alle presidenziali. A livello etnico PPP conferma ciò che rileva settimanalmente Gallup, ovvero che Obama è apprezzato molto dalle minoranze razziali mentre sconta grosse difficoltà nell'elettorato bianco, un 36% davvero basso. Nelle sfide contro ipotetici candidati repubblicani (Huckabee, Romney, Palin e anche Petraeus) Obama perde per la prima volta contro un repubblicano, Huckabee, mentre è ancora di poco avanti a Romney. Staccata la Palin, che piace solo ai repubblicani, mentre Petraeus sconta un livello troppo basso di riconoscibilità per poter competere. Anche in questi ipotetici contesti si conferma il netto orientamento pro democratico delle minoranze razziali. Siccome i pesi demografici sono uguali all'exit poll delle presidenziali 2008 i valori di Obama sono sottovalutati in un'ipotetica sfida 2012. Ma sondaggi a 3 anni di distanza servono più a confermare le tendenze attuali - difficoltà del presidente verso i ceti moderati prevalentemente bianchi - che ad avere un impossibile valore predittivo.

Chiarimenti su Brown e Obama

Sondaggio del Washingont Post sugli elettori di Scott Brown e Martha Coakley. La riforma sanitaria è il fattore più importante per il voto, ma l'economia e il lavoro seguono a stretta misura. Obama non è considerato una motivazione per il proprio orientamento elettorale dalla metà dei votanti, mentre l'agenda dei democratici non è un fattore di voto per il 30% del campione. Un quadro variegato e complesso, come per ogni elezione. Chi ha votato per Brown era molto più convinto, mentre gli elettori della Coakley si sono motivati in buona parte per fermare la corsa del repubblicano. A conferma dell'orientamento politico indipendente del Massachusetts, l'82% reputa necessario che Brown lavori insieme ai democratici e non solo contro, mentre questa percentuale scende al 70% sulla riforma sanitaria, tema dove l'elettorato è sicuramente più radicalizzato.

giovedì 21 gennaio 2010

No, we can't

La riforma sanitaria del Senato non ha i voti alla Camera. Nancy Pelosi chiude la porta all'unica, plausibile, via rimasta. Wait and see, ma peggior segnale non ci poteva essere.

Pronto all'uso

Una bella idea di Andrea Civati contro la deriva luogocomunistica sull'immigrazione.

Arrivano i soldi delle corporation

Svolta giurisprudenziale sul finanziamento delle campagne elettorali.

mercoledì 20 gennaio 2010

Governare con la disoccupazione al 10%

L'house poll di Rasmussen mostra come la Coakley, e non Brown, abbia vinto tra gli elettori che reputavano la sanità come il tema più importante per il loro voto. Brown ha vinto invece tra coloro che reputavano l'economia come il fattore più significativo. Certo, i margini della Coakley rimangono sempre troppo bassi, ma reputare quest'elezione come un referendum nazionale sull'Obamacare è fuorviante. Meglio rifflettere sull'insoddisfazione generale, comprensibile quando la disoccupazione supera il 10%.

Chuck Todd rimarca infatti che

Chris Christie, Bob McDonnell, and now Scott Brown won not by attacking Obama, but rather by downplaying their GOP ties and riding an anti-incumbent wave. None of them went out of their way to attack Obama; the national party wants the media to believe this is a referendum on Obama, but the campaigns themselves were referendums on the political process -- whether in Washington, Richmond, Trenton, or Beacon Hill





Spunti dal Massachusetts

C'è una piccola vittoria nel disastro chiamato Massachusetts. L'istituto PPP, che collabora coi Democratici, si è confermato il migliore del lotto. Il primo a rilevare il vantaggio di Brown, l'unico a stimarlo con correttezza. Ero scettico su un loro valore - approvazione di Obama al 44, e Rasmussen indica invece il 53 - ma alla fine il loro screening degli elettori probabili è risultato perfetto. Qui alcune considerazioni chiave dall'elezione di ieri
  1. Netta impopolarità di Obama
  2. Brown ha vinto perchè si è profilato come moderato
  3. Il disgusto verso i partiti premia i repubblicani, attualmente fuori dal potere
Dall'analisi di Rasmussen, invece, si nota come il 64% degli elettori della Coakley considerasse la riforma sanitaria come l'argomento più importante per il loro voto, percentuale che scende al 53% per chi ha scelto Brown. Un po' in contraddizione con chi reputa il voto come un referendum sull'Obamacare. Le elezioni non hanno mai spiegazioni univoche, specie col 10% di disoccupazione a livello nazionale.

Senatore Scott Brown

Scott Brown è diventato il nuovo senatore del Massachusetts, come da previsioni (dell'ultima settimana). Brown ha ottenuto il 51,9 contro il 47,1 della Coakley. Brown ha superato i voti assoluti conquistati da McCain nel 2008, mentre la sua avversaria democratica ha preso poco più delle metà dei consensi di Obama.

martedì 19 gennaio 2010

Consigli per la notte

Su Pollster.com ci dovrebbe essere il live blogging della serata. In Italia Francesco Costa è presente come nella fortunata notte di novembre 2008. Per seguire lo spoglio città per città l'eccellente spreadsheet di Patrick Ruffini.

Niente exit poll

Niente exit poll dal Massachusetts

La mappa per la vittoria della Coakley

I margini che la Coakley deve ottenere nelle città più importanti del Massachusetts per strappare una vittoria all'ultimo voto. Utile per seguire lo spoglio

Voto in Massachusetts

La partecipazione alle urne in Massachusetts sembra alta. Commenti da ogni città e seggio elettorale dello Stato sul forum del Boston Globe.

+29

E' il vantaggio dei democratici nell'affilazione partitica in Massachusetts. Una roccaforte democratica. Nel 2009 Obama ha avuto un'approvazione del 67%, contro il 57% a livello nazionale. La caduta di Boston era fantascienza, due settimane fa.

Ha vinto la Coakley



Al Boston Globe sanno già i risultati delle elezioni. Vince la Coakley per poco più di 20 mila voti. Sarebbe stata una lunga notte.




PS: E' ovviamente un ERRORE del sito del Boston Globe

Stasera a Boston

I sondaggi parlano chiaro. Scott Brown è il favorito per il seggio senatoriale del Massachusetts. La Coakley può sperare solo nel clamoroso abbaglio delle indagini. Fare i sondaggi nelle elezioni speciali è difficile, sopratutto per la bassa partecipazione. A novembre Hoffman fu sopravvalutato per il 23 distretto congressuale di New York, così come alle primarie del New Hampshire, altro caso di minore turnout, l'esplosione demoscopica di Obama dell'ultima settimana fu smentita dalle urne. Elementi ricordati dall'ottimo Blumenthal che sono le uniche speranze alle quali i democratici possono aggrapparsi in Massachusetts. Al di là del risultato finale, il segnale è così chiaro che neppure una vittoria della Coakley potrebbe cambiare questa valutazione.

lunedì 18 gennaio 2010

BrownBrown

Per PPP è Brown +5. Altri sondaggi di istituti un po' sospetti - quasi mai attivi a livello nazionale, sconosciuti in Massachusetts - rilevano un vantaggio repubblicano ancora più solido. Il "momentum" è tutto in casa Gop.

C'era gente, a Boston



C'era molta gente al comizio di Obama a Boston. Le apparizioni all'ultimo momento del presidente non hanno portato fortuna nell'ultimo periodo (New Jersey, tentativo olimpico di Chicago) però era doveroso andare in Massachusetts.

domenica 17 gennaio 2010

Tendenza per Brown

Gli ultimi sondaggi, ufficiali o ufficiosi, rilevano un vantaggio per Brown, con la Coakley che arretra rispetto ad una settimana fa. Questa notte uscirà PPP, il primo istituto a registrare un vantaggio repubblicano, e prima di martedì altre indagini saranno sicuramente pubblicate. E' il Massachusetts, e al di là di chi vinca, il segnale politico di questa elezione è già chiarissimo.

Cile a destra

I 15 punti di svantaggio del primo turno non sono stati recuperati. La Bachelet avrebbe stravinto se non ci fosse stato il divieto di doppio mandato, ma dopo 20 anni il Cile tornerà ad essere governato dai partiti che affiancarono la dittatura di Pinochet.

Il diffuso sentimento anti immigrazione in Italia

Cito il titolo dell'indagine Pew Research che rileva nel nostro Paese la Nazione dove l'immigrazione riscontra i sentimenti più negativi. Solo il 15% degli italiani è favorevole a controlli meno rigidi sui flussi migratori, mentre in Germania e Francia questa percentuale sale al 35%.

Testa a testa in Massachusetts

L'ultimo sondaggio della campagna di Martha Coakley rileva Brown in testa di 2 punti. PPP non pubblica ancora i dati, ma indica una rimobilitazione dell'elettorato democratico, che però favorisce in parte il candidato Gop. Il 19% dei democratici voterebbe per Brown. Too close to call a Boston.

venerdì 15 gennaio 2010

Obama a Boston

Domenica comizio di Obama a Boston. Il seggio democratico è ufficialmente in pericolo.

Alla destra non piace Avatar

Avatar non piace alla destra americana.

Great Scott!!

Il repubblicano Scott Brown avanti di 4 punti nel sondaggio Boston Herald. Il seggio di Ted Kennedy pare sempre più in bilico
Ps: Great Scott è l'esclamazione utilizzata da Doc Brown nella trilogia "Ritorno al Futuro"

giovedì 14 gennaio 2010

Rivoluzione verde in Iran

Un'interessante analisi sulla nuova teologia che ispira i moti di rivolta a Teheran.

Reid senza più chance

Anche PPP conferma le scarse possibilità di conferma per Harry Reid. Gli altri potenziali candidati democratici non vanno molto meglio, però sono relativamente poco conosciuti e una chance per loro potrebbe esserci.

Obama per Coakley

Vittoria in Virginia

I democratici hanno vinto l'elezione speciale per il 37esimo distretto senatoriale della Virginia, rappresentato in precedenza dal nuovo Attorney General dello Stato, il repubblicano Cuccinelli. Il candidato democratico Marsden ha vinto di poco più di 300 voti, un successo inaspettato visto che il distretto è storicamente repubblicano, e arriva dopo la batosta elettorale di novembre.

mercoledì 13 gennaio 2010

Povera Haiti

Decine di migliaia di morti, un disastro immenso che sconvolge e rattrista.

martedì 12 gennaio 2010

1 conta 10 per la Polverini

Pare che nell'UGL gli iscritti siano 200 mila invece che i dichiarati 2 milioni. Si capisce perchè Renata Polverini è considerata imbattibile nelle urne. Moltiplica i voti come le tessere.

Fede e politica negli Usa

Negli Usa i mormoni sono il gruppo religioso più conservatore e repubblicano, mentre i liberal sono maggioritaria tra gli ebrei ancora più che tra gli atei. Tra i protestanti prevalgono i conservatori, anche se l'affiliazione partitica è in equilibrio. I cattolici sonomoderati e tendenzialmente centristi, mentre tra i musulmani prevalgono nettamente i democratici.

Gli afro-americani stanno meglio

Nonostante la grave crisi economica, la comunità afro-americana percepisce un netto progresso della propria condizione.

lunedì 11 gennaio 2010

Le dimissioni (auspicabili) di Harry Reid

Il commento di Harry Reid sul colore della pelle di Obama e sul suo linguaggio non da "Negro" ha provocato molte critiche, anche molto esagerate. Lo scandal(ett)o però provocherà un'ulteriore flessione dei valori, già molto bassi, del leader di maggioranza al Senato. Il seggio del Nevada potrebbe essere salvato annunciando il ritiro come Chris Dodd ha fatto in Connecticut. L'approvazione della riforma sanitaria rappresenta il modo migliore per salutare la casa democratica.

domenica 10 gennaio 2010

Boston calling

A breve anche il Boston Herald dovrebbe pubblicare un sondaggio, nel quale la Coakley sarebbe in vantaggio di 7 punti tra gli elettori, ma tra i likely voters - per quanto faccio sempre fatica a capirne la distinzione a meno di 10 giorni dal voto - il suo margine scenderebbe a solo 1 punto percentuale. La media darebbe Coakley a +6, un vantaggio non esattamente rassicurante vista la relativa affidabilità della demoscopia in elezioni a così bassa partecipazione. Sui siti di social network invece stravince Brown, un' inversione rispetto alla sfida Obama McCain.

Massachusetts torna democratico

Un sondaggio del Boston Globe rileva la democratica Coakley 15 punti avanti rispetto al suo avversario, il repubblicano Brown. Il vantaggio sale a 17 se si prendono in considerazione l'orientamento degli indecisi. Gli indipendenti si dividono quasi alla pari tra i due candidati, mentre per PPP Brown dominava questo segmento di voto. Con l'indagine del Boston Globe il quadro si fa ancora più complicato. La Coakley è stimata intorno al 50% da tre sondaggisti, mentre solo PPP rileva Brown vicino alla maggioranza dei voti. Nei prossimi giorni l'attenzione verso questa competizione dovrebbe portare alla pubblicazione di altri sondaggi che meglio defineranno la situazione.

sabato 9 gennaio 2010

Massachusetts repubblicano

Il candidato repubblicano Brown guida 48 a 47 l'avversaria democratica nell'elezione speciale del Massachusetts. Il problema è l'estrema motivazione della base repubblicana, contrapposta ad una significativa freddezza dell'elettorato democratico, molto più numeroso nello Stato ma al momento smobilitato. Obama vinse di 26 punti, ma ora tra i likely voters il suo margine si riduce di 10 punti. L'elezione è suppletiva, quindi l'affluenza sarà molto bassa. Tom Jensen consiglia alcune strategie per non perdere il seggio di Ted Kennedy, ed evitare uno shock paragonabile a pochi precedenti della politica americana.
Lunga nota personale : apprezzo molto Public Policy Polling, sono vicini ai democratici e nella loro breve storia hanno dimostrato ottime capacità. Non nego che vedere il job approval di Obama in Massachusetts al 44% mi lascia un po' perplesso . Obama prese il 62%, e per quanto il campione di PPP rifletta la relativa smobilitazione della base democratica, il 54% afferma di aver votato Obama. Flessioni (- 18, ma pure - 10 rispetto al sample di likely voters di PPPP) così marcate in singoli Stati rispetto al voto 2008 non si sono sostanzialmente mai viste, e certo farebbero apparire ottimistico il presidential job approval di Rasmussen Reports. E' una perplessità che nutro rispetto a valori così nuovi rispetto alle rilevazione degli ultimi mesi/settimane. PPP si è comunque finora mostrato un ottimo istituto, e tra poco più di 10 giorni avremo la risposta.

Clamoroso a Boston

I numeri devono ancora arriva ma in Massachusetts la conferma del seggio di Ted Kennedy non sembra affatto scontata.

giovedì 7 gennaio 2010

Tutti, o quasi, contro Lieberman

L'approvazione di Lieberman è al 25% in Connecticut. Più dell'80% degli elettori democratici dello Stato non apprezzano il suo operato. Shocking...

Più conservatori, meno democratici

Nel 2009 l'identificazione politica nei democratici è scesa per la prima volta dal 2006 sotto il 50% nelle indagini Gallup. La crescita dei repubblicani rifletta l'ascesa dei conservatori, che tornano ad essere il gruppo ideologico più consistente dell'elettorato americano.

mercoledì 6 gennaio 2010

Arriva John Chait

Una bella novità del 2010. Uno dei più bravi giornalisti liberal, Jonathan Chait, si è aperto un blog.

Buone notizie per i democratici

Nel cosiddetto martedì nero dei ritiri, qualche buona notizia per i Democratici. In Connecticut il ritiro di Dodd è una manna del cielo. Il popolare Attorney General dello Stato Blumenthal ha annunciato la sua intenzione di correre per i democratici. Secondo PPP Blumenthal distruggerebbe i due candidati repubblicani: 59 a 28 con Rob Simmons, 60 a 23 contro la McMahon. Dodd, che ha un tasso di approvazione del 29% (!!), sarebbe appaiato alla seconda e indietro di pochi punti a Simmons. Qualsiasi candidato democratico al posto del senatore avrebbe più chance di mantenere in casa liberal il seggio del Connecticut.
In Florida il presidente del Gop, Jim Greer, si è dimesso dall'incarico. Greer, uomo del governatore Crist che corre per il Senato, era accusato dagli attivisti conservatori di favorire troppo Crist contro Marco Rubio, l'altro candidato nelle primarie repubblicane. Un brutto colpo per Crist, che ha valori simili a quelli di Blumenthal in Connecticut ma che potrebbe perdere la sfida in casa Gop, viste le sue tendenze politiche giudicate troppo moderate. Una corsa alla Lieberman nel 2006 non è da escludere, così da togliere un seggio apparentemente certo ai repubblicani.

La rivolta liberal 2

Chris Bowers risponde a Blumenthal e segnala come tra gli indipendenti liberal il calo dell'approvazione di Obama sia marcato. I calcoli sono un po' forzati, così come l'interpretazione politica di questa dinamica negativa, però la flessione di Obama esiste. Nella base democratica più fedele la sua popolarità è vasta, ma nella vasta coalizione sociale progressista i punti di sofferenza esistono.

Il giorno dei ritiri democratici

Piccolo terremoto in casa democratica. Due senatori, Byron Dorgan del North Dakota e Chris Dodd del Connecticut, hanno annunciato il loro ritiro, così come il governatore del Colorado, Bill Ritter, non cercherà un secondo mandato. Se la notizia della rinuncia di Dodd è in realtà una buona notizia, visto il drastico calo di popolarità del senatore del Connecticut, che ha al momento valori simili a quelli di Corzine, il ritiro di Dorgan è un piccolo grande dramma. Il North Dakota è uno Stato conservatore, ma a livello federale elegge democratici moderati senza alcun problema, tanto che l'intera delegazione congressuale è di segno Dem. Il governatore dello Stato, il repubblicano Hoeven, era favorito nei sondaggi, ma non aveva ancora annunciato le sue intenzioni, data la popolarità di Dorgan, che da unico Rappresentante prima e poi da Senatore ha rappresentato il North Dakota per 30 anni. La mossa di Dorgan è uno shock per i democratici, che probabilmente dovranno aggiungere un altro seggio perso, con la conferma della supermaggioranza che attualmente hanno al Senato sempre più in bilico. Il ritiro di Ritter in Colorado è un altro segnale del clima di grande difficoltà causato dalla recessione, tanto che al momento sono pochi i governatori ad aver indici di approvazione superiori al 50%, specie negli Stati grandi e in quelli in mano ai Dems. A novembre ci saranno 22 "open seats" su 37 elezioni governatoriali, 11 repubblicani e 11 democratici, una situazione molto incerta.

martedì 5 gennaio 2010

Nessuna rivolta liberal

Obama non è esattamente amato dalla Netroots in questo periodo. La blogosfera progressista non sembra però riflettere l'elettorato liberal. Poco meno del 90% di chi si identifica come liberal democrat approva l'operato del presidente, e l'altro pilastro della coalizione sociale obamiana, gli afro-americani, apprezzano l'attuale Amministrazione con margini perfino superiori dei liberal democrat.

Può un repubblicano vincere in Massachusetts?

Tom Jensen e Sean Trende stimano che con un comportamento elettorale simile a quello delle governatoriali del 2009, e con una simile dinamica di partecipazione, il seggio senatoriale di Ted Kennedy potrebbe essere strappato dal Gop. La democratica Coakley sarebbe favorita, ma il suo margine di vantaggio molto esiguo, due/tre punti percentuali. Rasmussen Reports pubblica oggi il primo sondaggio sulla corsa, e rileva un 50-41 a favore della Coakley. Secondo RasRep gli indipendenti preferiscono il candidato repubblicano 65 a 21, un dato che rende la corsa ancora incerta.
Secondo Josh Marshall una vittoria di Brown metterebbe a rischio la riforma sanitaria appena approvata dal Senato, dato che ai democratici mancherebbe un voto per la quota 60. In questo caso, però, basterebbe che la House approvasse il medesimo articolato del Senato e il problema non si porrebbe, almeno dal punto di vista tecnico-legislativo.

Le bugie su Craxi

Interviste su Craxi di Carlo Tognoli sul Riformista

D: Ancora adesso si dice che da presidente del Consiglio fu (Craxi ndA) tra i principali responsabili dell'aumento del debito pubblico italiano?
R: Non è vero, è un falso storico...il debito pubblico iniziò ad aumentare solo dopo il 1992, quando Craxi non era più al governo.

Peccato che i dati dicano l'esatto opposto, visto che il debito pubblico esplose negli anni '80, quando Craxi fu due volte presidente del Consiglio e uno dei leader del panorama politico italiano. Se si vuole ripensare storicamente la sua figura, la verità sarebbe più utile.


Nota a margine. Tognoli è il presidente dell'Isap, l'istituto per la scienza dell'amministrazione pubblicha. Conoscere le dinamiche del debito pubblico sarebbe opportuno, così come non diffondere falsità in merito.

lunedì 4 gennaio 2010

Il caso Rasmussen

Nate Silver riflette sui numeri di Rasmussen Reports, tendenzialmente i più sfavorevoli per Obama e i democratici nell'ultimo periodo. Altre valutazioni, più metodologiche, erano già arrivate da Blumenthal e Abramowitz.

domenica 3 gennaio 2010

Nuove regole per le primarie

Nuove regole per le primarie presidenziali del 2012 in casa democratica. La riforma dei caucus e del calendario elettorale sembrano ancora molto vaghe, ma il cambiamento per il voto dei superdelegati è significativo. I dirigenti del partito, membri di diritto della Convention, sono confermati ma non saranno più liberi di appoggiare un candidato. Il voto dei superdelegati sarà assegnato a colui che vincerà la competizione all'interno del loro Stato di appartenza. Un modo per superare i problemi generati dall'assegnazione dei delegati in modo proporzionale, che ha permesso, come in Nevada, ad Obama di avere più seggi nonostante la sconfitta a livello statale. Le nuove regole saranno adottate dalla prossima campagna per le presidenziali, anche se è dal 1988 che un presidente in carica non viene sfidato da un candidato significativo del proprio partito. Allora avvenne in casa repubblicana, mentre tra i democratici ci fu uno scontro al calor bianco, ancora più conflittuale della sfida Obama - Clinton, tra il presidente Carter e il compianto Ted Kennedy.

venerdì 1 gennaio 2010

Un anno con Obama


Il 2009 con Obama. Aggiungi immagine

Buon 2010 dagli American Idols


Al Gore e il presidente Obama nello Studio Ovale.

Anno nuovo, nuovo MY DD

Con il 2010 arriva la quinta versione di MY DD, il blog capostipite della Netroots.