mercoledì 4 giugno 2008

Obama Presumptive Nominee

Grazie all'arrivo di numerosi endorsements da parte dei superdelegati, Barack Obama supera il quorum necessario per ottenere la nomination democratica. L'annuncio della vittoria avviene mentre si chiude il conteggio delle schede votate nelle ultime due primarie di Montana e South Dakota, chiuse in un sostanziale pareggio tra i due candidati. Hillary Clinton per il momento non concede ancora la vittoria al suo avversario, ma le parole di riconciliazione spese nell'ultimo discorso indicano una rapida conclusione della sua campagna.

Il junior senator dell'Illinois, Barack Obama, realizza a 47 anni uno dei più grandi capovolgimenti della politica americana, diventando il primo afro-americano a correre per la massima carica degli Stati Uniti. Obama realizza il sogno della comunità nera vincendo le primarie più incerte della storia recente, battendo Hillary Clinton grazie al vantaggio accumulato nei caucus e al conseguente appoggio dei leader del partito. Nella ultima notte del lungo ciclo di primarie presidenziali, iniziato a inizio gennaio in Iowa, numerose decine di superdelegati decidono alla fine di schierarsi appoggiando il senatore dell'Illinois, e portandolo oltre il quorum di 2218 delegati necessario per ottenere la nomination.

PAREGGIO NEL WEST

Senza l'appoggio compatto e numeroso dei superdelegates Obama non avrebbe ottenuto ieri la nomination. I pochi delegati in palio nelle primarie di South Dakota e Montana, due Stati simbolo del Far West, sono stati ripartiti in modo sostanzialmente paritario tra Hillary e Obama. In South Dakota la senatrice di New York ha vinto abbastanza a sorpresa, perché nei vicini Stati del West come Wyoming, Nebraska o North Dakota era stata sconfitta sempre nettamente. Favorita dalla partecipazione dei soli elettori registrati come democratici, la Clinton ha vinto grazie alla sostanziale tenuta della sua coalizione sociale, composta da donne, classe medio bassa ed anziani, categorie vinte in modo tale da garantirle un successo netto, 56 a 44. In Montana la situazione si è ribaltata grazie alla maggiore partecipazione dei gruppi sociali che appoggiano Obama, ceto medio alto ad alto tasso di scolarizzazione, giovani e indipendenti, che hanno potuto partecipare alle primarie aperte dello Stato. L'ultima consultazione è stata così conquistata in modo chiaro da Obama, che ha sfiorato il 60% e raggiunto così quota 1765.5, un risultato di circa 350 delegati inferiore rispetto al quorum per ottenere la nomination. Solo l'appoggio maggioritario dei circa 800 superdelegates ha permesso quindi la vittoria.

IL PARTITO HA SCELTO OBAMA

Dopo lo svolgimento di 54 consultazioni Obama è riuscito ad ottenere la candidatura per la corsa alla Casa Bianca grazie all'appoggio decisivo dei superdelegati, i membri del partito membri di diritto della Convention democratica. Il lungo ciclo di primarie si è chiuso con un equilibrio sostanziale tra i due contendenti, che sono separati nel calcolo del voto popolare da poche migliaia di voti. Con questo metodo di valutazione, ininfluente dal punto di vista delle regole, il vincitore sarebbe Hillary Clinton conteggiando il Michigan, mentre escludendo questa elezione primaria contestata prevale Obama. Un equilibrio incredibile, rotto nella ripartizione dei delegati solo grazie ai trionfi nei caucus del senatore dell'Illinois. L'appoggio dei militanti e degli attivisti dei Democratici, che si esprime al massimo in questo tipo di assemblee, paragonabili per alcuni aspetti ai congressi dei partiti europei, così come il sostegno della maggioranza dei suoi dirigenti ha così consentito a Obama di diventare il primo afro-americano a correre per la Casa Bianca.

HILLARY IN CERCA DI UN RUOLO

Hillary Clinton, che insieme al suo avversario ha ottenuto circa 18 milioni di voti, un record che straccia il precedente detenuto dagli 11 milioni e mezzi conquistati da Bush nelle primarie repubblicane del 2000, non ha dichiarato ieri sera le sue intenzioni. La sua campagna sarà sospesa, come tutti gli osservatori concordano, e sembra possibile una trattativa con Obama. Hillary cercherà di ottenere l'inserimento della sua riforma sanitaria nella piattaforma elettorale che sarà scelta alla Convention, mentre è altresì probabile che ci sarà un accordo sui debiti contratti in questa lunga battaglia elettorale così come una valutazione sul suo futuro ruolo politico. Un ticket dei due sfidanti sembra un'ipotesi percorribile, anche se le resistenze di Obama sono significative. Ancora una volta è probabile che la parola decisiva sarà spesa dai membri più autorevoli dei Democratici.

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