lunedì 2 giugno 2008

Maybe we could, pure a Puerto Rico

Nelle primarie dell'isola di Puerto Rico Hillary Clinton ottiene uno squillante successo, che però non le servirà con ogni probabilità ad ottenere la nomination. Dopo il voto del Comitato Rules and Bylaws dei Democratici che ha riammesso le delegazioni di Michigan e Florida con una ripartizione favorevole ad Obama, il junior senator dell'Illinois attende i risultati delle ultime primarie di South Dakota e Montana per annunciare la sua vittoria nella corsa alla nomination democratica.

L'isola di Puerto Rico, territorio incorporato degli Usa, ha svolto ieri una delle ultime consultazioni del lungo ciclo delle primarie presidenziali americane. Hillary Clinton ha ottenuto una vittoria di ampie proporzioni, 68 a 32, che però non le assegnerà i delegati sufficienti a ribaltare la situazione che favorisce Obama, ormai ad un passo dalla nomination. Le primarie di Puerto Rico hanno però confermato le difficoltà di sfondamento di Barack Obama, che da quando è diventato il favorito della corsa ha perso in modo anche netto la maggior parte delle ultime consultazioni. Una seria di inciampi che ha consigliato al "quasi" candidato democratico di abbandonare la Trinity United Church of Christ, la Chiesa di Chicago che ha messo in imbarazzo Obama, che partecipa a questa comunità spirituale da circa 20 anni, per alcune dichiarazioni estreme sull'America bianca e sulla Clinton.

ISPANICI PER HILLARY

A Puerto Rico Obama ha subito una sconfitta significativa soprattutto alla luce delle prossime presidenziali. Il suo risultato dimostra per l'ennesima volta il suo limitato consenso nella comunità di lingua ispanica. Negli Stati dove hanno votato i latinos, Barack Obama non è mai riuscito a superare il 40% in questo gruppo sociale, una difficoltà che ha fatto perdere al senatore dell'Illinois primarie importanti come California, Texas oppure Nevada e New Mexico. A Puerto Rico Hillary ha vinto nettamente in ogni fascia d'età o di reddito, mostrando come sia il miglior candidato per intercettare i voti degli ispanici, che nel 2004 furono tra i pilastri della rielezione di Bush ma che abbandonarono il partito repubblicano nelle midterm del 2006, provocandone il crollo che ha ridato ai Democratici la maggioranza al Congresso.

FLORIDA E MICHIGAN RITORNANO

Sabato 31 maggio il comitato Rules and Bylaws del Democratic National Committee ha riammesso le delegazioni di Florida e Michigan, alle quali era stato tolto il diritto di voto perché i due Stati avevano svolto le primarie prima del SuperTuesday. La decisione presa dal comitato ha però favorito Barack Obama, perché la ripartizione numerica dei delegati ha notevolmente attutito il successo di Hillary nel voto popolare. Harold Ickes, membro del comitato Rules and Bylaws ed esponente di spicco del campo clintoniano, ha definito grave la decisione dell'organismo, paventando un ricorso al Credentials Committe, un altro comitato di garanzia, che potrebbe poi portare allo scontro alla Convention di Denver di fine agosto. Sembra però improbabile che Hillary Clinton decida di aprire un simile conflitto in uno dei cicli più favorevoli ai Democratici, nettamente favoriti per la riconquista del Congresso e in vantaggio per la Casa Bianca.
IL NUOVO QUORUM PER LA NOMINATION

Con la riammissione delle delegazioni di Florida e Michigan il quorum per la nomination si è alzato a 2117. Obama ha 2071 delegati contro i 1914.5 della Clinton. Rimangono ancora da assegnare 31 delegati elettivi che saranno decisi dai risultati delle primarie di domani di Montana e South Dakota, mentre la nomination sarà decisa dai 203 superdelegati che non si sono ancora schierati. Nella situazione attuale, Hillary può ancora sperare di convincere questi dirigenti del partito che ancora non hanno scelto in base al suo vantaggio nel calcolo del voto popolare, ma questo scenario ha minime chance di avverarsi. Ad Obama basta conquistare il 18% circa dei delegati da assegnare, e ciò accadrà con ogni probabilità dopo che gli elettori avranno posto le ultime schede nel più partecipato ciclo di primarie della storia americana.

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