sabato 21 giugno 2008

Latino Decisions

Pacific Market Research, insieme a due politologi dell'Università di Washington, ha condotto un'inchiesta su uno dei gruppi sociali che deciderà l'esito delle prossime presidenziali, i latinos.

Il 4 Novembre l'elettorato di origine ispanica dovrebbe rappresentare l'8% dei votanti, e molti di essi saranno concentrati in alcuni Swing States essenziali per la vittoria della Casa Bianca come Florida, New Mexico, Nevada o Colorado. Nonostante le difficoltà alle primarie, Barack Obama sembra essere riuscito a recuperare i molti ispanici che avevano preferito Hillary Clinton.

John McCain si trova invece in netto svantaggio, benchè sia stato promotore di una sanatoria dell'immigrazione clandestina, poi fallita, assolutamente condivisa dai latinos. Bush corteggiò insistentemente gli ispanici, e i frutti si videro nel 2004, quando Stati come Florida e New Mexico furono appannaggio del candidato repubblicano anche in ragione del crescente sostegno dei latinos, che negli anni '90 così come nel 2000 avevano scelto nettamente, con un rapporto di 2 a 1 e superiore al 70% nel 1996, i candidati democratici. Le polemiche sul progetto di sanatoria dell'immigrazione clandestina, sponsorizzata dalla Casa Bianca ma avversata dai Repubblicani più conservatori, capeggiati dal duro e puro Tom Tancredo, hanno reciso i legami tra Gop e latinos, che nel 2006 furono essenziali per la riconquista Democratica del Congresso.


A 1 anno e mezzo di distanza le cose non sembrano essere cambiate. Gli ispanici preferiscono Obama in modo netto ed omogeneo, con un lieve recupero di McCain solo nella fascia di età più anziana. Solo la Florida vede un sostanziale equilibrio tra i due candidati, ma ciò è un segnale di allarme per McCain. Nel Sunshine State la metà degli ispanici è formata dai cubano-americani, i quali sono anti-castristi e anti-comunisti viscerali e di conseguenza più propensi a votare per i Repubblicani. Se in Florida Obama riesce ad essere testa a testa tra i latinos, negli altri Stati la presumptive nominee democratica è invece largamente in testa. Dai puertoricani di New York ai messicani del Texas, i latinos sembrano essere tornati ai tempi di Bill Clinton, quando circa il 70% degli ispanici votava per il candidato presidente dei Dems.

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