La Georgia è il sogno forse irraggiungibile del candidato democratico: l'alta percentuale di afro-americani e i numerosi college presenti nello Stato potrebbero spingere Obama ben oltre il voto di Kerry, che si fermò poco sopra il 40%. In caso di forte delusione dell'elettorato repubblicano, McCain potrebbe perdere voti a causa di Bob Barr, un'ex Rappresentante Gop della Georgia alla Camera, candidato alla presidenza dal Partito Libertario. Lo Stato è ricco di cristiano evangelici che portarono Huckabee alla vittoria alle primarie del SuperTuesday, un elettorato freddo verso il senatore dell'Arizona. Un margine di distacco di 10 punti non è entusiasmante, ma significa comunque che Obama ha spazi politici per sfidare il suo avversario repubblicano in uno degli Stati conservatori più importanti per il Gop. Un gap ancora inferiore separa Obama da McCain in Arizona, un risultato deludente per il candidato del Gop considerando che si tratta dello Stato che rappresenta al Senato da ormai 22 anni.
lunedì 30 giugno 2008
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen e SUSA
La Georgia è il sogno forse irraggiungibile del candidato democratico: l'alta percentuale di afro-americani e i numerosi college presenti nello Stato potrebbero spingere Obama ben oltre il voto di Kerry, che si fermò poco sopra il 40%. In caso di forte delusione dell'elettorato repubblicano, McCain potrebbe perdere voti a causa di Bob Barr, un'ex Rappresentante Gop della Georgia alla Camera, candidato alla presidenza dal Partito Libertario. Lo Stato è ricco di cristiano evangelici che portarono Huckabee alla vittoria alle primarie del SuperTuesday, un elettorato freddo verso il senatore dell'Arizona. Un margine di distacco di 10 punti non è entusiasmante, ma significa comunque che Obama ha spazi politici per sfidare il suo avversario repubblicano in uno degli Stati conservatori più importanti per il Gop. Un gap ancora inferiore separa Obama da McCain in Arizona, un risultato deludente per il candidato del Gop considerando che si tratta dello Stato che rappresenta al Senato da ormai 22 anni.
domenica 29 giugno 2008
Presidential Tracking/6-29
Nel campione di Gallup il distacco nell'identificazione politica tra Democratici e Repubblicani è comunque netto: nel secondo trimestre del 2008 tra Dems e Gop ci sono 8.7 punti di differenza, il più grande distacco mai registrato tra i due major parties americani negli ultimi 20 anni. Un dato molto simile rispetto ai valori di identificazione politica rilevati da altri istituti che hanno registrato margini di Obama molto più ampi.
COLLEGIO ELETTORALE/ 6-29
sabato 28 giugno 2008
Sondaggio Nazionale / Time
Time rileva un elettorato democratico ancora scosso dalla lunga battaglia tra Hillary e Barack: ben il 26% degli elettori/sostenitori della senatrice di New York voterebbe McCain. Un ulteriore lascito dello scontro delle primarie è il basso risultato di Obama tra le donne, tradizionale punto di forza dei Democratici. McCain non riesce a sfruttare le divisioni dell'elettorato democratico per la sua debolezza tra i maschi e tra i bianchi, dove Bush dominò nel 2004. Il junior senator dell'Illinois registra a suo favore la netta crescita tra gli ispanici, mentre il -14 nel segmento cattolico è invero inquietante: essendo Obama cresciuto tra i latinos,ciò indica un'aperta ostilità tra i bianchi cattolici, gruppo sociale assolutamente decisivo per molti Stati in bilico.
Il campione sondato da Time è ancora molto incerto: il 17% è indeciso, e tra questi McCain ha un leggero margine di vantaggio, mentre il 46% degli indecisi non si è ancora formato un'idea sul candidato migliore. Ulteriore segnale di incertezza riguarda l'atteggiamento complessivo dell'elettorato: il 28% afferma di poter cambiare idea come November.
Sondaggio Nazionale / Franklin&Marshall
Sondaggi negli Stati: Rasmussen, Survey Usa e Fairleigh Dickinson
Il New Jersey invece conferma la sua mutazione: 20 anni fa era una roccaforte repubblicana, ora fa parte del Solid Northeast, area di dominio dei Democratici. L'unica nota dolente del sondaggio di Fairleigh Dickinson è la freddezza dell'elettorato di Hillary Clinton nei confronti di Obama: solo il 60% di coloro che hanno votato alle primarie la senatrice di New York afferma di preferire il candidato democratico, mentre il 18% voterà McCain.
Unity, NH
Primo comizio di Hillary con Obama. A Unity, dove nelle primarie del New Hampshire conquistarono gli stessi voti, 107.
venerdì 27 giugno 2008
La strada per l'Unità
Unite for Change Rally with Barack Obama and Hillary Clinton
Join Barack Obama and Hillary Clinton for a rally in Unity, NH on Friday, June 27th. The event is free and open to the public.
There is NO ONSITE PARKING. Members of the public must take shuttles provided by the campaign to access the event.
Shuttles will begin running at 10:00 a.m. from the locations listed below. Tickets are REQUIRED to ride the shuttles. Unfortunately tickets are no longer available for this event.
Unite for Change Rally With Barack Obama and Hillary Clinton
Unity Elementary School864 Second NH TurnpikeUnity, NH 03773
Friday, June 27thShuttles service begins at 10:00 a.m.Gates Open at 11:00 a.m.
SHUTTLE LOCATIONS:
Mount Sunapee Resort1398 Route 103Newbury, NH 03255Map and Directions
Twin State Speedway282 Thrasher RoadClaremont, NH 03743Map and Directions
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen, Qunnipiac e Texas Lyceum
Minnesota e Wisconsin, dove Obama stravinse alle primarie, non sarebbero più da considerare Stati in bilico: il candidato democratico ha più di 10 punti di vantaggio. Obama vince nettamente tra gli indipendenti, e riesce anche a conquistare una risicata ma importante maggioranza nell'elettorato bianco. Le donne sono sempre più orientate verso i Dems in questi 2 Stati, mentre gli uomini sostengono Obama in modo meno netto.
In Colorado, unico Stato di questa indagine vinto da Bush nel 2000 e 20004, e Michigan il vantaggio della presumptive nominee democratica è invece inferiore alla doppia cifra, attestandosi comunque al di là del margine di errore statistico. Al solito Obama è in testa tra le donne, mentre in questi due Stati McCain riesce a prevalere tra gli uomini. Obama perde di poco il voto bianco in Michigan così come in Colorado, ma le minoranze etniche riescono a ribaltare la situazione. Particolarmente confortante è l'importante margine di vantaggio - 62 a 36- del candidato democratico nell'elettorato ispanico in Colorado.
giovedì 26 giugno 2008
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen e SUSA
In Nebraska i Democratici non vincono dal 1964, e sembra che il ciclo continuerà ad essere favorevole al Gop. Il Missouri è invece motivo di preoccupazione per Obama. Survey Usa registra una crescita del distacco da McCain nel Bellwether State. Dal 1904 ad oggi, solo Adlai Stevenson nel 1956 ha vinto in Missouri e perso la Casa Bianca. Alcuni dati del sondaggio rilevano interessanti spazi politici, se non qualche errore. I due candidati si dividono equamente il voto giovanile(18-34), un'insolita eccezione in un gruppo dominato da Obama. Inoltre Obama perderebbe di 5 punti nell'area metropolitana di Kansas City, dove vinse alle primarie contro la Clinton. Questa zona, seppur meno favorevole ai Democratici rispetto all'altra grande città del Missouri, St. Louis, è tradizionalmente appannaggio dei candidati dei Dems. Nel 2004 vinse Kerry, un candidato di minor appeal rispetto al Midwesterner Obama in Missouri. Nelle midterm 2006 l'area di Kansas City consegnò la vittoria a Claire McCaskill, e di conseguenza un seggio fondamentale per la riconquista del Senato.
mercoledì 25 giugno 2008
Sondaggio Nazionale / LA Times Bloomberg
Il tema più importante per la metà degli elettori è l'economia: Obama vince in questo segmento del campione 47 a 34, un margine praticamente identico all'orientamento di voto complessivo.
Sondaggi negli Stati/ PPP e SUSA
SurveyUsa pubblica due sondaggi a livello statale. In New Mexico il margine di Obama è di 6 punti inferiore rispetto a quello registrato da Rasmussen ieri. Decisivo per la vittoria è il voto ispanico, che al momento preferisce il candidato democratico in un rapporto di 2 a 1. In Indiana la sfida tra McCain e Obama sarebbe molto equilibrata, una sorpresa vista la tradizione repubblicana dello Stato. L'identificazione politica vede prevalere i Democratici, un dato un pò sospetto. Le primarie dell'Indiana a maggio furono molto partecipate, tanto che si recarono alle urne più persone rispetto ai voti totali raccolti da Kerry nel 2004, e mostrarono una particolare forza di Obama, che riuscì sostanzialmente a pareggiare smentendo i sondaggi della vigilia. Lo Stato si trova nelMidwest, zona di provenienza di Obama, e ha una parte del suo territorio, quella nord occidentale, legata all'area metropolitanza di Chicago. Rendere competitivo uno Stato vinto da Bush con più di 20 punti percentuali sarebbe già un successo. Nel 2006 tre distretti congressuali furono strappati, a sorpresa, ai Repubblicani.
martedì 24 giugno 2008
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen, SUSA e GSG
Susa vede invece una gara estremamente equilibrata in Oregon, ma come nel caso del Minnesota di qualche giorno fa l'allocazione geografica del voto stupisce. Il margine di Obama nell'area di Portland sembra troppo basso per una zona così spiccatamente progressista. Susa registra invece 30 punti di distanza tra Obama e McCain nell'area di Seattle, un solco che sposta lo Stato di Washington nella colonna democratica. Seattle e Portland sono due città politicamente gemelle, e probabilmente la verità è nel mezzo. Lo Utah andrà al Gop anche in caso di ecatombe elettorale, senza dubbio alcuno.
Rasmussen registra un incremento del distacco di McCain in Pennsylvania, anche se ancora contenuto. Sorprendentemente, nello Stato di Philadelphia e Pittsburgh il vantaggio di Obama è costruito sul supporto dell'elettorato maschile. Il candidato democratico deve ricompattare il suo elettorato in Pennsylvania, ancora memore di una campagna elettorale per le primarie troppo elitaria e quasi rancorosa. Il 69% degli elettori democratici sostiene Obama, circa 10 punti sotto la media nazionale delle varie indagini demoscopiche: un incremento del loro consenso garantirebbe senza eccessivi problemi lo Stato e i suoi fondamentali 21 EV.
lunedì 23 giugno 2008
COLLEGIO ELETTORALE/ 6-23
Presidential Tracking/6-23
sabato 21 giugno 2008
Latino Decisions
Il 4 Novembre l'elettorato di origine ispanica dovrebbe rappresentare l'8% dei votanti, e molti di essi saranno concentrati in alcuni Swing States essenziali per la vittoria della Casa Bianca come Florida, New Mexico, Nevada o Colorado. Nonostante le difficoltà alle primarie, Barack Obama sembra essere riuscito a recuperare i molti ispanici che avevano preferito Hillary Clinton.
John McCain si trova invece in netto svantaggio, benchè sia stato promotore di una sanatoria dell'immigrazione clandestina, poi fallita, assolutamente condivisa dai latinos. Bush corteggiò insistentemente gli ispanici, e i frutti si videro nel 2004, quando Stati come Florida e New Mexico furono appannaggio del candidato repubblicano anche in ragione del crescente sostegno dei latinos, che negli anni '90 così come nel 2000 avevano scelto nettamente, con un rapporto di 2 a 1 e superiore al 70% nel 1996, i candidati democratici. Le polemiche sul progetto di sanatoria dell'immigrazione clandestina, sponsorizzata dalla Casa Bianca ma avversata dai Repubblicani più conservatori, capeggiati dal duro e puro Tom Tancredo, hanno reciso i legami tra Gop e latinos, che nel 2006 furono essenziali per la riconquista Democratica del Congresso.
A 1 anno e mezzo di distanza le cose non sembrano essere cambiate. Gli ispanici preferiscono Obama in modo netto ed omogeneo, con un lieve recupero di McCain solo nella fascia di età più anziana. Solo la Florida vede un sostanziale equilibrio tra i due candidati, ma ciò è un segnale di allarme per McCain. Nel Sunshine State la metà degli ispanici è formata dai cubano-americani, i quali sono anti-castristi e anti-comunisti viscerali e di conseguenza più propensi a votare per i Repubblicani. Se in Florida Obama riesce ad essere testa a testa tra i latinos, negli altri Stati la presumptive nominee democratica è invece largamente in testa. Dai puertoricani di New York ai messicani del Texas, i latinos sembrano essere tornati ai tempi di Bill Clinton, quando circa il 70% degli ispanici votava per il candidato presidente dei Dems.
Sondaggi Nazionali/Fox, Usa Today e Newsweek
Usa Today/Gallup registra un vantaggio maggiore per Obama, 6 punti percentuali, determinato dalla superiorità di Obama in 3 segmenti dell'elettorato: un significativo + 14 tra le donne, un enorme gap tra i giovani e un confortante + 12 tra gli indipendenti. In termini di distribuzione territoriale del voto, il candidato democratico è in testa, come da tradizione, sulle due Coste, mentre McCain trova il sostegno del Sud americano. Il Midwest, luogo caratterizzato da numerosi Swing States come Iowa, Michigan, Ohio, Missouri e Wisconsin propende per Obama, un dato confortante in termini di Collegio Elettorale.
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen, Insider Advantage, SUSA
La grande sorpresa demoscopica arriva dalla Georgia, sogno proibito della campagna di Obama. La presumptive nominee democratica ottiene un ottimo risultato tra gli elettori democratici e sopravanza McCain nel segmento degli indipendenti, tanto da ridurre il distacco subito da Kerry di quasi 15 punti. La presumptive nominee repubblicana è penalizzata dalla presenza del candidato del Partito Libertario, Bob Barr, che ottiene un (clamoroso) 6%. Barr è stato Rappresentante per il Gop del settimo distretto congressuale della Georgia alla House, e nell'indagine toglie in percentuale più voti a McCain che a Obama. Il 5% dei Democratici georgiani voterebbe Barr: nel 2004 il 13% dell'elettorato democratico scelse Bush, e quindi tendenzialmente anche questi sono voti sottratti al candidato del Gop.
Susa assegna l'Iowa ad Obama, con un vantaggio di 4 punti. Un margine discreto, considerando che nelle ultime due elezioni lo Stato è stato vinto con meno di 1 punto percentuale. Le donne dell'Iowa sono il gruppo decisivo per la vittoria di Obama, così come i giovani: un dato omogeneo a ciò che successe nel caucus di inizio gennaio che lanciò la campagna del junior senator dell'Illinois.
Rasmussen registra in New Hampshire, a differenza della Florida, lo stesso margine di vantaggio per Obama rilevato da ARG. Il New England uscirebbe dunque dalle speranze di McCain. Il West sarà invece il campo di battaglia principale delle presidenziali, come November. McCain si conferma molto forte in Nevada, Stato omogeneo e confinante alla sua Arizona. Obama tiene ravvicinato il suo distacco grazie al supporto delle donne, mentre gli indipendenti danno a McCain il margine decisivo per rimanere in testa.
venerdì 20 giugno 2008
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen e ARG
giovedì 19 giugno 2008
Country I Love, il primo spot di Obama
Primo post di Obama realizzato per le elezioni generali. Moderato e patriottico, davvero un buon inizio. Sarà trasmesso in Alaska, Colorado, Florida, Georgia, Iowa, Indiana, Michigan, Missouri, Montana, Nevada, New Hampshire, New Mexico, North Carolina, North Dakota, Ohio, Pennsylvania, Wisconsin e Virginia.
Tutti gli Swing States, più alcune sorprese di West e Sud che potrebbero realizzarsi, come November. Ecco il testo:
I’m Barack Obama.
America is a country of strong families and strong values. My life’s been blessed by both.
I was raised by a single mom and my grandparents. We didn’t have much money, but they taught me values straight from the Kansas heartland where they grew up. Accountability and self-reliance. Love of country. Working hard without making excuses. Treating your neighbor as you’d like to be treated. It’s what guided me as I worked my way up — taking jobs and loans to make it through college.
It’s what led me to pass up Wall Street jobs and go to Chicago instead, helping neighborhoods devastated when steel plants closed.
That’s why I passed laws moving people from welfare to work, cut taxes for working families and extended health care for wounded troops who’d been neglected.
I approved this message because I’ll never forget those values, and if I have the honor of taking the oath of office as president, it will be with a deep and abiding faith in the country I love
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen, PPP, SUSA
mercoledì 18 giugno 2008
Sondaggi negli Stati/Quinnipiac
Il ritiro di Hillary e la conclusione della primarie hanno ricompattato l'elettorato democratico, e di conseguenza Obama ha tratto beneficio dal nuovo scenario. McCain è invece sfavorito dalla forte, quasi incredible, impopolarità di Bush. Neanche un elettore su 3 apprezza l'operato dell'attuale presidente, un indubbio macigno per il candidato del Gop. Qui sotto i valori di approvazione e disapprovazione:
27 - 66 per cento in Florida
22 - 71 per cento in Ohio
24 - 72 per cento in Pennsylvania
Sondaggi negli Stati/ Rasmussen, PPP, SUSA, Civitas
martedì 17 giugno 2008
Sondaggio Nazionale / ABC-WP
Schiaffo o Carezza?
La reazione ufficiale del team Clinton è stata affidata al portavoce della senatrice di New York, che ha rimarcato come
Patti will be an asset and good addition to the Obama campaign. After nearly two decades in political life, she brings with her the ability to tap an extensive network that will be a huge asset to Senator Obama. As Senator Clinton has said, we’re all going to do our part to help elect Senator Obama as the next President of the United States.
Sondaggio Nazionale / Cook & RT Strategies
lunedì 16 giugno 2008
L'endorsement di AL GORE
Sondaggi negli Stati
vinto dai Repubblicani costantemente negli ultimi 40 anni, con la sola eccezione di Bil Clinton.
domenica 15 giugno 2008
Warner rinuncia al Ticket con Obama
Mark Warner, in corsa per per il seggio senatoriale della Virginia lasciato libero dal repubblicano John Warner, è il grande favorito per una delle sfide più importanti per il controllo del Senato. Governatore tra i più popolari della storia della Virginia, Mark Warner ha circa 20 punti di vantaggio sul candidato del Gop, Jim Gilmore. Per Larry Sabato Warner è l'unico democratico dello Stato - gli altri due Virginians presenti nella short-list sono Webb e Kaine - capace di regalare i 13 EV della Virginia ad Obama. Un'occasione persa per Obama, ma una notizia che farà tirare un sospiro di sollievo a Chuck Schumer, il responsabile del Democratic Senatorial Campaign Committee.
COLLEGIO ELETTORALE
Sondaggi Nazionali
sabato 14 giugno 2008
Sondaggi negli Stati
venerdì 13 giugno 2008
Sondaggi negli Stati
giovedì 12 giugno 2008
SCOTUS STILL RULES
Today's Supreme Court decision ensures that we can protect our nation and bring terrorists to justice, while also protecting our core values. The Court's decision is a rejection of the Bush Administration's attempt to create a legal black hole at Guantanamo - yet another failed policy supported by John McCain. This is an important step toward reestablishing our credibility as a nation committed to the rule of law, and rejecting a false choice between fighting terrorism and respecting habeas corpus. Our courts have employed habeas corpus with rigor and fairness for more than two centuries, and we must continue to do so as we defend the freedom that violent extremists seek to destroy. We cannot afford to lose any more valuable time in the fight against terrorism to a dangerously flawed legal approach. I voted against the Military Commissions Act because its sloppiness would inevitably lead to the Court, once again, rejecting the Administration's extreme legal position. The fact is, this Administration's position is not tough on terrorism, and it undermines the very values that we are fighting to defend. Bringing these detainees to justice is too important for us to rely on a flawed system that has failed to convict anyone of a terrorist act since the 9-11 attacks, and compromised our core values.
L'importanza della sentenza è davvero enorme. Politicamente perde Bush due volte. Uno dei pilastri della sua presidenza viene bocciato, mentre la rivoluzione conservatrice in seno alla Corte Suprema, l'organismo forse più importante del sistema costituzionale americano, è fallita. Le due nomine bushiane, Alito e Roberts, hanno sì rafforzato il blocco conservatore, passato da 3 a 4 giudici, ma una stabile maggioranza non esiste ancora, specie nelle materie politicamente più sensibili. Una presidenza Obama dovrebbe garantire la parola fine alla rivoluzione che l'intero movimento conservatore sogna, la fine del judicialism activism in favore delle preferred freedoms. Anche per questo i Democratici voteranno compatti per il loro candidato, in particolare le donne.
Obama rimbalza ancora
Sondaggi negli Stati
mercoledì 11 giugno 2008
Vice Inciampo
Lista della spesa ( Vice Presidente cercasi)
Sotto, una breve indicazione dei tratti salienti dei nomi della prima short list democratica.
- James Jones, ex generale della Marina e al vertice del Comando militare della Nato tra il 2003 e 2006
- Hillary Clinton, senatrice di New York e candidato più votato nella storia delle primarie
- John Kerry, senatore del Massachussetts e candidato democratico per la Casa Bianca nel 2004. Ha appoggiato Obama nelle primarie
- John Edwards, ex senatore della North Carolina, vice di Kerry e concorrente alle primarie 2008.
- Evan Bayh, senatore dell'Indiana, ex governatore dello Stato ed ex grande speranza del DLC. Ha appoggiato la Clinton nelle primarie
- Kathleen Sebelius, governatore dal 2002 del Kansas e uno dei primi big democratici a sostenere Obama
- Ted Strickland, governatore dell'Ohio e per molti anni Rappresentante alla House. Endorsement pro Hillary, ha escluso ieri la sua corsa al fianco di Obama
- Mark Warner, ex governatore della Virginia, in corsa per il Senato 2008. Il politico più popolare nello Stato Madre dei Presidenti
- Tim Kaine, governatore della Virginia, cattolico, tra i più ferventi sostenitori del rinnovamento rappresentato da Obama
- Jim Webb, senatore della Virginia, ex sottosegretario alla Marina nella Reagan Administration e fermo oppositore della guerra all'Iraq
- Bill Nelson, senatore della Florida ed esperto di questioni aerospaziali
- Jack Reed, senatore del Rhode Island, tra gli esponenti più liberal del caucus democratico
- Joe Biden, senatore del Delaware, tra i massimi esponenti democratici per i temi di politica estera, più volte candidato per le presidenziali(1984, 1988, 2004 e 2008)
- Chris Dodd, senatore del Connecticut e candidato alle presidenziali 2008
- Tom Daschle, ex leader di maggioranza al Senato, ex senatore del South Dakota, top adviser di Obama
- Sam Nunn, ex senatore della Georgia, moderato e sudista, grande esperto di questioni militari, attivo nella riduzione del rischio nucleare. Prossimo ai 70
2/3 almeno di questi nomi non hanno alcuna chance di entrare nel ticket con Obama. Non stupisce la ricerca di candidati dal cotè militare: la mancanza di esperienza nelle materie di sicurezza è il più grande difetto "elettorale" della presumptive nominee democratica.
Saggezza Appalachiana per Obama
Strickland, che vinse due anni fa il Buckeye State con una percentuale superiore al 60%, rimarca come in Ohio, uno dei Swing States per definizione, vincerà
the candidate who talks specifically and convincingly about the economic circumstances facing our state and our nation.
Obama è quel candidato, rimarca Strickland, politico cresciuto nella regione appalachiana dello Stato, la zona più ostile ad Obama lungo l'intero ciclo di primarie. L'Appalachia è una delle aree più povere degli Usa, dove più è vivida l'eco delle cattive notizie economiche di questi mesi.
Il governatore dello Stato che dal 1892 ha dato i suoi EV al vincitore delle presidenziali tranne in due elezioni(1944 e 1960) rimarca come ci siano due modi per correre in Ohio:
You can use the John Kerry approach, or you can use the Ted Strickland approach ... recognizing that Ohio is big and diverse, that there are different economies in Ohio, and it is important to reach out to all of Ohio
Obama ha ottenuto un risultato formidabile nelle primarie dello Stato nelle aree metropolitane, ma ha subito una sconfitta devastante nelle zone rurali, aree che nel 2004 consegnarono la vittoria decisiva per la Casa Bianca a George W Bush ma dove nel 2006 Strickland è riuscito a vincere. Il candidato democratico alla Casa Bianca ha saggiamente deciso di affidare la propria campagna elettorale in questo Stato ad Aaron Pickrell, collaboratore di Strickland che ha guidato le mosse della Clinton nelle primarie del 4 marzo.
Qualche giorno fa LA Times riferiva invece dei problemi di John McCain: il candidato repubblicano si è scontrato con la leadership dei Citizens for Community Values, l'associazione religiosa legata all'influente Focus on The Family. Citizens for Community Values sponsorizzò il referendum contro i matrimoni gay che fu una delle chiavi per l'alta partecipazione dei cristiano evangelici nelle presidenziali di 4 anni fa, elemento essenziale per la vittoria di Bush che si impose per circa 120 mila voti, un distacco pari a circa 2 punti percentuali.
L'Ohio è una delle prime preoccupazioni di McCain: nessun repubblicano è stato mai eletto alla Casa Bianca senza vincere in questo Stato.
martedì 10 giugno 2008
All'alba dei Primi Rimbalzi
I sondaggi mostrano il primo (rim)balzo in avanti di Obama. Tipico effetto post nomination. Nel weekend la percezione del quadro politico è inoltre cambiata grazie al messaggio unitario della Clinton. La compatezza dell'elettorato democratico regala il primo, discreto vantaggio demoscopico ad Obama nel monitoraggio quotidiano compiuto da Gallup e Rasmussen. Tanto bello quanto prematuro. Più confortanti per le chance del nostro (nuovo) eroe sono i dati economici. Il crollo del Dow Jones, il calo dell'occupazione e la benzina che costa un dollaro al litro dipingono uno scenario tombale per il partito al governo.
lunedì 9 giugno 2008
Proiezioni Elettorali
domenica 8 giugno 2008
Hillary Clinton appoggia Barack Obama
Hillary e il suo meraviglioso discorso di endorsement. Ennesima, straordinaria dimostrazione dei motivi per i quali è diventata il candidato che ha raccolto il maggior numero di voti nella storia delle primarie.
Thank you very, very much. Well, this isn't exactly the party I'd planned, but I sure like the company.
And I want to start today by saying how grateful I am to all of you, to everyone who poured your hearts and your hopes into this campaign, who drove for miles and lined the streets waving homemade signs, who scrimped and saved to raise money, who knocked on doors and made calls, who talked, sometimes argued with your friends and neighbors...
... who e-mailed and contributed online, who invested so much in our common enterprise, to the moms and dads who came to our events, who lifted their little girls and little boys on their shoulders and whispered in their ears, "See, you can be anything you want to be."
To the young people...
... like 13-year-old Anne Riddell from Mayfield, Ohio, who had been saving for two years to go to Disney World and decided to use her savings instead to travel to Pennsylvania with her mom and volunteer there, as well.
To the veterans, to the childhood friends, to New Yorkers and Arkansans...
... who traveled across the country, telling anyone who would listen why you supported me. And to all of those women in their 80s and their 90s...
... born before women could vote, who cast their votes for our campaign. I've told you before about Florence Stein (ph) of South Dakota who was 88 years old and insisted that her daughter bring an absentee ballot to her hospice bedside. Her daughter and a friend put an American flag behind her bed and helped her fill out the ballot.
She passed away soon after and, under state law, her ballot didn't count, but her daughter later told a reporter, "My dad's an ornery, old cowboy, and he didn't like it when he heard Mom's vote wouldn't be counted. I don't think he had voted in 20 years, but he voted in place of my mom."
So to all those who voted for me and to whom I pledged my utmost, my commitment to you and to the progress we seek is unyielding.
You have inspired and touched me with the stories of the joys and sorrows that make up the fabric of our lives. And you have humbled me with your commitment to our country. Eighteen million of you, from all walks of life...
... women and men, young and old, Latino and Asian, African- American and Caucasian...
... rich, poor, and middle-class, gay and straight, you have stood with me.
And I will continue to stand strong with you every time, every place, in every way that I can. The dreams we share are worth fighting for.
Remember, we fought for the single mom with the young daughter, juggling work and school, who told me, "I'm doing it all to better myself for her."
We fought for the woman who grabbed my hand and asked me, "What are you going to do to make sure I have health care?" and began to cry, because even though she works three jobs, she can't afford insurance.
We fought for the young man in the Marine Corps t-shirt who waited months for medical care and said, "Take care of my buddies over there, and then will you please take care of me?"
We fought for all those who've lost jobs and health care, who can't afford gas or groceries or college, who have felt invisible to their president these last seven years.
I entered this race because I have an old-fashioned conviction that public service is about helping people solve their problems and live their dreams. I've had every opportunity and blessing in my own life, and I want the same for all Americans.
And until that day comes, you'll always find me on the front lines of democracy, fighting for the future.
The way to continue our fight now, to accomplish the goals for which we stand is to take our energy, our passion, our strength, and do all we can to help elect Barack Obama, the next president of the United States.
Today, as I suspend my campaign, I congratulate him on the victory he has won and the extraordinary race he has run. I endorse him and throw my full support behind him.
And I ask all of you to join me in working as hard for Barack Obama as you have for me.
I have served in the Senate with him for four years. I have been in this campaign with him for 16 months. I have stood on the stage and gone toe-to-toe with him in 22 debates. I've had a front-row seat to his candidacy, and I have seen his strength and determination, his grace and his grit.
In his own life, Barack Obama has lived the American dream, as a community organizer, in the State Senate, as a United States senator. He has dedicated himself to ensuring the dream is realized. And in this campaign, he has inspired so many to become involved in the democratic process and invested in our common future.
Now, when I started this race, I intended to win back the White House and make sure we have a president who puts our country back on the path to peace, prosperity and progress. And that's exactly what we're going to do, by ensuring that Barack Obama walks through the doors of the Oval Office on January 20, 2009.
Now, I understand -- I understand that we all know this has been a tough fight, but the Democratic Party is a family. And now it's time to restore the ties that bind us together and to come together around the ideals we share, the values we cherish, and the country we love.
We may have started on separate journeys, but today our paths have merged. And we're all heading toward the same destination, united and more ready than ever to win in November and to turn our country around, because so much is at stake.
We all want an economy that sustains the American dream, the opportunity to work hard and have that work rewarded, to save for college, a home and retirement, to afford that gas and those groceries, and still have a little left over at the end of the month, an economy that lifts all of our people and ensures that our prosperity is broadly distributed and shared.
We all want a health care system that is universal, high-quality and affordable...
... so that parents don't have to choose between care for themselves or their children or be stuck in dead-end jobs simply to keep their insurance.
This isn't just an issue for me. It is a passion and a cause, and it is a fight I will continue until every single American is insured, no exceptions and no excuses.
We all want an America defined by deep and meaningful equality, from civil rights to labor rights, from women's rights to gay rights...
... from ending discrimination to promoting unionization, to providing help for the most important job there is: caring for our families.
And we all want to restore America's standing in the world, to end the war in Iraq, and once again lead by the power of our values...
... and to join with our allies to confront our shared challenges, from poverty and genocide to terrorism and global warming.
You know, I've been involved in politics and public life in one way or another for four decades. And during those...
During those 40 years, our country has voted 10 times for president. Democrats won only three of those times, and the man who won two of those elections is with us today.
We made tremendous progress during the '90s under a Democratic president, with a flourishing economy and our leadership for peace and security respected around the world.
Just think how much more progress we could have made over the past 40 years if we'd had a Democratic president. Think about the lost opportunities of these past seven years on the environment and the economy, on health care and civil rights, on education, foreign policy and the Supreme Court.
Imagine how far...
... we could have come, how much we could have achieved if we had just had a Democrat in the White House.
We cannot let this moment slip away. We have come too far and accomplished too much.
Now, the journey ahead will not be easy. Some will say we can't do it, that it's too hard, we're just not up to the task. But for as long as America has existed, it has been the American way to reject can't-do claims and to choose instead to stretch the boundaries of the possible through hard work, determination, and a pioneering spirit.
It is this belief, this optimism that Senator Obama and I share and that has inspired so many millions of our supporters to make their voices heard. So today I am standing with Senator Obama to say: Yes, we can!
And that together we will work -- we'll have to work hard to achieve universal health care. But on the day we live in an America where no child, no man, and no woman is without health insurance, we will live in a stronger America. That's why we need to help elect Barack Obama our president.
We'll have to work hard to get back to fiscal responsibility and a strong middle class. But on the day we live in an America whose middle class is thriving and growing again, where all Americans, no matter where they live or where their ancestors came from, can earn a decent living, we will live in a stronger America. And that is why we must help elect Barack Obama our president.
We'll have to work hard to foster the innovation that will make us energy independent and lift the threat of global warming from our children's future. But on the day we live in an America fueled by renewable energy, we will live in a stronger America. And that is why we have to help elect Barack Obama our president.
We'll have to work hard to bring our troops home from Iraq and get them the support they've earned by their service. But on the day we live in an America that's as loyal to our troops as they have been to us, we will live in a stronger America. And that is why we must help elect Barack Obama our president.
This election is a turning-point election. And it is critical that we all understand what our choice really is. Will we go forward together, or will we stall and slip backwards?
Now, think how much progress we've already made. When we first started, people everywhere asked the same questions. Could a woman really serve as commander-in-chief? Well, I think we answered that one.
Could an African-American really be our president? And Senator Obama has answered that one.
Together, Senator Obama and I achieved milestones essential to our progress as a nation, part of our perpetual duty to form a more perfect union.
Now, on a personal note, when I was asked what it means to be a woman running for president, I always gave the same answer, that I was proud to be running as a woman, but I was running because I thought I'd be the best president. But...
But I am a woman and, like millions of women, I know there are still barriers and biases out there, often unconscious, and I want to build an America that respects and embraces the potential of every last one of us.
I ran as a daughter who benefited from opportunities my mother never dreamed of. I ran as a mother who worries about my daughter's future and a mother who wants to leave all children brighter tomorrows.
To build that future I see, we must make sure that women and men alike understand the struggles of their grandmothers and their mothers, and that women enjoy equal opportunities, equal pay, and equal respect.
Let us resolve and work toward achieving very simple propositions: There are no acceptable limits, and there are no acceptable prejudices in the 21st century in our country.
You can be so proud that, from now on, it will be unremarkable for a woman to win primary state victories...
... unremarkable to have a woman in a close race to be our nominee, unremarkable to think that a woman can be the president of the United States. And that is truly remarkable, my friends.
To those who are disappointed that we couldn't go all of the way, especially the young people who put so much into this campaign, it would break my heart if, in falling short of my goal, I in any way discouraged any of you from pursuing yours.
Always aim high, work hard, and care deeply about what you believe in. And, when you stumble, keep faith. And, when you're knocked down, get right back up and never listen to anyone who says you can't or shouldn't go on.
As we gather here today in this historic, magnificent building, the 50th woman to leave this Earth is orbiting overhead. If we can blast 50 women into space, we will someday launch a woman into the White House.
Although we weren't able to shatter that highest, hardest glass ceiling this time, thanks to you, it's got about 18 million cracks in it...
... and the light is shining through like never before, filling us all with the hope and the sure knowledge that the path will be a little easier next time.
That has always been the history of progress in America. Think of the suffragists who gathered at Seneca Falls in 1848 and those who kept fighting until women could cast their votes.
Think of the abolitionists who struggled and died to see the end of slavery. Think of the civil rights heroes and foot soldiers who marched, protested, and risked their lives to bring about the end of segregation and Jim Crow.
Because of them, I grew up taking for granted that women could vote and, because of them, my daughter grew up taking for granted that children of all colors could go to school together.
Because of them, Barack Obama and I could wage a hard-fought campaign for the Democratic nomination. Because of them and because of you, children today will grow up taking for granted that an African-American or a woman can, yes, become the president of the United States. And so...
... when that day arrives, and a woman takes the oath of office as our president, we will all stand taller, proud of the values of our nation, proud that every little girl can dream big and that her dreams can come true in America.
And all of you will know that, because of your passion and hard work, you helped pave the way for that day. So I want to say to my supporters: When you hear people saying or think to yourself, "If only, or, "What if," I say, please, don't go there. Every moment wasted looking back keeps us from moving forward.
Life is too short, time is too precious, and the stakes are too high to dwell on what might have been. We have to work together for what still can be. And that is why I will work my heart out to make sure that Senator Obama is our next president.
And I hope and pray that all of you will join me in that effort.
To my supporters and colleagues in Congress, to the governors and mayors, elected officials who stood with me in good times and bad, thank you for your strength and leadership.
To my friends in our labor unions who stood strong every step of the way, I thank you and pledge my support to you.
To my friends from every stage of my life, your love and ongoing commitment sustained me every single day.
To my family, especially Bill and Chelsea and my mother, you mean the world to me, and I thank you for all you have done.
And to my extraordinary staff, volunteers and supporters...
... thank you for working those long, hard hours. Thank you for dropping everything, leaving work or school, traveling to places that you've never been, sometimes for months on end. And thanks to your families, as well, because your sacrifice was theirs, too. All of you were there for me every step of the way.
Now, being human, we are imperfect. That's why we need each other, to catch each other when we falter, to encourage each other when we lose heart. Some may lead, some may follow, but none of us can go it alone.
The changes we're working for are changes that we can only accomplish together. Life, liberty and the pursuit of happiness are rights that belong to us as individuals. But our lives, our freedom, our happiness are best enjoyed, best protected, and best advanced when we do work together.
That is what we will do now, as we join forces with Senator Obama and his campaign. We will make history together, as we write the next chapter in America's story. We will stand united for the values we hold dear, for the vision of progress we share, and for the country we love.
There is nothing more American than that.
And looking out at you today, I have never felt so blessed. The challenges that I have faced in this campaign...
... are nothing compared to those that millions of Americans face every day in their own lives.
So today I'm going to count my blessings and keep on going. I'm going to keep doing what I was doing long before the cameras ever showed up and what I'll be doing long after they're gone: working to give every American the same opportunities I had and working to ensure that every child has the chance to grow up and achieve his or her God- given potential.
I will do it with a heart filled with gratitude, with a deep and dividing love for our country, and with nothing but optimism and confidence for the days ahead.
This is now our time to do all that we can to make sure that, in this election, we add another Democratic president to that very small list of the last 40 years and that we take back our country and once again move with progress and commitment to the future.
Thank you all. And God bless you, and God bless America.