sabato 8 novembre 2008

Mappe che cambiano

Il 4 novembre del 2006 il miglior istituto di sondaggi statunitense, SurveyUsa, realizzò un confronto tra John McCain e Barack Obama. Il senatore dell'Illinois era allora su tutti i giornali per l'incredibile successo del suo secondo libro, The Audacity of Hope, uscito poche settimane prima. Il trionfo editoriale di Obama, senatore junior dell'Illinois, aveva generato nei media statunitensi un'enorme eccitazione sulla prima, credibile corsa di un afro-americano alla presidenza. Jesse Jackson ci aveva già provato, ma le sue erano sempre state sfide minoritarie già in partenza, al di là del fossato ideologoci che divide i due politici neri più famosi d'America. Nel 2006 John McCain era invece il repubblicano più popolare nell'opinione pubblica. La sua indipendenza da alcune delle posizioni più retrive dell'ala conservatrice del partito, come il sostegno alla sanatoria per gli immigrati clandestini, la presa di distanza dalla destra religiosa e l'appoggio alla lotta contro il cambiamento climatico, lo rendeva molto popolare tra i molti moderati che preferiscono i Democratici al Gop.


Nel novembre 2006 McCain vinceva in tutti gli Stati, ad eccezione di Illinois, Hawai e DC. Per quanto un sondaggio a due anni da una sfida elettorale appartiene più alla sfera della curiosità che al campo della demoscopia, l'ampio consenso del Maverick dell'Arizona dice molto sulla competizione appena conclusa, la cui mappa elettorale trovate qui sotto. La svolta conservatrice di McCain, che ha abbandonato ogni sua posizione moderata per compiacere la base e anche la dirigenza del partito, ha portato alla più clamorosa affermazione di un Democratico degli ultimi 44 anni. Considerendo che il trionfo di Johnson fu comunque la riconferma di un presidente in carica, si può notare come nessun candidato dei Democratici negli ultimi 100 anni ha conseguito una così netta vittoria al primo tentativo. Con l'eccezione di Franklin Delano Roosevelt, che però corse dopo 3 anni di recessione. La formidabile, e leggendaria, campagna elettorale di Obama ha ovviamente contribuito molto alla nuova mappa elettorale, ma il fatto vero di questa tornata elettorale è che le posizioni conservatrici che hanno caratterizzato l'Amministrazione Bush e la leadership repubblicana al Congresso sono ormai maggioritarie solo in 15 Stati americani, quelli colorati di rosso scuro nella cartina di Electoral-Vote e che rappresentano gli Stati vinti da McCain con oltre 10 punti di vantaggio.
Gli Stati Blu scuro, dove invece Obama ha distanziato il suo avversario di almeno 1o punti, sono invece 21. Nel 2004 invece gli Stati rosso scuro erano 22, contro 10 Stati intensamente blu. Il computo degli Stati non è però accurato del diverso peso elettorale e demografico. Tra i primi 10 Stati americani più importanti per popolazione Bush ne vinse 5, Texas, Florida, Ohio, Georgia e North Carolina, mentre Kerry prese l'altra metà più settentrionale, California esclusa, ovvero New York, Illinois, Pennsylvania e Michigan. Nel 2008 invece McCain è riuscito a vincere solo in Texas e Georgia, ribadendo così il nuovo ruolo di partito regionale del Gop. Capace di vincere solo dove ci sono insediamenti abitativi caratterizzati da una bassa intensità abitativa, Grandi Praterie e Stati delle montagne rocciose, oppure nelle povere zone dell'Appalachia e del Sud dove la situazione di disagio economico acuisce, in particolare nel Solid South, le conflittualità razziali ancora esistenti.

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