Gallup analizza la dinamica del
Presidential tracking dopo la nomination di Obama. L'istituto propone una divisione geografica del campione in 3 macro-aree: i
Blue States, gli Stati dove tradizionalmente vincono i Dems, i
Red States, dominati dal Gop, e i
Purple States, ovvero i
Battleground States dove si concentra la sfida tra i contendenti per superare quota 269 nel Collegio Elettorale. Come mostrato dal grafico qui sotto, realizzato da
Alan I. Abramowitz, Obama
è cresciuto in ognuna delle 3 zone da quando è diventato la presumptive nominee democratica.
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Nei
Blue States Obama passa dal
52% di Marzo-Maggio al
53%, mentre nei
Red States passa dal
39% al
40%, con un distacco di
10 punti da McCain- negli Stati democratici il candidato del Gop ha invece
16 punti di svantaggio. Nei fondamentali
Purple States Obama passa dal
46% al
48% nel periodo Giugno-Luglio, mentre McCain arretra al
40%, così che negli Stati in bilico il candidato dei Dems può contare su un più che discreto
+8.
Grazie alla maggiore consistenza demografica dei Red States, dove vive il
40% della popolazione americana, McCain riesce ancora a rimanere in partita. Il senatore dell'Arizona potrebbe anche permettersi di perdere i
Purple States se ciò avvenisse con un margine di svantaggio minimo. In questo modo potrebbe aggiudicarsi il Collegio Elettorale. La chiave della partita sarà il margine di vantaggio di Obama nei
Purple States: sopra il
2% ci sarà il primo presidente afro-americano, sotto questo soglia la notte potrebbe essere lunga come quella del 7 Novembre 2000.
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