giovedì 26 marzo 2009

Repubblicani contro Darwin

Dedicato al grande Fabrizio Pilotti

In Texas Charles Darwin rischia l’estinzione. I repubblicani dello Stato vogliono mettere in discussione la teoria dell’evoluzione, da sempre controversa negli Stati Uniti.

Nel Texas il consiglio direttivo del sistema educativo primario e secondario, Texas State School Board, voterà entro questa settimana per espellere Charles Darwin dalle scuole. Il presidente dell’organismo, il repubblicano Don McLeroy, ha intenzione di proporre ai 15 membri del consiglio un nuovo curriculum scientifico anti evoluzione. Secondo McLeroy, la vita sulla Terra è iniziata poco meno di 10 mila anni fa, e visto che mancano prove sulla veridicità della tesi darwiniana, è necessario che nelle scuole l’evoluzione sia messa in dubbio, tanto nelle parole degli insegnati quanto nei testi dei manuali. Il presidente dello State School Board è un ardente sostenitore del “disegno intelligente“, la teoria che spiega la nascita della vita con l’intervento diretto di Dio, cercando di ammantare di scientificità il testo biblico.

REPUBBLICANI CONTRO DARWIN - All’interno dello State School Board, composto da 15 persone elette dai cittadini, McLeroy può contare sull’appoggio di 7 social conservatives, l’ala fondamentalista del partito repubblicano, che è maggioritaria nel Gop di molti Stati sudisti. La minoranza democratica ha però formato una coalizione con 3 repubblicani moderati, contrari alle iniziative più scabrose proposte dal presidente, che in passato ha spinto per corsi di educazione che enfatizzassero solo l’astinenza come metodo per prevenire la gravidanza e le malattie trasmesse sessualmente. Il Texas è il quinto Stato per percentuale di adolescenti incinte. Il Gop texano ha votato nei giorni scorsi una risoluzione favorevole all’iniziativa di McLeroy, chiedendo anche agli esponenti più moderati presenti nello State School Board di appoggiare la mozione anti Darwin, nelle ultime settimane bombardati di telefonate e di email affinché desistessero dalla loro lotta pro evoluzione. Oggi (mercoledì) inizierà un confronto pubblico lungo 3 giorni dove il nuovo curriculum scientifico sarà discusso, e alla fine Darwin potrebbe non trovare più posto tra le pagine sfogliate da bambini e adolescenti locali. Il Texas conta su quasi 25 milioni di abitanti, ed è uno dei mercati più importanti per quanto riguarda la didattica scolastica. Se i testi dovessero essere riscritti, le case editrici venderebbero anche gli Stati vicini manuali dove la teoria dell’evoluzione della vita è pesantemente messa in discussione. Un importante dirigente del National Center for Science Education, Steven Newton, ha definito l’iniziativa dei repubblicani texani come uno dei più seri assalti mai portati alla scienza moderna.

UN’EVOLUZIONE CONTROVERSA - La teoria di Charles Darwin ha rivoluzionato la scienza moderna, ma sin dal primo apparire diventò subito molto controversa. Se il materialista Karl Marx dedicò il Capitale all’autore dell’Origine delle specie, la Chiesa cattolica non ha mai accettato completamente la tesi scientifica che cancellò il dettato biblico sulla Genesi della Terra. Nel 2005 il cardinale Christoph Schönborn, presidente della Conferenza episcopale austriaca, si schierò a favore del disegno intelligente sul New York Times, una posizione poi lodata da Benedetto XVI, che in un convegno a Castengandolfo disse di avere “l’impressione che sia stata la provvidenza ad averlo indotto a scrivere l’articolo sul New York Time“. Se Ratzinger ha fatto un passo indietro rispetto a Giovanni Paolo II, che definì più di un’ipotesi la teoria darwiniana, è negli Stati Uniti che l’evoluzione trova i suoi maggiori nemici. Una risoluzione come la 1580 passata dal Consiglio d’Europa nel 2007, che denuncia i pericoli del creazionismo, sarebbe impensabile in molti Stati. Negli anni venti l’America si divise sulla sfida pro evoluzione lanciata dall’ACLU, l’unione per le Libertà civili, nello Stato del Tennessee, dove era vietato l’insegnamento di Darwin nelle scuole. A difendere la legge fu chiamato William Jennings Bryan, che in passato era stato per ben 3 volte il candidato presidente dei Democratici. Bryan, fervente religioso, si opponeva all’evoluzione sia perché metteva in discussione il dettato biblico, ma anche per il pericoloso cascame morale della selezione naturale. Negli anni precedenti infatti il darwinismo sociale era diventata la teoria preferita dei conservatori per fermare ogni riforma di progresso sociale. Negli anni dieci e venti, la Corte Suprema bocciò ogni legge statale di maggior tutela dei lavoratori, sposando la selezione naturale creata dal mercato. Bryan era un oppositore di questa tesi, tanto che riuscì a cavallo del ‘900 a spostare il partito democratico su posizioni populiste e critiche del libero mercato, una svolta che dura ancora oggi. Nel processo svoltosi di fronte alla Corte suprema del Tennessee, si contrapposero le due anime, quella populista rappresentata da Bryan e il progressismo nei diritti civili dell’ACLU, che poco tempo dopo si fusero nel liberalism roosveltiano.

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