È vero, come afferma Barberi, che non si può dire “che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere precursore di un forte evento”. Però lo sciame è in atto da mesi, è c’è quella mappa di probabilità, presentata ieri a Napoli da Gasparini, che afferma che la probabilità che nell’aquilano ci sia un sisma di magnitudo superiore a 5,5 tra il 2008 e il 2012 è del 30 per cento, il valore più alto in Italia. Il vertice si tiene nel 2009, che se non sbaglio è compreso in quell’ampio intervallo di tempo…
Eppure alla fine si decide di non fare nulla e di non dire nulla. Di non allertare la popolazione per non allarmarla (anche se la cittadinanza era già molto preoccupata), di non prendere nessuna misura (forse perché non ci sono quattrini in bilancio?). Si decide, insomma, di tenere le dita incrociate. Come ha detto un professore a Napoli ieri sera: in presenza di tanti segnali, perché non ci si è organizzati prima?
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