La gran parte degli istituti americani ha pubblicato sondaggi sul tasso di approvazione di Obama nei primi 100 giorni del suo mandato.
Rasmussen 55 43
SurveyUSA 58 38 4
Gallup 63 31
Quinnipiac 58 30 12
CNN 63 33 5
NBC/WSJ 61 30 9
Diageo/Hotline 62 33 6
CBS/Times 68 23 9
ABC/Post 69 26 4
FOX 62 29 8
Marist College 55 31 14
Pew 63 26 11
Su Pollster la media dei sondaggi è 61,1%, un risultato più che lusinghiero. A parte Quinnipiac e Marist, dove la quota di indecisi è però superiore al 10%, il tasso di approvazione di Obama è sempre sopra quota 60. Uniche vere eccezioni sono Rasmussen e SurveyUsa. RasRep utilizza lo screening degli votanti probabili, i cui criteri sono però forniti agli abbonati - non finanzio conservatori, tendenzialmente. SurveyUsa invece rileva molti più elettori repubblicani rispetto agli altri istituti, un dato che abbassa i valori di Obama. SUSA è anche l'unico istituto che rileva il consenso degli under 30( 34 in questo caso) sotto quota 60%, mentre per le altre case di sondaggi spesso Obama veleggia oltre il 70%. Il presidente ottiene un appoggio praticamente plebiscitario dalla base democratica, in particolar modo dalle minoranze etniche, decisive il 4 novembre per il netto successo elettorale. I bianchi sono ovviamente più tiepidi, in particolar modo la fascia d'elettorato più religiosa e più anziana. Gli indipendenti continuano ad appoggiare Obama, che in media un solido +20 nel rapporto approvo/disapprovo. In ogni sondaggio si trova il consueto gender gap, ovvero le donne sono più propense a riconoscersi nei Dems rispetto agli uomini, un elemento che caratterizza la politica americana da ormai tanti anni.
In sostanza, Obama è appoggiato in modo compatto dalla coalizione sociale che lo ha eletto - donne, giovani, minoranze etniche, liberal - ed ha trovato il consenso in alcuni parti dell'elettorato repubblicano, sostanzialmente gli indipendenti politicamente moderati. Secondo Gallup Obama ha il consenso di oltre il 70% di chi si definisce in questo modo - l'exit poll delle presidenziali indicava un solido 60%. Geograficamente, il NordEst si conferma una roccaforte progressista, il MidWest apprezza in modo significativo l'operato di Obama, mentre all'Ovest si nota qualche difficoltà in più. Considerando anche il discreto risultato al Sud, è probabile che una parte dell'elettorato libertario, particolarmente concentrato nel West, possa diffidare dell'eccessivo statalismo dell'Amministrazione.
mercoledì 29 aprile 2009
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