martedì 20 maggio 2008

SUPREMA IMPORTANZA


La Corte Suprema degli Stati Uniti sarà un tema centrale della prossima campagna elettorale. Il quotidiano più importante di Los Angeles, La Times, parla di due visioni opposte sulla più importante istituzione giudiziaria degli Usa che sarannodecisivo punto di confronto tra John McCain e Barack Obama. John McCain ha finora tenuto due importanti discorsi sulla sua proposta politica: oltre alla politica estera, il punto affrontato sulla politica interna è stata la Corte Suprema. Il presidente degli Usa ha il potere di nomina dei giudici, condiviso con il Senato che può confermare o bocciare la proposta presidenziale. La maggioranza repubblicana al Congresso ha permesso a Bush di alterare l'equilibrio politico della Corte Suprema grazie alla nomina di John G. Roberts e Samuel Alito, due giudici cattolici e conservatori. La nomina di Roberts a Chief Justice, il presidente della corte, è servita a mantenere la guida del massimo potere giudiziario in campo conservatore, dato che ha sostituito il defunto William Rehnquist. La nomina di Alito ha però permesso il rafforzamento del lato destro della Corte, perchè ha tolto al campo progressista un prezioso alleato come Sandra Day O'Connor. Il giudice O'Connor, nominata da Reagan all'inizio del suo mandato, si era progressivamente spostata dal fronte destro della Corte, tanto da diventare nei casi riguardanti i poteri federali in materia economica un pilastro stabile della maggioranza progressista, da sempre propensa ad aumentare il peso dell'amministrazione nelle regolazioni decise a livello statale. La O'Connor era diventata nel corso degli anni un giudice molto criticato dai commentatori conservatori, che vedevano frustrate dal suo operato nella Corte le rivendicazioni storiche dei repubblicani in tema di giustizia costituzionale, ovvero la riduzione dei poteri federali e il superamento della sentenza Roe vs Wade, che individuò una tutela costituzionale e dunque intangibile alla scelta delle donne di abortire. La O'Connor si ricordò comunque del suo passato repubblicano quando insieme a Rehnquist, Thomas, Scalia e Kennedy fermò il recount in Florida, assegnando de facto la Casa Bianca a George W Bush.

McCain, anche per tranquillizzare e motivare la base religiosa dei repubblicani, che dai tempi della Warren Court e da Roe vs Wade ha nella Corte Suprema il suo avversario principale, ha promesso di proseguire la politica di Bush sulle nomine giudiziare, appuntando alla Corte Suprema e alle Corti di distretto federali giudici strictly constitutionalists, che rispettano la lettera delle leggi e non le interpretano in relazione ai mutamenti della società. Obama ha invece calde parole per il giudice Earl Warren, il Chief Justice che con la sentenza Brown vs Board of Education avviò la fine della segregazione razziale. Il senatore dell'Illinois ha espresso apprezzamento anche per il giudice David Souter, che insieme alla O'Connor e in parte al giudice Kennedy costituiva il centro della Corte durante gli anni della Rehnquist Court. Nel prossimo mandato è possibile che il presidente nomini almeno un giudice: John Paul Stevens, ormai vicino ai 90 anni, potrebbe dimettersi dalla Corte, specie se ci sarà un presidente democratico. L'occasione è comunque fondamentale anche per i repubblicani: se il giudice Stevens si dimetterà, un eventuale presidente McCain potrebbe scegliere un giudice conservatore, assegnando al fronte destro della Corte, composto da Roberts, Alito, Scalia e Thomas, il membro decisivo per avere una maggioranza stabile.

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