mercoledì 14 maggio 2008

LA WEST VIRGINIA ASFALTA OBAMA

A tempo ormai scaduto, Hillary Clinton coglie nelle primarie della West Virginia il suo successo elettorale più netto. Trascinata dal sostegno di ogni categoria sociale, con l’eccezione dei neri che compongono una parte minima dell’elettorato, la Clinton sfiora il 70% e riesce a conquistare tutte le contee nelle quali si suddivide il piccolo Stato, noto per le sue colline e le miniere di carbone. Obama ignora il risultato, e inizia dal Missouri il suo confronto a distanza con il candidato repubblicano, John McCain, anche se le sue difficoltà con l’elettorato della classe media bianca sono ancora una volta confermate. La West Virginia è uno Stato tra i più poveri degli USA, dove prevale una popolazione prevalentemente anziana che vive in aree collinari e rurali, e dove il lavoro scarseggia e le difficoltà economiche sono maggiormente avvertite. Uno Stato che rispecchia fedelmente la demografia dell’elettorato pro Hillary Clinton, la quale ottiene una vittoria schiacciante, con un margine di vantaggio di oltre 40 punti percentuali, in un’elezione caratterizzata dal solito alto tasso di partecipazione. La moglie di Bill Clinton ottiene un successo importante, però incapace di cambiare la dinamica della corsa, dato il numero di delegati abbastanza esiguo della West Virginia. Hillary Clinton può però ancora confermare come lei sia la candidata migliore per recuperare al partito democratico il consenso della classe media bianca, il gruppo sociale che ha determinato più di ogni altro il lungo ciclo repubblicano che sembra concludersi nel 2008.

APPALACHIA OSTILE PER OBAMA

La West Virginia è l’unico Stato che si trova interamente all’interno dell’Appalachia, la regione montuosa che separa la costa atlantica dalle pianure del Midwest, e che si estende dai campi di grano della Pennsylvania fino al Delta del Mississippi. Questa regione, tendenzialmente povera e popolata di lavoratori non altamente qualificati, aveva già premiato la proposta di Hillary Clinton, che ha costantemente riscosso un consenso molto ampio nelle precedenti primarie degli Stati come Pennsylvania, Ohio o Tennessee, che si trovano in questa zona. Non casualmente, nello Stato più “appalachiano” degli Usa Hillary ottiene la sua vittoria più netta, trovando l’appoggio anche dei bianchi più affluenti, che in altre primarie avevano appoggiato Obama. Il successo schiacciante è stato rivendicato con forza dalla moglie di Bill, che ha affermato la sua volontà di restare in corsa fino alla fine, sottolineando come nel secolo scorso nessun democratico sia arrivato alla Casa Bianca senza vincere in West Virginia, uno Stato dove il 60% degli elettori è registrato come democratico ma che nelle due ultime presidenziali ha premiato, anche nettamente, George W Bush. Obama ha mostrato ancora una volta di essere un candidato respinto dai democratici bianchi più moderati, noti anche come Reagan Democrats, che avvertono il senatore dell’Illinois come un liberal troppo elitario che non si preoccupa dei problemi della classe medio bassa. Nel discorso tenuto ieri in Missouri, Stato simbolo del Midwest, Obama ha evitato ogni commento sulla sua sconfitta in West Virginia, ma ha parlato esclusivamente delle sue proposte economiche capaci di risolvere i problemi del caro vita e dell’assistenza sanitaria, temi molto avvertiti dall’elettorato e che hanno causato, insieme all’Irak, il crollo della popolarità della presidenza Bush.


Il lungo ciclo delle primarie si avvicina alla conclusione, e la penultima tappa si svolgerà in Kentucky e Oregon settimana prossima. Solo un doppio, e netto, successo della Clinton potrebbe riaprire una contesa che i Democratici giudicano già come finita. Nell’ultima settimana Obama ha superato per la prima volta la Clinton nel calcolo dei superdelegati, i dirigenti del partito che sono membri di diritto della Convention. L a demografia e i sondaggi prevedono un pareggio tra la Clinton e Obama, che dovrebbe vincere in Oregon con buon margine di vantaggio. L’annuncio della nomination da parte di Obama potrebbe arrivare già martedì, ma la probabile contestazione del risultato da parte della Clinton consiglia di aspettare la riunione della commissione regolamentare della Convention democratica, che a fine maggio deciderà il destino dei delegati di Michigan e Florida, Stati che hanno visto l’annullamento delle loro primarie per aver svolto le elezioni prima del SuperTuesday.

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