mercoledì 6 gennaio 2010
Il giorno dei ritiri democratici
Piccolo terremoto in casa democratica. Due senatori, Byron Dorgan del North Dakota e Chris Dodd del Connecticut, hanno annunciato il loro ritiro, così come il governatore del Colorado, Bill Ritter, non cercherà un secondo mandato. Se la notizia della rinuncia di Dodd è in realtà una buona notizia, visto il drastico calo di popolarità del senatore del Connecticut, che ha al momento valori simili a quelli di Corzine, il ritiro di Dorgan è un piccolo grande dramma. Il North Dakota è uno Stato conservatore, ma a livello federale elegge democratici moderati senza alcun problema, tanto che l'intera delegazione congressuale è di segno Dem. Il governatore dello Stato, il repubblicano Hoeven, era favorito nei sondaggi, ma non aveva ancora annunciato le sue intenzioni, data la popolarità di Dorgan, che da unico Rappresentante prima e poi da Senatore ha rappresentato il North Dakota per 30 anni. La mossa di Dorgan è uno shock per i democratici, che probabilmente dovranno aggiungere un altro seggio perso, con la conferma della supermaggioranza che attualmente hanno al Senato sempre più in bilico. Il ritiro di Ritter in Colorado è un altro segnale del clima di grande difficoltà causato dalla recessione, tanto che al momento sono pochi i governatori ad aver indici di approvazione superiori al 50%, specie negli Stati grandi e in quelli in mano ai Dems. A novembre ci saranno 22 "open seats" su 37 elezioni governatoriali, 11 repubblicani e 11 democratici, una situazione molto incerta.
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5 commenti:
andrea al senato se non erro ora siamo circa 60-40 per i DEM, al momento che numeri prevedi dopo le elezioni di novembre?
Al senato I Repubblicani hanno un grosso problema: il Missouri. I Democratici hanno mandato una candidata molto forte, Robin Carnahan la segretaria di stato, mentre i Repubblicani mandano il peggior candidato che potessero inviare, ovvero l'ex vice-capogruppo alla Camera Rob Portman, braccio destro di Tom DeLay (l'ex capogruppo Repubblicano pluri-indagato per frode e corruzione). Gli intelligenti del Missouri hanno convinto la sua oppositrice alle primarie, Sarah Steelman, a ritirarsi, e così lo "Show me state" è andato. Per il resto, io penso che i Democratici perderanno: Connecticut (Dodd s'è ritirato troppo tardi), Nord Dakota, Delaware, Pennsylvania, Arkansas, Colorado e Nevada, ma guadagneranno il Missouri. Dovrebbe finire 55-45 per i Democratici, resta la maggioranza, ma assai ridimensionata. Alla camera sarà testa a testa.
Lo scenario che fa Giovanni è credibile, specie se le cose rimarrano come ora. Se c'è una ripresa dei democratici - non impossibile - credo che sia possibile mantenere qualche seggio in più. Delaware se c'è il figlio di Biden, Blumenthal è molto popolare in Connecticut, Reid avrà molti soldi in Nevada, la Pa è cmq difficile per un conservatore come Toomey. Se proprio mi dovessi sbilanciare in questo momento, direi che i Dem alla Camera perderanno 20/25 seggi mentre al Senato dovrebbero rimanere sui 57 seggi.Però è ancora presto, nella primavera del 2006 Allen aveva 20 punti di vantaggio su Webb e poi ha perso, così come in Ohio a settembre la sfida tra Brown e De Wine sembrava competitiva ma finì in un semi landslide, + 17, per il democratico.
Brown vinse bene ma di "soli" 12,5 punti di vantaggio, mi ero confuso con la vittoria di Casey in Pa
be se il GOP riuscisse a riconquistare la camera dopo i disastri 2006 e 2008 sarebbe un grande risultato. il senato lo teniamo caldo per il 2012, quando confermeranno obama ;)
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