Il discorso di Obama si legge qui
martedì 30 giugno 2009
Con Obama arriva la Sharia
Perhaps people who are busy gushing over the Obama cult today might do well to stop and think about what it would mean for their granddaughters to live under sharia law. The glib pieties in Barack Obama’s televised sermonettes will not stop Iran from becoming a nuclear terrorist nation. Time is running out fast and we will be lucky if it doesn’t happen during the first term of this president. If he gets elected to a second term — which is quite possible, despite whatever economic disasters he leads us into — our fate as a nation may be sealed.
Secondo Sowell, par di capire, grazie a Obama l'Iran distruggerà gli Stati Uniti con una bomba nucleare, e imporrà la sharia sul suolo americano. Sowell è uno dei maggiori ispiratori di Ferrara, del comico Rocca e della blogosfera conservatrice italiana. Solo da noi si possono prendere in considerazione questi cadaveri.
Affogare qualche miliardo di persone
lunedì 29 giugno 2009
Ricci v. Sotomayor
Le autoreggenti di Silvio
domenica 28 giugno 2009
La prima legge contro il global warming
giovedì 25 giugno 2009
Una speranza per il presente
A chi piace Obama
Analisi del voto amministrativo
- A differenze delle europee 2009 e delle politiche 2008, che avevano registrato una significativa contrazione dei voti validi rispetto alle precedenti consultazioni ( -1.831.425 per le europee, -1.701.057 per le politiche), nelle provinciali 2009 ci sono solo 158.210 voti validi in meno.
- Il Pd perde oltre un milioni di voti, pari ad un poco confortante -5,5%. Il Pdl cala dell'1,32%. Risultati comparabili alle dinamiche delle europee. La Lega ottiene oltre il doppio dei consensi, così come come l'Idv, una prestazione analoga che mostra come con il sistema imposto dal Porcellum l'attuale quadro politico conceda un significativo vantaggio marginale al junior partner della coalizione. L'Udc, come alle europee, rimane stabile, mentre la sinistra "radicale", unita ai socialisti nei calcoli di Tp, subisce una contrazione comparabile a quella delle politiche, perdendo quasi 1 milione e mezzo di voti. Le varie liste civiche di supporto ai candidati presidenti rimangono costanti nel centrosinistra, mentre ottengono un ottimo incremento di 3 punti percentuali nel campo conservatore.
- I rapporti di forza si ribaltano nel Paese. Il centrodestra aumenta di 1 milione e 600 mila voti, pari ad un incremento di 9 punti percentuali. Il centrosinistra crolla e vede sparire 1 milione e 800 mila elettori, diminuendo di 9 punti. PD e Sinistra perdono circa 2 milioni e mezzo di voti, e IDV ne recupera solo un quarto. La Lega cresce indipendentemente dal PDL al Nord, il dato più interessante. Il centrodestra incrementa grazie alla strepitosa performance del partito di Bossi, che ottiene + 1.100.000 voti, e all'ottimo risultato delle liste civiche al Sud, dove si concentra la gran parte della loro crescita nazionale.
- Il centrodestra è maggioritario in 4 circoscrizioni su 5. Al Pd e ai suoi alleati rimane solo l'Italia centrale. Il Pdl ha una dinamica elettorale omogenea, mentre il PD perde in modo particolare al Sud e al Centro. Le Lega cresce anche al Centro, ma è nel NordEst dove trova i migliori risultati. La ex Sinistra Arcobaleno si è praticamente dissolta a Nord, mentre l'Idv cresce in modo omogeneo. Al Nord le liste civiche di destra ottengono un risultato minimo, mentre esplodono al Sud. Le liste civiche di sinistra ottengono invece risultati sostanzialmente omogenei.
- Alle provinciali le coalizioni delle politiche hanno ottenuto i seguenti risultati: PDL+Lega+Mpa : 47,8 (sottraendo le varie liste civiche 37,64). 2008: 46,8 PD+IDV: 35,4 (sottraendo le varie liste civiche 30,81). 2008: 37,5 UDC: 5,5 2008: 5,6 SA: 8,3 2008: 3,1
mercoledì 24 giugno 2009
Khamenei apre il fuoco
Le piazze calde di Mr. Obama
Dopo Il Cairo e l’apertura all’Islam, il voto fraudolento delle presidenziali iraniane accende il primo focolaio di una rivolta contro il regime dell’ayatollah. Per evitare il precipizio in Afghanistan, con i possibili drammatici risvolti in Pakistan e India, la nuova Amministrazione americana aveva aperto al dialogo verso Khamenei e Ahmadinejad, una linea diventata molto nebulosa e incerta dopo il caos seguito alle presidenziali.
CAUTELA PREVENTIVA – Le manifestazioni a favore di Mousavi che si susseguono nelle piazze di Tehran non sono state appoggiate da Obama, che però si è spinto a citare il simbolo della lotta afro-americana per il diritto al voto, Martin Luther King, nel chiedere la fine delle violenze contro i cittadini. Un intervento in linea con la cautela finora mostrata nell’affrontare lo scenario medio orientale. La politica estera di Obama, l’aspetto più apprezzato dall’opinione pubblica americana, porta avanti una linea pragmatica e moderata nelle svolte, al di là degli effetti speciali regalati dai comizi del presidente. Con un bilancio federale gravato da un deficit record, una recessione in pieno corso e due guerre da sostenere, l’Amministrazione preferisce glissare su nuove iniziative che potrebbero rivelarsi avventuristiche come un eventuale appoggio al fronte pro Mousavi. Alla Camera la legge di finanziamento alle due guerre attualmente in corso, Iraq e Afghanistan, è passata inoltre con una maggioranza molto risicata. Il testo era stato emendato al Senato con lo stanziamento al Fondo Monetario Internazionale sancito dal vertice del G-20 di Londra. L’ala liberal del gruppo democratico si è opposta a questo, preferendo un testo appositamente dedicato al FMI così da vincolarne le politiche e si è alleata con i repubblicani per bocciare la legge. Una liaison dangereuse che ha costretto la Casa Bianca a muoversi all’ultimo momento per convincere i parlamentari di maggioranza più scettici. Le legge è passata con 226 voti favorevoli contro 202 contrari, tra cui ben 32 democratici. Un ennesimo segnale d’allarme per l’Amministrazione, che non ha una maggioranza compatta in appoggio alla sua agenda. La Casa Bianca ha inoltre fatto pressione sul gruppo democratico alla House per temperare la risoluzione d’appoggio ai manifestanti iraniani, passata con un solo voto contrario, quello dell’isolazionista e libertario Ron Paul.
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martedì 23 giugno 2009
Più a destra del Texas e della Baviera
In Lombardia si perde dal 1994
Parlare di declino della destra quando si è espulsi dalla Regione più importante d'Italia è perfetta chiosa di una classe dirigente nazionale che da 15 anni non è capace di parlare a più di un terzo degli italiani, quelli che vivono sopra il Po.
lunedì 22 giugno 2009
Livespogling II turno amministrative
17 55 Grazie a Milano Penati passa in vantaggio all'11% dello spoglio. 50,4 per il presidente uscente. Tutti i dati li trovate dal mio amico Roberto Kuda Codazzi.
17 35 A Bubbiano Podestà 52,86, Penati 47, 14. Al primo turno Podestà 56,5 Penati 30,4. A Cassinetta di Lugagnano Penati passa dal 31 al 44,5, Podestà dal 51 al 55. A Gudo Visconti Penati al 53,3. Al primo turno era al 37. Sono gli unici Comuni che finora hanno concluso lo spoglio.
17 15 Prima proiezione TP su provinciali Torino Saitta 53/57 Porchietto 43/47. Torino sceglie ancora il centrosinistra.
16 55 15 sezioni su 1905, Milano, Podestà 50,4, Penati 49,6. Affluenza al 44,4 con 134 Comuni su 139. Sezioni di Paderno Dugnano, dove Podestà aveva 10 punti di vantaggio.
16 50
Liveblogging più aggiornato del mio su TP, Il Liberale e Giornalettismo.
16.45
Sporadico livespogling fino alle 18 .30/19. Per ora si tifa Filippo Penati a Milano e Luciano Porro a Saronno, oltre a tutti i candidati del PD.
Affluenza al 21
A Torino vince il centrosinistra
I leghisti sono andati a votare?
L'elettorato leghista sta andando a votare?
In questa tabella ho inserito le Province del Nord, tutte governate dal centrosinistra, e relativa comparazione tra affluenza al referendum e affluenza alle amministrative. Oltre al risultato della Lega alle europee, ho inserito la somma di Idv, Lista Comunista e Sinistra & Libertà, le forze di centrosinistra che come la LN hanno invitato i loro elettori all'astensione al referendum.
PROVINCIA | AFF. PROV. | AFF. REF. | LEGA EUR. | SINISTRA EUR. |
MILANO | 33,61 | 28,36 | 14,69 | 13,7 |
TORINO | 28,33 | 25,81 | 11,75 | 17,29 |
ALESSANDRIA | 34,26 | 30,61 | 15,36 | 12,7 |
VENEZIA | 32,03 | 28,64 | 20,35 | 13,26 |
BELLUNO | 28,38 | 26,20 | 26,98 | 11,92 |
ROVIGO | 31,76 | 27,87 | 18,83 | 10,53 |
Non si nota una particolare differenza tra il voto referendario e quello amministrativo, tenendo in considerazione della relativa forza delle forze di centrosinistra che hanno altresì invitato all’astensione.
Guardando ai Comuni, si nota una dinamica simile. Ho inserito i 3 comuni più leghisti della Provincia di Milano che vanno al ballottaggio, Saronno in Provincia di Varese, il comune al doppio turno dove la Lega va meglio in Provincia di Venezia e Albino, roccaforte leghista della Provincia di Bergamo. Forse solo ad Albino si nota una differenza notevole, segnale di una possibile mobilitazione dell’elettorato padano. Cose buone comunque per passare il tempo.
COMUNE | AFF. COMUN. | AFF. REF. | LEGA EUR. | SINISTRA EUR. |
CORNAREDO | 45,68 | 37,57 | 17,53 | 13,3 |
LAINATE | 42,16 | 36,54 | 16,82 | 13,29 |
MELZO | 45,55 | 37,81 | 16,33 | 11,89 |
ALBINO | 50,10 | 38,04 | 33,94 | 12,48 |
SARONNO | 41,54 | 34,32 | 18,31 | 11,8 |
SCORZE’ | 49,78 | 42,17 | 24,52 | 11,65 |
Affluenza finale Referendum sotto al 21%
TP ha elaborato anche un modello di previsione per singola provincia: si va dal massimo di Brindisi, sopra al 47%, al minimo di Olbia-Tempio, che dovrebbe attestarsi al 7%.
domenica 21 giugno 2009
Niente di meglio (dei grafici)
Yglesias spiega con la magnifica Nothing Better dei mitologici Postal Service la mania dei grafici che imperversa nella blogosfera liberal.
La spazzatura Neocon
3 sì
Unjust
The Iranian government must understand that the world is watching. We mourn each and every innocent life that is lost. We call on the Iranian government to stop all violent and unjust actions against its own people. The universal rights to assembly and free speech must be respected, and the United States stands with all who seek to exercise those rights. As I said in Cairo, suppressing ideas never succeeds in making them go away. The Iranian people will ultimately judge the actions of their own government. If the Iranian government seeks the respect of the international community, it must respect the dignity of its own people and govern through consent, not coercion. Martin Luther King once said - "The arc of the moral universe is long, but it bends toward justice." I believe that. The international community believes that. And right now, we are bearing witness to the Iranian peoples’ belief in that truth, and we will continue to bear witness.
Per seguire quello che sta succedendo in Iran, Andrew Sullivan è semplicemente indispensabile. L'intervento di Obama è appropriato. Condanna la repressione ma non prende un'esplicita posizione tra le parti in conflitto, e chiede al governo iraniano - quello di Khamenei e Ahmadinejad - di fermare le violenze per ottenere il rispetto della comunità internazionale. Nessuna evocazione di interventi esterni, che sarebbe semplicemente un assist alla repressione in questo momento, anche perché Tehran non è l'Iran. Ottimo il riferimento a MLK e alla lotta per il diritto di voto a lungo negato degli afro-americani, che alle orecchie del generico antiamericanismo dell'Islam suonerà conciliante . L'intervento si chiude chiarendo il compito attuale della comunità internazionale: testimonianza.sabato 20 giugno 2009
Empatia
I Millenials, la generazione dei nati dopo il 1978, ha nell'empatia, nella comprensione verso il prossimo, nella spinta verso un miglioramento complessivo della società uno dei suoi valori cardine. I Democratici sono giudicati "empatici"dal 73% del campione, mentre i Repubblicani sono contro l'empatia per il 58%. Da questa considerazione nasce la Generazione Obama.
58
venerdì 19 giugno 2009
I primi inciampi demoscopici
Il crollo del PD tra i laici
giovedì 18 giugno 2009
La voce liberal
Right now, the most important task of the U.S. government with regard to Iran is not regime change. The most important task is to persuade or coerce the Iranian government to give up the effort to produce nuclear weapons...The dissidents are the people we should be supporting, whose stories we should be telling. And we should be talking to them about the kind of support they want and need. They and we are aiming at, and have every right to aim at, regime change.
Regime change (it used to be called revolution) is our business, and we should embrace it
John Rawls per capire Obama
Leggere qui
mercoledì 17 giugno 2009
Una battuta che sarebbe piaciuta a Silvio
Just heard Obama is going to impose a 40 percent tax on aspirin because it's white and it works. http://twitter.com/gopgreenhouse
Peccato che non l'abbia sentita Berlusconi, Obama l'avrebbe comunque definito un amico personale.
La Netroots da Bill
martedì 16 giugno 2009
Le sfide di Virginia e New Jersey
Le primarie in Virginia e New Jersey hanno deciso i candidati che si sfideranno a novembre. I risultati delle sfide per il vertice dei due Stati saranno guardati con attenzione anche dagli schermi della Casa Bianca.
Nelle ultime due settimane si sono svolte le primarie nei due Stati che a novembre sceglieranno il loro Governatore. In New Jersey il miliardario Jon Corzine, attualmente alla guida dello Stato ed ex senatore democratico anti Bush, se la vedrà con il moderato Steven Lonegan. In Virginia si replicherà invece, in modo abbastanza curioso, la sfida tra Creigh Deeds e Bob McDonnell, che nel novembre del 2005 si fronteggiarono per il ruolo di Attorney General dello Stato. Uno scontro al fotofinish vinto dal secondo, esponente del Gop, per soli 300 voti. New Jersey e soprattutto Virginia sono due Swing States molto importanti per la strategia di una campagna presidenziale, e le elezioni daranno indicazioni utili per il 2012. Nel 2005 la vittoria di Tim Kaine in Virginia fece da modello per il successo inaspettato di Jim Webb al Senato del 2006 e soprattutto ispirò la campagna di Obama, che puntò sull’Old Dominion nonostante la sua fama repubblicana, strappandolo per la prima volta dal 1964 dalla colonna repubblicana. Prosegue qui
Iran
L'amicizia standard tra Obama e Berlusconi
Da prassi diplomatica ad esaltazione dinon-si-sa-quale ruolo del presidente del consiglio. Così avviene nella declinante Italia berlusconiana. A proposito di corifei di Silviuccio amico americano, Mario descrive perfettamente il comico più penoso di Broccolino
lunedì 15 giugno 2009
Il misterioso 40% del PDL
NORDOVEST 86,5 NORDEST 87,4 CENTRO 83,5 SUD 77,3 ISOLE 45
Alle europee il PDL conferma il 79,3 dei consensi conseguiti alle politiche dell'anno scorso. Se il PDL avesse ottenuto a livello nazionale il migliore risultato circoscrizionale, avrebbe assommato 11.911.806 milioni voti. Con quale - ipotetica - percentuale?
A voti validi invariati, il PDL avrebbe ottenuto il 38,9%. Ipotizzando una mobilitazione selettiva degli ipotetici elettori PDL mancanti, si arriverebbe invece al 37,5%.
Rimane il mistero dei numerosi sondaggi che indicavano una forchetta con il valore minimo del 40%, che sarebbe stato raggiungibile solo con un indice di conferma del voto delle politiche pari o superiore al 90%.
domenica 14 giugno 2009
Buon senso
Un partito deromanizzato, che valorizzi i territori; per cui si sta a Roma il meno possibile, si spostano risorse dal centro alla periferia - oggi le risorse finiscono tutte a Roma, mentre almeno la metà dev'essere redistribuita -, e in alcune zone ci si schiera al fianco di forze civiche e territoriali, sul modello dell'Unione per il Trentino di Dellai.
Il furto delle elezioni iraniane
Non sembrano poche le prove dei brogli elettorali occorsi nelle presidenziali iraniane. Su Tehranlive.org si possono seguire le proteste attualmente in corso nella capitale dell'Iran.
I veri risultati potrebbero essere questi, anche se molti dubbi rimangono, visto che i risultati paiono essere predeterminati:
Unofficial news - reports leaked results from Interior Ministry:
Eligible voters: 49,322,412
Votes cast: 42,026,078
Spoilt votes: 38,716
Mir Hossein Mousavi: 19,075,623
Mehdi Karoubi: 13,387,104
Mahmoud Ahmadi-nejad (incumbent): 5,698,417
Mohsen Rezaei (conservative candidate): 3,754,218
Botte a Caldo
Stanley Cup ai Pittsburgh Penguins
sabato 13 giugno 2009
Vince Ahmadinejad
Il sondaggio fuffa della destra cattolica
Ma c'è un altro aspetto ancora più incredibile. Se il 24% degli intervistati accusa Fini, il 22% indica l'insoddisfazione nei confronti dell'operato governativo, il 20% la disaffezione verso le istituzioni europee, il 12,5% le vicende personali di Berlusconi e il 10% le vicende locali del partito come causa di mancata conferma di voto al PDL. Di conseguenza, solo un quarto del campione ritiene Fini il maggior responsabile, contro più del 30, o 40% visto il ruolo di leader del PDL ricoperto da Berlusconi, che incolpa la figura del presidente del consiglio. Il margine di errore statistico è, bisogna sottolinearlo, molto elevato, quasi da exit poll.
Nella sintesi presente sul sito l'immagine di Fini troneggia come monito accusatore, mentre in realtà l'analisi del sondaggio mostra un notevole grado di inaffidabilità demoscopica, e dati che contraddicono la stessa sintesi riporta sul sito e ripresa qui. Il classico sondaggio fuffa all'italiana, buono per le veline dei giornali amici. Il direttore del Censur è membro di Alleanza Cattolica, una formazione appartanente alla destra religiosa più conservatrice, ed è uscito dall'UDC dopo la rottura con Berlusconi. Insomma, valore scientifico nullo che si spiega con i promotori dell'indagine. Uno dei numerosi casi che spiega lo stato disastroso della demoscopia italiana.
venerdì 12 giugno 2009
Tra Il Cairo e Main Street
Il discorso di Obama al Cairo ha riscosso il favore dell’opinione pubblica mondiale, ma il focus dell’Amministrazione rimane la politica interna. Il record negativo sull’occupazione statunitense spinge la riforma sanitaria, il punto cardine dell’agenda democratica
Il mondo è innamorato di Obama. Il primo presidente nero degli Stati Uniti, di origine africana e con un evidente carisma personale , miete consensi ed anche il mondo islamico ha accolto con grande favore il discorso del Cairo. L’enfasi delle prime reazioni si è subito affievolita, anche perché al netto della retorica nessuna apertura concreta è arrivata dal fronte più radicale della variegata galassia musulmana. Le imminenti elezioni presidenziali in Iran chiariranno se il principale avversario dell‘America - Cina e Russia a parte - punterà sul moderato riformismo dell’ex primo ministro Mousavi o premierà lo scontro promosso da Ahmadinejad. La questione nucleare, e l’appoggio dell’Iran ai movimenti terroristici dell’Islam radicale, rimarranno comunque sul tappeto anche con l’arrivo di un nuovo presidente. L’Amministrazione americana sembra però propendere più per un lungo lavoro di makeup dell’immagine degli Stati Uniti, un ruolo che riesce eccezionalmente bene ad Obama, che inizia ad assomigliare all’incarnazione del potere carismatico di weberiana memoria. La politica estera, al di là dei bagni di folla europei e dell’apprezzamento generalizzato dell’opinione pubblica mondiale, rimane però ancora in secondo piano rispetto alla difficile situazione interna, nonostante sia l’aspetto più apprezzato dagli americani secondo i sondaggi.
DISOCCUPAZIONE = IMPOPOLARITA’ - Il quadro demoscopico della presidenza Obama rimane molto confortante. Gli indici di approvazione dell’operato si sono stabilizzati su valori molto alti, intorno al 60%, così come il rapporto delle opinioni favorevoli/sfavorevoli premia in maniera netta i democratici rispetto ai repubblicani. Alcuni segnali di inquietudine però si scorgono già, e presto potrebbe arrivare il probabile calo. Storicamente si nota un legame - banalmente intuibile - tra l’andamento del tasso di disoccupazione e l’approvazione dei presidenti. La luna di miele di inizio mandato e l’indubbio fascino della personalità di Obama sono al momento i fattori decisivi, ma l’affascinante patina che ricopre l’attuale inquilino della Casa Bianca potrebbe rapidamente deteriorarsi. A maggio il tasso di disocuppazione è salito al 9.4%, il valore più negativo degli ultimi 25 anni. Nonostante i licenziamenti diminuiscano da alcuni mesi, le imprese non assumono e anche a giugno, così come nei prossimi mesi, l’indice dei senza lavoro dovrebbe essere superiore al 9%. Numeri molto pericolosi, simili a quelli che costarono una brusca sconfitta a Reagan alle mid-term del 1982, dopo che la sfavorevole situazione economica aveva trascinato verso il basso l’apprezzamento dell’ex governatore della California. John Judis, commentatore di The New Republic, ha previsto per Obama un destino molto simile a quello di Reagan, sottolineando l’inevitabile crollo del consenso nel caso di valori così negativi sull’occupazione. L’Amministrazione ne è consapevole, e la controversa semi nazionalizzazione di General Motors è il più palese tentativo di frenare l’impatto negativo della congiuntura sui posti di lavoro. Un’operazione non apprezzata però dall’opinione pubblica, perché la preferenza verso i fallimento era l’opinione maggioritaria riscontrata dalle indagini svolte sul bailout del colosso di Detroit.
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