venerdì 6 febbraio 2009

Obama e la Corte Suprema

Due blogger che apprezzo hanno scritto sulla Corte Suprema, e mi hanno fornito lo spunto per qualche osservazione. 
Francesco Costa ha definito perfetta la scelta del primo ispanico alla Corte, anche se forse per ragioni diverse dalle mie. Alessandro Tapparini si è invece concentrato sulle possibili contraddizioni del presidente Obama in materia di aborto. La linea giurisprudenziale di un'Amministrazione è fondamentale e seguirò  questo tema con grande attenzione nei prossimi mesi.

  • Ispanici: Un mio amico americano, di origini messicane,  ha sottolineato come nel cabinetto di Obama ci siano politici importanti di etnia ispanica, Ken Salazar e Hilda Solis.  Vero, e non lo volevo negare. Al di là dei problemi attuali della Solis - ancora tasse non pagate e audizione dilazionata - è però indubbio che i dipartimenti a loro assegnati siano sì importanti ma non centrali. Richardson Segretario, con Becerra come Rappresentante del Commercio, era una scelta molto sensata: basti pensare a quanto l'immigrazione messicana sia cresciuta da quando è stato introdotto il NAFTA. La centralità dell'elettorato ispanico nell' elezione di Obama,  e nel recente dominio democratico, non può inoltre essere nè dimenticata nè sottovalutata. Di conseguenza, anche per cercare di rendere permanente la presenza dei latinos nella coalizione sociale progressista, sarebbe opportuna una nomina di grande impatto. A me, che sono un clintoniano non pentito, sarebbe piaciuto molto Bill Richardson allo Stato. Visto che questa ipotesi è sfumata, una scelta ancora più rilevante sarebbe l'arrivo di un ispanico alla Corte Suprema.  I presidenti democratici nel passato hanno nominato il primo giudice ebreo - Woodrow Wilson con Louis Brandesi - e il primo giudice nero - LBJ e Thurgood Marshall. Anche per  queste scelte le due etnie votano i Dems con grande fedeltà . Credo che questa idea sia ben presente nella mente di Obama. Lo stesso Bush con la nomina, rivelatasi poi  fallimentare, di Gonzales come Attorney General aveva prefigurato una simile ipotesi.
  • Aborto e nomine di Obama: su questo non ci saranno dubbi, tranquilizzo(?) Alessandro. Il presidente è un giurista, e nel corso della sua carriera, prima accademica e poi politica, ha sempre espresso simpatia  e profonda condivisione per il filo costituzionale che unisce Louis Brandeis, Earl Warren e i giudici che hanno come propria stella polare la dottrina delle preferred freedoms enucleata dal giudice Stone. Rispetto all'eccessivo peso dei conservatori, visibile nel recente  DC v. Heller, le nomine che Obama farà riporteranno sano equilibrio nella Corte. Dalla lotta ai 4 Horsemen all'implementazione di Brown, tanto per citare due dei casi più famosi, la difesa della giurisprudenza progressista in ambito economico e civile è la quintessenza del pensiero liberal (Aclu, Naacp e potrei andare avanti ore). Obama è il miglior erede di questa visione, e pure gli exit poll delle recenti presidenziali mostravano come anche gli americani fossero stanchi di tetragoni conservatori come  Scalia, il tragicamente inetto Thomas oppure l'insulso Alito. Una pagina triste si è chiusa, si spera per sempre. E John Paul Stevens potrà ritirarsi in pace.

1 commento:

Alessandro Tapparini ha detto...

Caro Andrea, ti ringrazio per l'attenzione.

Sulla strumentalità della ipotetica nomina di un giudice ispanico, posso concordarenella misura in cui la si legga come un tentativo di consolidare la battuta di arresto che Obama ha messo a segno rispetto alla strategia "latina" dei repubblicani, che pure non va sottovalutata. La seconda amministrazione Bush ha avuto non uno ma due ministri latinos,non solo quello alla giustizia Alberto Gonzáles (laureatosi ad Harvard benché figlio di un muratore messicano semianalfabeta, e cresciuto in un bilocale a Houston assieme a sette fratelli - non ricordo grande commozione tra i blogger democratici nostrani per queste storie) ma anched quello al commercio Carlos Gutierrez. Nel 1996 Bob Dole, il candidato che il Grand Old Party schierò contro Bill Clinton, venne votato solo dal 21% degli ispanici; ma nel 2000, il texano George Bush ha ottenuto il voto del 35% dei latinos, e nel 2004 è arrivato al 44% (solo 11 punti sotto il candidato democratico John Kerry, mentre quattro anni prima Al Gore era sopra di quasi 30).

Dissento invece rispetto alla tua fiducia sulla lineare coerenza dell'Obama "giurista". Sulla "reazionaria" sentenza Heller, ad esempio, ti rammento quella che fu la sua nota a sentenza:

“I have always believed that the Second Amendment protects the right of individuals to bear arms, but I also identify with the need for crime-ravaged communities to save their children from the violence that plagues our streets through common-sense, effective safety measures. The Supreme Court has now endorsed that view, and while it ruled that the D.C. gun ban went too far, Justice Scalia himself acknowledged that this right is not absolute and subject to reasonable regulations enacted by local communities to keep their streets safe. Today’s ruling, the first clear statement on this issue in 127 years, will provide much-needed guidance to local jurisdictions across the country".