Rimane la perplessità per la nomina di Gregg Judd al Commercio. Il senatore repubblicano è un conservatore che votò per l'abolizione del dicastero che andrà a presiedere, e che ha ottenuto valori infimi di approvazione dai sindacati americani per quanto riguarda il suo record di voto nelle materie economiche. La ricerca del consenso bipartisan è una delle stelle polari di Obama, però la scelta mi sembra miope. I democratici non otterranno alcun beneficio al Senato dalle dimissioni di Judd, se non la probabile conquista del seggio del New Hampshire tra 2 anni. Non c'è poi nessun ispanico con un incarico davvero di rilievo al governo, e qui Obama dovrà trovare una soluzione adeguata - il primo latino alla Corte Suprema ?.
Obama ha però reagito prontamente alle vicissitudini. Prima il limite sui salari dei manager beneficiati dal bailout, poi una netta dichiarazione di intenti sulla linea politica , condivisa dalla grande maggioranza degli americani
In the past few days, I've heard criticisms that this [stimulus] plan is somehow wanting, and these criticisms echo the very same failed economic theories that led us into this crisis in the first place, the notion that tax cuts alone will solve all our problems, that we can ignore fundamental challenges like energy independence and the high cost of health care, that we can somehow deal with this in a piecemeal fashion and still expect our economy and our country to thrive.
I reject those theories. And so did the American people when they went to the polls in November and voted resoundingly for change.
Nessun commento:
Posta un commento