venerdì 6 febbraio 2009

Obama e l'immigrazione

Il presidente Obama ha firmato la legge che per la prima volta introdurrà una copertura sanitaria federale per le madri e i figli di immigrati. La normativa SCHIP era stata bocciata da Bush nonostante l’appoggio di alcuni congressmen repubblicani. Il nuovo presidente, figlio di un immigrato kenyota, dà così ascolto alle richieste di un gruppo sociale decisivo per la sua elezione, e per la messa in minoranza dei conservatori.

Nel 1998 il Presidente Bill Clinton, in un discorso all’Università di Portland, parlò in terminientusiastici di una nuova America, uguale nei valori fondamentali ma trasformata da fenomenimigratori che permettevano agli Stati Uniti di essere lo Stato occidentale caratterizzato dal maggior tasso di crescita demografica “Today, largely because of immigration, there is no majority race in Hawaii or Houston or New York City. Within five years, there will be no majority race in our largest state, California. In a little more than 50 years, there will be no majority race in the United States. No other nation in history has gone through demographic change of this magnitude in so short a time … [These immigrants] are energizing our culture and broadening our vision of the world. They are renewing our most basic values and reminding us all of what it truly means to be American.

GLI IMMIGRATI DIETRO IL SUCCESSO DI OBAMA - La magnitudo di questcambiamentodella società americana si è rivelata la sera del 4 novembre, quando un figlio di un immigrato kenyota ha conquistato la Casa Bianca. La coalizione sociale che ha portato il partito democratico a superare per la prima volta da 44 anni la soglia del 51% ad un’elezione presidenziale e a ottenere due incrementi consecutivi della maggioranza allaCamera dei Rappresentanti, fatto che non si verificava dal biennio 1962/1964, è figlia deifenomeni migratori che hanno cambiato i paradigmi prima della società e poi della politica americana. Barack Obama e i Democratici sono usciti trionfanti nelle elezioni del 4 novembre rimanendo comunque minoranza nell’America bianca, che ha ancora una volta condiviso la svolta conservatrice iniziata da Nixon e poi culminata nei “successi” dell’Amministrazione Reagan e nei fallimenti della presidenza Bush. Basandosi sugli exit poll delle presidenziali, si nota come il nuovo presidente abbia ottenuto un margine di voto nel segmento bianco dell’elettorato uguale ad Al Gore, ovvero 42 punti percentuali, mentre ha costruito il suo successo grazie all’82 per cento dei consensi portatogli dalle cosiddette minoranze razziali, ovvero gli afro-americani, gli americani di origine latina o asiatica e coloro che si identificano nel segmento ALTRO, composto principalmente da nativi americani e persone nate da matrimoni misti.  Il nuovo presidente Barack Obama è nato nel 1961, quando i bianchi, di origine anglosassone oppure europea, rappresentavano quasi il 90% della popolazione americana, e la minoranza razziale, pari al restante 10%, era composta unicamente dai neri.

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