venerdì 30 ottobre 2009

Lombardia in testa, per la prima volta

Le primarie ridisegnano la mappa del consenso all'interno del Partito Democratico. Al Congresso le regioni dove gli iscritti avevano partecipato di più erano Lazio, Campania ed Emilia, mentre la maggior partecipazione alle primarie si registra in Emilia Romagna, poi Lombardia (nona al Congresso) e Lazio. Un dato sicuramente più vicino rispetto alla distribuzione del consenso elettorale registrato alle europee e alle politiche 2008. Simili cambiamenti arrivano anche nei rapporti delle mozioni. Al Congresso la regione che più aveva contribuito al successo di Bersani erano Campania, Emilia e Lazio, seguite a poca distanza da Calabria, Puglia e Sicilia. Ora invece è l'Emilia che porta il maggior numero di voti, seguita dalla Lombardia e dal Lazio, con una diminuzione del peso delle regioni meridionali, dove Bersani ha ottenuto i migliori valori in percentuale. Ancora più sorprendente l'inversione dei rapporti di forza nella mozione Marino. Al Congresso era il Lazio di Bettini a portare di gran lunga la maggior parte dei voti, circa il 25% dei voti totali. Alle primarie invece la Regione dove Marino ottiene più consensi, in numeri assoluti, è la Lombardia, credo per la prima volta nella storia dei congressi del centrosinistra, superando di poche centinaia di voti il Lazio (56.713 a 56.038). Un'ennesima conferma dell'analisi di Lucia Annunziata sui liberal del Nord.

mercoledì 28 ottobre 2009

Contro gli economostri

La nuova edizione del bel concorso per brutte cose, Nonsolopuntaperotti. Tornerà utile anche dalle mie parti.

martedì 27 ottobre 2009

Il miglior sondaggio sulle primarie PD 2

Il miglior sondaggio è stato in realtà il Congresso. Avendo votato 466 mila democratici, era difficile se non impossibile aspettarsi grandi divergenze. E così è stato. Complimenti a Marino per essere riuscito a migliorarsi di 5 punti, unica sorpresa del voto.

Congresso

Pier Luigi Bersani - 55,13%

Dario Franceschini - 36,95%

Ignazio Marino - 7,92%

Primarie (92% dello spoglio)

Pier Luigi Bersani - 53,17% - 1,96

Dario Franceschini - 33,93% -3,02

Ignazio Marino - 12,90% +4,98

Il miglior sondaggio sulle primarie PD 1

Ad agosto ci furono molte polemiche su un sondaggio IPR pubblicato dal Riformista sulle primarie del PD. Quell'indagine si è mostrata molto buona, rilevando in modo accurato gli umori del popolo democratico in merito alla consultazione per la nuova leadership del partito. Il direttore Polito si prende la giusta rivincita. I commenti dei sondaggisti italiani furono abbastanza pietosi, segnalando ancora una volta lo stato carbonaro della demoscopia nel nostro Paese. Riposto sotto i dati.

Bersani 54%
Franceschini 35%
Marino 11%

L'affluenza è stimata tra i 2,5/3 milioni di elettori

lunedì 26 ottobre 2009

Arriva (un po' di) sanità pubblica negli Usa

Il leader di maggioranza al Senato, Harry Reid, ha annunciato che nella proposta di legge in materia di riforma sanitaria sarà contenuta la "public option", il fondo di assicurazione pubblica voluto con ogni forza dai liberal.

Analisi del voto

Prima analisi delle primarie. Nel voto giovanile c'è grande equilibrio, e vince di poco Franceschini, mentre Bersani arriva alla maggioranza grazie alla fascia di mezz'età, tradizionale bacino di consenso del centrosinistra. Marino invece diminuisce al crescere dell'età, mentre Franceschini ha la distribuzione di voto più omogenea.

Proporzioni

Alle primarie del PD hanno votato più di 3 milioni di persone. L'IDV ha preso alle europee 2 milioni e mezzo di voti, mentre la Lega si è attestata su 3 milioni e 100 mila voti.

sabato 24 ottobre 2009

Sondaggi primarie PD

Il sondaggio di Termometro Politico sulle primarie del PD. In testa Bersani, decide l'affluenza.

venerdì 23 ottobre 2009

Pippo for President

Rubo il titolo a Stefano, e posto con grande piacere l'ottima prestazione a Ballarò del mio amico Pippo Civati. A questo congresso abbiam preso una strada (poco per me) diversa, ma a me interessa quello che viene a partire dal 26 ottobre. E Pippo rimane indispensabile, in Lombardia e pure in Italia. Una delle risorse più preziose del PD. Giuseppe Civati for President.

Per Bersani, ora come 2 anni fa

2 anni fa venni casualmente intervistato dall'Unità all'Assemblea Costituente del Partito Democratico che elesse Veltroni. Avevo rimarcato come al Pd e al centrosinistra servisse una nuova proposta politica, più attenta al lavoro e all'impresa, per migliorare i suoi risultati al Nord, l'area politica decisiva del nostro Paese. Avevo speso il nome di Bersani, uno dei pochi ministri che si faceva vedere dalle nostre parti e provava a dialogare con quel pezzo di mondo. Da allora molte cose son cambiate, e credo che per raddrizzare la ditta il candidato migliore sia sempre Pierluigi Bersani. Le ragioni sono spiegate benissimo da uno dei parlamentari che più stimo, l'onorevole Daniele Marantelli, che ha scritto un appello per il Foglio a suo favore che sono molto contento di linkare.

giovedì 22 ottobre 2009

La public option arriva

Alla Camera dei Rappresentanti ci sono i voti per un'assicurazione pubblica legata ai tassi di Medicare, la versione più robusta tra quelle proposte al Congresso.

Contro il global warming

Il 65% degli americani reputa il global warming come un problema serio, mentre la metà è favorevole a porre limiti alle emissioni carboniche anche se ciò portasse ad un'energia più costosa. Scende la consapevolezza ambientale negli Stati Uniti, in particolare nei segmenti moderati dell'elettorato repubblicano ed indipendente. Rimane comunque maggioritaria la preoccupazione per il riscaldamento globale così come l'appoggio per soluzioni legislative a questo problema.

mercoledì 21 ottobre 2009

Virginia addio

Gli ultimi sondaggi non lasciano più speranze ai Democratici. La Virginia conferma la decennale preferenza per i governatori di un partito opposto a quello del presidente.

Le solite bugie sul global warming

Gli autori di Freakonomics hanno provato il numero iconoclasta anche sul riscaldamento globale, ma hanno raccontato solo un mucchio di bugie. Smascherate pure dallo scienziato più citato nel libro.

Si avvicina la riforma sanitaria

Il pubblico americano non è contrario alla riforma sanitaria dei Democratici, che potrebbe anche portare all'introduzione di una forte assicurazione pubblica. Come dice magistralmente Krugman The point is that reality is pushing for a more progressive reform than the Baucus bill. Truly, the facts have a liberal bias

martedì 20 ottobre 2009

I blog politici più letti in America

Technorati ha aggiornato i suoi criteri per classificare i siti, ecco i primi 50 tra quelli politici

1. HuffingtonPost (1)
2. Boing Boing
3. Daily Kos (8)
4. CNN Political Ticker (3)
5. Andrew Sullivan's Daily Dish (21)
6. The Caucus (New York Times)
7. Treehugger
8. Threat Level (39)
9. Think Progress (2)
10. 538 (10)
11. Talking Points Memo
12. Washington Wire (Wall Street Journal)
13. Michelle Malkin (14)
14. Ben Smith, Politico (22)
15. The Corner (National Review Online)
16. Pajamas Media
17. Hot Air
18. Political Radar (ABC News)
19. Crooks and Liars (13)
20. Newsbusters (5)
21. Glenn Greenwald (Salon) (4)
22. Marc Ambinder (The Atlantic)
23. Swampland (Time)
24. Powerline (9)
25. Redstate
26. Americablog
27. Firedoglake (20)
28. Gateway Pundit (11)
29. Matthew Yglesias (40)
30. Hit & Run (Reason)
31. Feministing
32. TruthDig
33. Buzzmachine
34. CQ Politics
35. Open Left
36. Hullabaloo (28)
37. Talk Left
38. Taegan Goddard's Political Wire (33)
39. Mother Jones
40. Pam's House Blend
41. MyDD
42. Balloon Juice
43. Stop the ACLU (41)
44. The Next Right
45. The Moderate Voice (33)
46. Feministe
47. Real Clear Politics
48. Atrios
49. Little Green Footballs
50. Wizbang

L'altro mondo dei conservatori repubblicani

Uno studio sui diversi valori e la differente visione del mondo della base conservatrice repubblicana. Una minoranza, bianca, anglosassone ed anziana, la più rilevante ma anche la più distante dal resto d'America.

lunedì 19 ottobre 2009

Il mio amico, democratico, Marcello

Il mio amico Marcello Saponaro ha annunciato il suo ingresso nel PD. Una bellissima notizia.

domenica 18 ottobre 2009

Le incredibili balle di Berlusconi

Grazie al sito più comico della blogosfera si può vedere Berlusconi raccontare che grazie a lui gli Usa e la Russia hanno firmato un trattato per la riduzione delle armi nucleari. Sembra di sentire le panzane raccontate dagli ubriachi al bar. Peccato solo che era il presidente del consiglio che parlava alla Festa del PDL.

sabato 17 ottobre 2009

Le mappe del Congresso PD

Termometro politico ha realizzato una serie molto interessante di mappe del Congresso PD. L'immagine sopra mostra l'allocazione geografica del consenso di Bersani, il candidato vincitore delle votazioni nei circoli. Bersani ha ottenuto i migliori risultati nel Sud "dalemiano, ma la sua seconda miglior regione è stata la Sardegna, dove l'appoggio di Soru non ha portato alcun beneficio alla causa di Franceschini. Le Regioni Rosse hanno votato in modo simile al Nord Ovest, mentre emerge una certa debolezza nel Lazio, da sempre il territorio più (sovra)rappresentato negli organigrammi nazionali.

venerdì 16 ottobre 2009

110 mila morti in Iraq

Le stime del governo iracheno indicano in 110 mila il numero delle vittime civili dell'azione militare promossa da Bush. Anche per questo i 2/3 degli americani reputano quella guerra un errore

giovedì 15 ottobre 2009

La pena di morte continua a vincere

Il 65% degli americani è favorevole alla pena capitale per chi è colpevole di omicidio. Valori simili a quelli rilevati da Gallup negli ultimi decenni. Maggioranza schiacciante di sostenitori delle condanne a morte tra i repubblicani, molta netta anche nel segmento indipendente. Tra i democratrici prevalgono i favorevoli per un solo punto percentuale, 48 a 47.

Hillary batte Obama

Hillary Clinton batte Obama con il 62% di opinioni positive a 56.

mercoledì 14 ottobre 2009

New Jersey in bilico

La sfida tra il governatore Corzine e il repubblicano Christie si è completamente riaperta. PPP mostra come si è eroso il consenso del candidato del Gop, favorito dalla mobilitazione selettiva dell'elettorato. Se l'anima democratica dello Stato si risveglia, non ci sarà partita.

Group

Christie % June

Christie % October

Daggett %

Lib. Dems

4

4

9

Mod. Dems

21

16

9

Cons. Dems

51

37

16

Mod. Reps

77

64

13

Cons. Reps

94

79

13

Independents

54

42

1

I 10 punti della riforma sanitaria

Il giornalista più preparato sulla materia sanitaria, Jonathan Cohn, elenca le 10 priorità per migliorare il sistema americano. 10 punti per i quali vale la pena combattere.

martedì 13 ottobre 2009

Primo passo della riforma sanitaria

La commissione Finanze del Senato ha approvato il testo delle riforma sanitaria preparato dal suo presidente Baucus. Ora il testo dovrà essere unito a quello della commissione HELP (Lavoro&Sanità) prima di arrivare al voto. E' un passo importante. Ai 13 democratici della commissione si è unita nel voto favorevole anche la senatrice del Maine, la repubblicana Olympia Snowe.

Le molte differenze tra le primarie Usa e quelle italiane

Tra 10 giorni il più grande partito d’opposizione del nostro Paese sceglierà il suo leader. Dopo la consultazione degli iscritti, una sorta di primo turno, il ballottaggio prevede che tutti i simpatizzanti e gli elettori del PD votino nei gazebo e nelle sezioni, allestiti dai militanti del partito, per decidere il terzo segretario in soli 2 anni. Questa fase è chiamata “primarie”, ma il nome dato non ha nulla a che fare con le elezioni che si definiscono come tali, che si svolgono solo negli Stati Uniti. Il nome “primary election” significa, anche senza essere cultori dell’ermeneutica o di Shakespeare, consultazioni che vengono prima rispetto alle secondarie, ovvero le elezioni generali , che col gergo veltroniano potremmo chiamare le “verarie”. Le primarie sono nate negli Stati Uniti circa un secolo fa, per democratizzare il processo di selezione dei candidati alla Camera dei Rappresentanti o alle assemblee legislative intermedie.

Fu un’importante riforma del movimento progressista, che mirava a sottrarre ai boss dei due partiti il controllo delle candidature, che spesso significava automaticamente elezione certa in una parte cospicua degli Stati Uniti . Una simile richiesta portò all’introduzione del XVII Emendamento, che permise ai cittadini di votare direttamente i Senatori, che fino ad allora erano nominati dalle assemblee legislative degli Stati. Ai partiti fu sottratta la fase organizzativa della consultazione, e la competenza fu assunta dai poteri pubblici locali. Questa è una prima, sostanziale differenza con le consultazioni organizzate dal PD. Il ruolo dei partiti nelle primarie americane è minimo, e consiste sostanzialmente nell’eventuale appoggio dei candidati, oppure a riconoscere il valore o meno di queste consultazioni. Un’altra sostanziale differenza è che le primarie sono indette per selezionare la quasi totalità dei candidati alle cariche monocratiche. Al seggio gli elettori americani possono determinare chi sarà il candidato del loro partito di riferimento per la carica di presidente, senatore, deputato, governatore, e via dicendo fino ai membri dei consigli scolastici, ovvero tutte quelle cariche per i quali è prevista un’elezione diretta, basata sull’uninominale maggioritario, nei mesi successivi. L’intero sistema istituzionale statunitense è modellato su questo principio: si vota la singola persona, collegata ad uno dei due partiti che esistono da ormai 150 anni.

Un’altra enorme divergenza legata al diverso quadro istituzionale è che le primarie sono indette nei singoli Stati in maniera autonoma, con molti mesi tra le une e le altre, pur essendo novembre il mese delle votazioni negli Usa. Il maggioritario uninominale e il federalismo sono dunque due pilastri indispensabili di queste consultazioni, elementi che mancano in Italia e determinano quell’incongruenza palesata più volte dal PD italiano. Negli Stati Uniti sarebbe totalmente inconcepibile poter votare per il candidato presidente ma non per il deputato o per il sindaco, cosa regolarmente fatta in Italia per le politiche 2008 e per le comunali di Roma, tanto per citare i casi più noti. Al contrario, la tradizione federalista del Paese ha sempre dato più rilevanza alle consultazioni territoriali, e l’ultima carica istituzionale per la quale sono state previste le primarie è proprio la Presidenza, in totale controtendenza rispetto a quanto avvenuto in Italia.

Fino agli anni ‘60 e ’70 la maggior parte dei delegati per la Convention nazionale erano decise dai partiti statali in modo autonomo, tanto che le primarie per gli altri incarichi determinavano le candidature,mentre il voto sul presidente era ritenuto inutile, un semplice concorso di bellezza. L’aspetto ancora più interessante deriva da un fatto spesso ignorato dai più, ovvero che ancor oggi una minoranza di Stati votano via Congresso – i citati ma mai compresi caucus – e non tramite primarie durante la fase di nomination. Lo stesso Barack Obama ha perso le primarie propriamente dette, ma è arrivato alla candidatura grazie al trionfo nei caucus, colpevolmente ignorati dalla campagna della Clinton. Una vittoria di apparato mai compresa dai suoi fan italiani. Alcuni critici hanno sostenuto che in America possono votare alle primarie solo gli elettori registrati ai partiti, ma questo è vero solo in parte, e denota la classica incomprensione del modello partito americano, che è una coalizione di 50 forze politiche, una per singola Stato, autonome e con proprie regole di funzionamento. 21 Stati non prevedono l’indicazione al partito per l’enrollment nelle liste elettorali, e tra i 29 che hanno la registrazione partitica ci sono primarie aperte o semi aperte che permettono anche agli elettori indipendenti o repubblicani di votare per i candidati democratici, o viceversa.

Ma il punto più incomprensibile per un cittadino statunitense è l’elezione del segretario, carica presente nei partiti americani ma di norma selezionata tramite i congressi, un incarico che raramente si traduce in una candidatura istituzionale successiva mentre nei Democratici italiani assume un ruolo (semi)padronale sul partito. Le uniche primarie a livello nazionale concepibili, molto vagamente, come tali furono quelle organizzate dall’Unione nell’autunno del 2005, benché il vincitore, Romano Prodi, fosse scontato. Una caratteristica che in realtà si ritrova anche negli Usa, perché quando gli incumbent – dal presidente in giù – corrono alle primarie per ottenere un mandato successivo spesso non ci sono candidati credibili a loro opposti. Le primarie del PD, che selezionano il proprio leader, sono un’altra cosa, e assomigliano ad un plebiscito – tutto il potere ad un solo uomo – che cristallizza la predominanza del potere centrale, che da 15 anni (almeno) ha distrutto la politica e la sua rappresentanza nei livelli territoriali.

Rappresentano l’inversione del processo di legittimazione che dalla base arrivava al vertice, tipica dei Congressi e anche del modello americano di selezione della nomination presidenziale. Assomiglia al vecchio popolo dei fax riesumato al gazebo, con il gruppo L’Espresso al posto delle televisioni di Berlusconi. Un esperimento che solo quando si è avvicinato al modello originario, come per le primarie di una carica elettiva e locale come quella del sindaco di Firenze, ha avuto successo. E se mai vi chiedete ancora a cosa servono le primarie presidenziali negli Stati Uniti, guardate che ruolo hanno avuto McCain, Kerry o Al Gore dopo averle vinte.

Per Giornalettismo

lunedì 12 ottobre 2009

Discesa afgana

I valori di Obama hanno subito il calo più significativo sull'Afghanistan.

Il Nobel muove poco

Il premio Nobel non ha cambiato sostanzialmente i valori di Barack Obama nei due tracking quotidiani di Gallup e Rasmussen. RasReports rileva una radicalizzazione delle opinioni, mentre per Gallup c'è stato un piccolo rimbalzo di tre punti percentuali. Il 56% complessivo è arrivato grazie alla crescita tra indipendenti (+9) e repubblicani, mentre tra i democratici le opinioni non sono mutate.

domenica 11 ottobre 2009

Marino un po' sottotono

Un bel discorso, ma visto il risultato del congresso più grinta sarebbe servita

Ottimo Dario

Ottimo intervento di Franceschini. Da inseguitore più che da segretario, ma ha toccato le corde giuste. Avrei preferito maggior attenzione su alcuni temi, ma è sua la palma del discorso più convincente.

Un buon Bersani

Discorso da segretario in pectore. Più che buoni contenuti, maggior brillantezza nei toni avrebbe giovato

Anche Martin Luther King

Fallows ricorda come anche il Nobel al reverendo Martin Luther King aveva suscitato scetticismo nell'America conservatrice. Nessuno ora lo contesta più.

Obama vince nel mondo

Prima del Nobel Barack Obama era riuscito a recuperare consenso per gli Stati Uniti nella maggior parte dei Paesi. Una svolta netta rispetto al disastro di Bush. L'unica area dove il nuovo presidente ha poco supporto è invece il mondo islamico.

Caos tedesco per la sinistra

In Saarland si avvicina la coalizione Cdu, Liberali e Verdi. Motivo principale è il ritorno alla politica regionale di Lafontaine, che in caso di coalizione rosso-rosso-verde avrebbe svolto il ruolo di padre padrone. Una situazione inaccettabile per gli ecologisti, che sembrano strappare al campo borghese molte concessioni programmatiche come l'abolizione delle tasse scolastiche (Studiengebühren), da sempre un mantra dei progressisti.
Il gruppo parlamentare della Linke ha invece appena approvato un documento che chiede lo smantellamento dell'Agenda 2010 e il ritiro immediato dall'Afghanistan. In pratica, la totale sconfessione di undici anni di governo socialdemocratico. Non stupisce che anche in Thüringen i vertici della Spd preferiscano un governo con la Cdu. Se Lafontaine e Gysi vogliono distruggere ogni speranza di governo per la sinistra tedesca, questa è la via giusta. Inconcepibile se si pensa, che pur nella più grave sconfitta della socialdemocrazia, nel voto di prima lista il campo progressista era equivalente a quello borghese.

Obama cresce

I sondaggi pre Nobel rilevano Obama costantemente sopra il 50%. La base di consenso del presidente è ancora molto solida, così come la polarizzazione dell'America non permette più valori di approvazione superiori a quota 60. In un anno, è cambiato poco o nulla.

venerdì 9 ottobre 2009

Anche meglio del Nobel

Barack Obama accetta con umiltà e modestia un premio per molti versi immeritato, anche se carico di suggestioni assai condivisibili.

Ottima compagnia

2 presidenti americani in carica avevano vinto il Nobel per la Pace. Theodore Roosevelt e Woodrow Wilson. Due progressisti, uno repubblicano, quando il Gop ragionava ancora, l'altro democratico. E' un'ottima compagnia.

Premio Nobel per la Pace

Obama ha vinto il Premio Nobel per la Pace. Per lo straordinario sforzo rivolto al rafforzamento della diplomazia e della cooperazione tra i popoli, e per la visione di un mondo senza armi nucleari. Un premio di incoraggiamento a proseguire sulla rottura con l'unilateralismo di Bush. In questo, molto condivisibile.


giovedì 8 ottobre 2009

Stabili

Il consenso/dissenso nei confronti della riforma sanitaria sembra essersi stabilizzato. Allo stesso modo appare il tasso di approvazione di Obama, che da ormai un paio di mesi gravita intorno al 53% ottenuto nelle urne.

Il nostro Presidente

Di fronte a certi vergognosi attacchi questo blog esprime apprezzamento e sostegno al lavoro del nostro Presidente della Repubblica, ringraziandolo per aver rispettato la Costituzione in ogni occasione.

mercoledì 7 ottobre 2009

Dubbi afgani

La Casa Bianca continua la sua opera di valutazione sulla nuova strategia per il conflitto afgano. I numeri sono molto chiari, specie nell'elettorato democratico. L'incremento delle operazioni militari potrebbe avere un effetto disastroso, molto più della riforma sanitaria.

Incidente (istituzionale)

Bocciato l'Alfa! No!!! Che danno...

martedì 6 ottobre 2009

Socialismo già risorto?

Seppellita l'anima teutonica domenica scorsa, il socialismo è già risorto per alcuni commentatori in salsa mediterranea, dopo le vittorie in Portogallo e Grecia. Solito provincialismo all'italiana. Le forze progressiste in Europa affrontano una fase poco favorevole, ma le dinamiche nazionali sono comunque il fattore decisivo. Un governo popolare vince, uno impopolare perde. La democrazia dell'alternanza non è stata ancora compresa dalle nostre parti.

Bersani vince anche su Facebook

Dopo la netta vittoria tra gli iscritti, anche la rete assegna la palma del vincitore a Pierluigi Bersani. L'ex ministro allo Sviluppo economico ha 8.132 mila fan su Facebook, un incremento di 6 mila nel solo mese di settembre. Franceschini perde sostenitori e si ferma a 5.342, superato anche da Ignazio Marino, che conta 5.372 supporter.

lunedì 5 ottobre 2009

Balla di Flavio Tosi

Il sindaco di Verona Flavio Tosi ha appena affermato all'Infedele di Gad Lerner che in Germania non vige lo ius soli. Questo è falso, perché la legge fu cambiata durante i primi anni del governo Schröder per accogliere (parzialmente) questo principio.

TroppObama

Jay Cost critica l'eccessivo presenzialismo di Obama, prendendo spunto dal fiasco olimpico di Chicago. Essendo un commentatore serio, e repubblicano, la politica estera non è neppure presa in considerazione.

Problema Democratico

Il tasso di approvazione del presidente e il voto generico per la House sono discreti, però i Democratici hanno un problema per le prossime midterm. Chi non approva nessun partito al Congresso è orientato a votare i Repubblicani con un rapporto di 50-14. Tra gli elettori democratici insoddisfatti del loro partito c'è una maggioranza propensa a scegliere il Gop .

domenica 4 ottobre 2009

La netta vittoria del Pasok

Si allarga notevolmente il divario tra il centrosinistra e il centrodestra nelle elezioni greche. Secondo la prima proiezione, il Pasok avrebbe vinto con 10 punti di vantaggio sul partito conservatore dell'attuale premier ellenico.

PASOK wins 43,8 % and 160 seats

ND gathers 33,8% and 92 seats

GCP gathers 7,3% and 21 seats

LAOS 5,6% and 15 seats

SYRIZA 4,5% and 12 seats

Ecologists-Greens 2,5%

Other parties gather 2,5%.

Grecia a sinistra

Il primo exit poll indica un'affermazione dei socialisti in Grecia. Nelle legislative, anticipate di 2 anni rispetto alla scadenza del mandato, i conservatori di Nea Democratia erano annunciati come sfavoriti per l'impopolarità del governo Karamanlis, in carica da ormai 5 anni.

PASOK: 41% - 44% (151-159 seats)

ND: 34,3% - 37,3 % (94-100 seats)

GCP: 7,3%- 8,3 % (20-22 seats)

LAOS: 5% -6 % (14- 16 seats)

SYRIZA: 3,9% - 4,9 % (11 -13 seats)

Ecologists-Greens: marginal percentage points 2% - 3%

sabato 3 ottobre 2009

Il debito di Reagan

Il debito, pubblico e privato, che affligge l'economia americana, ha un responsabile. Si chiama Ronald Reagan.

La verità sul New Jersey

Per Research 2000 e Quinnipiac il repubblicano Christie è il favorito nelle elezioni del New Jersey. Jon Corzine, l'attuale governatore, ha un rapporto di opinioni favorevoli/sfavorevoli 37/53 per R2000, mentre l'approvazione del suo operato è al 36% per Quinnipiac. Secondo i due istituti, gli stessi indici vedono Obama al 60% nelle opinioni favorevoli e al 56% nell'apprezzamento del suo lavoro. Se vince Christie, chi parlerà di sconfitta del presidente dirà una barzelletta.

E il problema?

Se la prova della mancata capacità in politica estera di Obama è la sconfitta di Chicago come sede olimpica, non si saprebbe come definire un'Amministrazione che ha condotto due guerre fallimentari e danneggiato come mai prima la forza del Paese sullo scenario internazionale. Ah, la varietà delle opinioni

Il triste destino della SPD

Hendrik Hertzberg e il suo articolo perfetto su storia, presente e possibile futuro della socialdemocrazia tedesca. Uno dei pochi casi nei quali la stampa anglosassone interpreta bene le cose di Germania.

SPD was always steadfast and brave in its resistance to Bolshevism, Nazism, and Stalinism. Tens of thousands of its members and supporters ended up in Nazi and Communist concentration camps. It was the only German party whose record on these nontrivial points was unambiguous, which is why it was the only German party that did not have to change its name and start from scratch after the Second World War. And, of course, the SPD was instrumental in the creation and consolidation of the democratic, humane, and wealthy society that West Germany became after the war and, despite its share of troubles, united Germany remains

venerdì 2 ottobre 2009

La rivoluzione del PDL

Nella rassegna stampa della Camera di oggi, 45 articoli su Patrizia D'Addario e AnnoZero. E'la rivoluzione del PDL descritta da Brunetta?

giovedì 1 ottobre 2009

L'opposizione ha vinto, in Germania come negli Usa

Ci sono state incredibili chiacchiere, specie a sinistra, sulle elezioni tedesche, e il loro legame con il trionfo di Obama.
In Germania così come negli Stati Uniti, un governo impopolare è stato punito dall'elettorato. Negli Usa, un sistema bipartitico, ne ha beneficiato la sinistra. In Germania, sistema multipartitico, le forze che si sono opposte alla Grande Coalizione sono cresciute come mai prima, registrando tutte i loro risultati record, a sinistra come a destra.

Quanto dolore

Quando succedono tragedie di simili dimensioni, le parole mancano del tutto.

PD vicino al 30%

Era circa un anno che il Partito Democratico non sfiorava quota 30 nei sondaggi IPSOS. Rispetto alle Europee sostanzialmente stabili i partiti minori, mentre crescono i due maggiori. Il PD a +3,2, il PDL +2,2.