domenica 4 gennaio 2009

Sorpresa

Paul Krugman e e Gregory Mankiw sono due economisti eccellenti che, pur partendo da una comune base Keynesiana, divergono profondamente nella sua applicazione politica. Mankiw è ormai diventato parte dell'establishment repubblicano, mentre il premio Nobel 2008 è un fervente (social)democratico. Le loro analisi sulle prospettive del partito repubblicano, uscito molto ammaccato dopo l'apparente trionfo del 2004, convergono. L'eccellente editoriale di Krugman è un controcanto più accurato, e polemico, al breve post di Mankiw dedicato alle elezioni del 2008. Se il Gop non abbandona, o quantomeno tempera, il conservatorismo culturale da angry white men, i gruppi sociali più dinamici, giovani laureati e immigrati, forniranno probabili maggioranze plurali ai Democratici. La Politics of Rage di  George Wallace, sfruttata da Nixon e reinterpretata da Reagan, Gingrich e Bush figlio, è stata seppellita dal quarto di elettori americani che non sono bianchi. Una percentuale che crescerà costantemente nei prossimi anni. 

PS: Sarah Palin è stata la ridicola macchietta che ha degnamente concluso un triste periodo della politica a stelle strisce. Solo un'altrettanto ridicola politica poteva prenderla ad esempio.

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