La scorsa settimana sono uscite indagini che analizzano le dinamiche di voto di alcuni gruppi sociali decisivi per il risultato delle presidenziali.
Secondo la maggior parte delle rilevazioni demoscopiche il 40% dell'elettorato si identifica coi Democratici, ma il margine di oltre 10 punti di vantaggio nei confronti del Gop potrebbe non essere sufficiente per Obama. Storicamente non pochi elettori democratici di orientamento conservatore preferiscono i candidati repubblicani alle presidenziali. Nel 2004 l'11% dei democratici optò per Bush, mentre solo il 6% dei repubblicani votò Kerry. In molti Stati del Sud e nelle aree rurali degli Stati questa percentuale superò anche il 20%, un dato non nuovo nella politica americana, tanto che negli anni '80 fu coniata la definizione di Reagan Democrats per identificare questo segmento di elettori.
Rasmussen ha estrapolato i dati tratti dalle interviste con un campione di 14 mila elettori condotte lungo due settimane per rilevare l'orientamento dei democratici. Il 43% di loro si considera liberal, il 37% moderato e ben il 18% ha un orientamento conservatore( dati attuali non ne conosco, ma credo che i repubblicani liberal siano al massimo il 5%). Il 78% dell'elettorato democratico intende votare Obama, una percentuale di 10 punti inferiore rispetto a quanto ottenuto da Kerry nel 2004. Solo il 62% dei democratici conservatori pensa di votare per il candidato del proprio partito, mentre il 30% di loro voterà McCain. A livello nazionale il candidato del Gop ottiene il 19% del consenso dei democratici bianchi, mentre si nota un chiaro gap generazionale. Obama guida 84 a 13 tra i democratici under 30, mentre il suo margine cala nelle fasce d'elettorato più anziane: 74 a 16 tra gli over 65, con McCain al 15% tra gli over 50. Gli indecisi aumentano con la stessa dinamica: solo il 2% degli under 30 non sa chi scegliere tra i due candidati, una percentuale che arriva al 9 negli over 65.
Ambinder riferisce di un'indagine dedicata agli indipendenti, che tradizionalmente assommano a circa il 30% dell'elettorato. Nel 2004 la quota di indipendenti si attestò al 26%, e in questo segmento di elettorato prevalse Kerry, ma solo di un punto percentuale(49-48), mentre nel 2006 tra gli indipendenti i Democratici prevalsero 57 a 39. L'indagine di Targetpoint rileva che in questo segmento di elettorato i Democratici hanno un margine di vantaggio che sfiora i 10 punti. Tra gli indipendenti prevalgono però i conservatori, quantomeno rispetto ai liberal, mentre il 59% di loro si definisce moderato. McCain rimane competitivo: Obama prevale 45 a 39, un distacco che si riduce di due punti tenendo in considerazione anche l'orientamento espresso dagli indecisi. Sui temi politici più significativi, l'elettorato indipendente reputa necessaria la stabilizzazione dell'Iraq, mentre su aborto e controllo delle armi la maggioranza del campione si esprime su posizioni simili a quelle dei Democratici. Il 56% vuole il mantenimento dei tagli fiscali di Bush, e anche tra gli indipendenti si nota un netto gap generazionale, con i giovani nettamente pro Obama mentre i più anziani preferiscono McCain. Il 12% di questo campione afferma di aver votato la Clinton alle primarie: McCain prevale tra loro di 4 punti percentuali.
Pew Hispanic Center ha realizzato un'indagine su un campione di 2mila elettori registrati di origine ispaniche. Nonostante le difficoltà riscontrate durante il lungo ciclo delle primarie, Obama vince questo nettamente tra i latinos, 66 a 23. Rispetto al 2004 il candidato democratico migliora di 13 punti la percentuale ottenuta da Kerry, mentre McCain ne perde 20. I latinos, che sono l'etnia demograficamente più consistente, 15% della popolazione americana, partecipano tendenzialmente meno alla vita politica: nel 2004 il 47% di loro partecipò alle elezioni, contro il 60% degli afro-americani e il 67% dei bianchi. La partecipazione degli ispanici al voto sta però crescendo, come già riscontrato alla primarie democratiche, dove oltre la metà degli ispanici registrati al voto è andata alle urne. Il 78% dei latinos sta seguendo la campagna elettorale, contro il 72% del 2004, un anno record per quanto riguarda il turnout. A livello di identificazione politica cresce il margine di vantaggio dei Democratici: il 65% degli ispanici si identifica o propende per loro, contro solo il 26% pro Gop.
Gli elettori indecisi sono aumentati rispetto al 2004 nell'indagine condotta da Rasmussen. Se nel luglio di 4 anni fa solo l'8% del campione non si esprimeva tra Kerry e Bush, ora la percentuale sale al 14%. Questo numero si suddivide in un 6% che pensa di votare per un altro candidato, mentre l'8% è ancora indeciso. Il 33% degli elettori indecisi si identifica con i Democratici, mentre solo il 19% è repubblicano, e questo dato non è certo positivo per Obama. Il 48% si reputa indipendente. Gli elettori indecisi hanno comunque espresso una preferenza politica: il 37% pensa di votare per i Democratici per il Senato o per la Camera, contro un 22% orientato verso il Gop. A livello presidenziale il quadro si ribalta: il 19% degli indecisi è orientato verso Obama, superato da McCain che ottiene il 26%. Il 20% ritiene probabile un voto verso un candidato di un altro partito.
lunedì 4 agosto 2008
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