mercoledì 5 novembre 2008

Pensieri sparsi su un trionfo (in)aspettato

  • La vittoria di Obama è stata impressionante. Nessun democratico dal 1964 aveva superato il 51% a livello nazionale, così come dalla vittoria di Lyndon Johnson mancavano successi in Stati come Indiana e Virginia.
  • Obama è il primo presidente eletto dalle minoranze etniche. Tra i bianchi accusa un distacco di oltre 10 punti rispetto a McCain. Nonostante questo, l'America delle mille etnie frutto dell'immigrazione ha trovato nel figlio di un kenyota il suo nuovo leader. E' l'America che già c'era nel 2000 e nel 2004, ma che nè Gore nè Kerry seppero massimizzare.
  • La coalizione multietnica di Obama ha un esplicito carattere post razziale. Qualche bianco non ha votato il candidato democratico per il colore della sua pelle, ma è stato compensato dal prevedibile turnout record degli afro-americani. Gli Zucconi che blateravano sul razzismo degli americani sono serviti.
  • Obama ha costruito l'organizzazione politica perfetta. Un candidato apparentemente minoritario ha trovato in Internet e nella tecnologia gli strumenti per raggiungere quella parte di società pronta all'impegno politico ma non ascoltata(giovani, minoranze). La raccolta fondi organizzata da Plouffe e Axelrod dovrà essere studiata nei manuali universitari
  • La strategia elettorale è stata perfetta. Un comizio a Pittsburgh nell'ultimo weekend per assicurare la Pennsylvania, l'ultimo giorno una visita in North Carolina, Indiana e Virginia per trovare il consenso negli Stati (ex) repubblicani. Avevo scritto ieri pomeriggio che l'ultima tappa a Indianapolis era il segnale di una vittoria trionfale, mi fa piacere averci preso.
  • segue...

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