mercoledì 30 settembre 2009

Ricomincio da 3

Dopo il disastroso esito elettorale la Spd ricomincia con un trio. Il candidato alla cancelleria FW Steinmeier sarà solo il capogruppo al Bundestag. Il nuovo presidente del partito sarà probabilmente Sigmar Gabriel, ministro dell'Ambiente nel governo Merkel. Andrea Nahles, leader della sinistra intera, diventa Generalsekretärin, un ruolo di partito simile ad un coordinatore della segreteria/responsabile organizzazione.

martedì 29 settembre 2009

Quale futuro per l'Spd?

Nel 2005 la Spd era il primo partito tra gli under 30 con il 35%, ora è il terzo con il 16. Pirati all' 8. Nel segmento più giovane dell'elettorato i Pirati hanno la metà del consenso del più antico partito socialdemocratico del mondo.

Pirati alla riscossa

Alle elezioni federali il partito dei Pirati ha strappato un onorevole 2%, battendo pure i nazisti della NPD.Secondo l'exit poll il loro consenso è all'8% tra i giovani, con un picco del 10 punti tra i maschi under 30.

lunedì 28 settembre 2009

Vittoria di Pirro?

Solo il drastico calo della partecipazione ha salvato l'apparente vittoria della Merkel. Come nel 2005, la Cdu ha perso 2 milioni di voti rispetto all'elezione precedente. Il destino dei due Volkspartei sembra comune, la differenza è l'avere uno o due concorrenti al proprio fianco.

La metà di 7 anni fa

Nel 2002 la Spd prese 18 milioni e 500 mila voti, ora non raggiunge i 10.

Crollo della partecipazione

La partecipazione alle elezioni federali è crollata al 71%, setti punti in meno rispetto al 2005. 5 milioni di elettori in meno, e pare in larga parte socialdemocratici.

6 milioni

Rispetto al 2005, la Spd ha perso 6 milioni di voti. Nel 2002 i socialdemocratici avevano ottenuto più di 18 milioni di voti, ora non superano i 10.

domenica 27 settembre 2009

La mia Berlin non c'è più, quasi

A Berlin, dove ho trascorso alcuni degli anni più belli della mia vita, la Spd ha perso 14 punti e mezzo. La città rimane ancora progressista, ma ormai Linke e Verdi valgono i socialdemocratici. Vedere Cdu e Linke superare il partito del berlinese più grande del secolo scorso, Willy Brandt, è un colpo al cuore.

Prussia addio

La parte occidentale della fu Prussia, Nordrhein-Westfalen e Niedersachsen, circa 25 milioni di persone, ha detto addio alla Spd. Il cuore socialdemocratico ha smesso di battere. La Spd ha perso oltre 12 punti nel Bundesland più popoloso della Germania, mentre in Niedersachsen, lo Stato di Schröder, la contrazione sfiora i 15 punti. I due Länder che permisero le vittorie o i recuperi mozzafiato della Spd targata Gerd vedono ora il successo dei conservatori. Ad Amburgo, la città di Helmut Schmidt, la Cdu pareggia per la prima volta nella storia nella casa storica del progressismo tedesco. Un disastro superiore alle peggiori aspettative.

Consoliamoci col Portogallo

A Lisbona confermati i socialisti.

Supereremo questa crisi

Di fronte al peggior risultato della storia, il leader della Spd Frank-Walter Steinmeier ha rimarcato il ruolo di Vokspartei del suo partito. "Usciremo da questa crisi". Certo è che il sistema politico tedesco è stato totalmente rivoluzionato, con rapporti di forza completamente mutati, e la Spd ha pagato il prezzo più alto di questo cambiamento. Dopo la prima Grande Coalizione ci fu il primo governo socialdemocratico, ora la sinistra tedesca dovrà ripensarsi per superare la crisi provocata dalla seconda.

IV proiezione

Cdu 33,9
Spd 23,1
Fdp 14,5
Linke 12,1
Verdi10,5

72,5% di partecipazione, secondo i calcoli 2 milioni di elettori della SPD sono rimasti a casa. CSU al 41% in Baviera, peggior risultato della storia

Sotto il 30 tra il Ruhr e il Reno

In Nordrhein-Westfalen al 27%. La casa della socialdemocrazia tedesca è bruciata

III proiezione ARD

Cdu 33,6
Spd 23
Fdp 14,7
Verdi 10,5
Linke 12,2

II proiezione ARD

Cdu 33,4
Spd 23,0
Fdp 14,6
Linke 12,6
Verdi 10,4

Proeizione ZDF

CDu 33,5
Spd 23,3
Fdp 14,6
Linke 12,9
Verdi 10,1

Amara sconfitta

Steinemeier, nel peggior giorno della socialdemocrazia tedesca, è stato chiaro. La Linke ha superato la Spd tra i disoccupati, e la Cdu l'ha raggiunta.

Prima proiezione ARD

Cdu 33,4
Spd 22,7
Fdp 14,8
Verdi 10,6
Linke 12,5

Prima Previsione

Prima proiezione, arrivano i giallo-neri quasi sicuramente. Diminuisce la partecipazione, al 72%, tutto a danno della Spd

ARD

CDU 33.5
SPD 22.5
FDP 15
Verdi 10.5
Linke 12.5

ZDF

CDU 36
SPD 25
FDP 13
Verdi 10
Linke 11

Affluenza in calo

Affluenza al 36% alle ore 14, in netto calo rispetto a 2005 e 2002. Non è un bel segnale per la sinistra tedesca, visto che la contrazione è più accentuata all'Est.

Gerd Show

Comunque andranno stasera le elezioni stasera, al confronto tra i leader di questa sera alle ore 20 e 15 non sarà così divertente come quello di 4 anni fa. Mancherà il migliore, Gerhard Schroeder

sabato 26 settembre 2009

Elezioni tedesche

Trovate tutto qui, grazie all'ospitalità dei miei amici di Termometro Politico e al genio di Marco Ghiotti.

venerdì 25 settembre 2009

No comment

Niente aumento delle truppe

La maggioranza degli americani è contraria all'aumento delle truppe in Afghanistan. Opposizione molto netta da parte dell'elettorato democratico, al 62 contrario e al 30 favorevole al rafforzamento del contingente militare a Kabul. La strada per salvare la rivoluzione obamiana è molto chiara

Prognosi tedesca

La mappa dei 299 collegi elettorali realizzata da election.de. La previsione finale del 17esimo Bundestag indica la Cdu a 233 seggi, la Spd a 170, la Fdp a 81, i Verdi a 68 e la Linke a 69. La coalizione giallo-nera avrebbe una maggioranza di 314 su 621 mandati, molto risicata e decisa dagli Überhangmandate. Incostituzionali da più di un anno, ma al Bundestag hanno dormito.

La media finale dei sondaggi è la seguente, con trend in calo per i favoriti giallo-neri.
Campo Borghese 47,93 (Cdu 34,86, Fdp 13,07)
Campo Progressista 47,21 (Spd 25,29, Verdi 10,43, Linke 11,5)

Di quanto sbagliano i sondaggi in Germania?

Le elezioni federali hanno spesso smentito i sondaggi, o l'immagine che la stampa comunicava basandosi sulle indagini d'opinione. Ma di quanto hanno sbagliato i sondaggi nelle ultime 3 elezioni, le uniche dove si può fare questa comparazione?
Nel 2005 il campo borghese, la coalizione di Cdu e Fdp, fu sovrastimata di ben 3,7 punti. Nel 2002 invece le rilevazioni furono precise, ma dai media fu colto solo in parte il trend negativo della Cdu. Anche nel 1998 gli istituti demoscopici sopravvalutarono di 2 punti circa l'allora coalizione di governo guidata da Helmut Kohl.


Le forze a sinistra del centro, Spd, Verdi e Linke, furono invece sottostimate di quasi 3 punti nel 2005. Per 2002 e 1998 l'errore fu minore, ma anche allora ci fu una leggera sottostima dei rosso-verdi. Per le elezioni vinte da Schroeder ho preso in considerazione i valori di Spd e Verdi, dato che allora la Linke non c'era ancora e la PDS era un partito che esisteva solo all'Est, e nel 2002 non riuscì neanche ad entrare in Parlamento.


PS: le coalizioni all'italiana non esistono in Germania, ho sommato i 5 partiti suddivisi nei due Lager (campo) di riferimento per ragioni di semplicità grafica.

giovedì 24 settembre 2009

Il nuovo equilibrio

Per la prima volta un presidente americano partecipa al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, l'organizzazione mondiale che i Neocon volevano cancellare. Una svolta che crea qualche problema di memoria anche al nostro premier. Al Palazzo di Vetro passa una risoluzione che impegna la comunità internazionale a fermare la proliferazione di armi nucleari. E' la prima risposta all'appello che Obama ha lanciato ieri all'Assemblea generale dell'Onu. Un nuovo spirito di cooperazione internazionale che mette al primo posto dell'agenda mondiale la lotta ai cambiamenti climatici, che chiede ad Israele di fermare gli insediamenti, che rinuncia al progetto bushiano dello scudo spaziale per bloccare la corsa agli armamenti atomici. In Afghanistan l'Amministrazione ha intanto preso tempo, consapevole che il punto essenziale del problema, l'esistenza di uno Stato democratico e affidabile, è mancante. Per questo un incremento delle azioni militari sarebbe un inutile spargimento di sangue, e un cambio di strategia necessario. Iniziando anche a ragionare su un calendario di ritiro graduale delle truppe, come chiede il senatore Russ Feingold.

55 Sì

Kuda ricorda a Tremonti le detrazioni del 55% per le spese volte all'efficienza energetica degli edifici. L'anno scorso tornarono grazie alla mobilitazione dei blog dopo la loro scomparsa, ora si gioca d'anticipo.

mercoledì 23 settembre 2009

L'opposizione conviene, in Germania

Gli ultimi due sondaggi, Forsa e Info GmbH, rilevano una situazione di sostanziale parità tra blocco borghese e forze a sinistra del centro. Per Forsa i giallo-neri sono al 48, con i rosso-rosso-verdi al 47, mentre Info Gmbh rileva la costellazione moderata al 46, con il fronte progressista davanti di 3 punti, al 49. Con questa situazione sembra scontata la riproposizione della Grande Coalizione. Una prospettiva però pericolosa per i partiti di governo.


Nel grafico si vede la prestazione della Cdu in 13 elezioni regionali svoltesi quando era la principale forza d'opposizione ai rosso- verdi (Cdu 2001-2005) e quando invece è diventata il primo partito della coalizione al governo a Berlino (Cdu 2006-2009). In minoranza il partito conservatore ha migliorato la propria performance in 8 consultazioni su 13, mentre in maggioranza è sempre peggiorato.

Le cose sono cambiate

Il presidente degli Stati Uniti vuole vincere la sfida del cambiamento climatico.

Cambio di strategia

Obama è scettico sul consistente aumento delle truppe proposto da McChrystal, visto che dopo il recente invio di 20 mila soldati la situazione è peggiorata.

House lontana per il Gop

La media del voto generico per la Camera dei Rappresentanti è Democratici 41.2%, Repubblicani 37.7%. A settembre 2005 il Gop inseguiva con un distacco medio di circa 8 punti, un margine poi confermato alle midterm 2006.

martedì 22 settembre 2009

4 anni di sconfitte per Cdu e Spd

Nei 4 anni di Grande Coalizione Spd e Cdu hanno quasi sempre peggiorato i loro risultati rispetto all'elezione regionale precedente. Se il salasso subito dai socialdemocratici tra il 2001 e il 2005 si è arrestato, i conservatori, pur mantenendo la gran parte dei governi assunti in quel periodo, sono sempre arretrati. Anche per questo i partiti minori auspicano ancora 4 anni di Grande Coalizione. A loro beneficio.
Per una migliore visualizzazione cliccare sull'immagine che mostra la variazione dei risultati dei 5 partiti principali nelle 15elezioni regionali svoltesi dal 2006 ad oggi.

Bersani cresce al Nord

Rispetto al post precedente, i nuovi dati in arrivo da Piemonte e Lombardia mostrano una forte crescita della mozione Bersani al Nord. L'ex ministro allo Sviluppo economico è sopra il 50% al Nord Ovest e ha quasi 10 punti di vantaggio nel Lombardo Veneto. La distribuzione geografica del consenso diventa più omogenea.

lunedì 21 settembre 2009

Kinder di sinistra

Più di 120 mila ragazzi hanno votato alle elezioni per i minorenni tedeschi organizzate da U18. Prima la Spd, secondi i Verdi, solo terza la Cdu/Csu, quarta la Linke, mentre perfino il partito dei Pirati supera i liberali. In ogni Bundesland c'è una maggioranza progressista, con la sola eccezione della Saarland, la patria di Lafontaine. Cari adolescenti tedeschi, non cambiate mai.

I risultati a livello federale

SPD: 20,45%

GRÜNE: 20%

CDU/CSU: 19,35%

Linke: 10,35%

Piraten: 8,7% (Pirati)

FDP: 7,6%

Die Tierschutzpartei: 5,19% (Partito per la difesa degli animali)

Sonstige: 8,35% (Altri)

Il debito dei neoconservatori

Irving Kristol, eulogizzato in termini imbarazzanti, acritici e alla fine surreali da Giuliano Ferrara, è uno dei massimi responsabili della demonizzazione del government. Più servizi significava più tasse, per democratici e repubblicani, fino agli anni '80. Da quando i reaganiani conquistarono il GOP, grazie anche alle idee propugnate dai Neocon, questa equazione è scomparsa, e la figura soprastante mostra perfettamente quanti danni siano stati arrecati alla sostenibilità finanziaria del governo degli Stati Uniti. Ecco cosa scriveva l'appena decesso Kristol sugli articoli economici de The Public Interest, bibbia del movimento intellettuale più dannoso degli ultimi decenni.

Among the core social scientists around The Public Interest there were no economists.... This explains my own rather cavalier attitude toward the budget deficit and other monetary or fiscal problems. The task, as I saw it, was to create a new majority, which evidently would mean a conservative majority, which came to mean, in turn, a Republican majority - so political effectiveness was the priority, not the accounting deficiencies of government...

Lega Sud

Il partito del Sud sognato da Miccichè è nato negli Usa.

Secondo l'indagine settimanale di Research 2000 solo al Sud c'è una tenue maggioranza di opinioni favorevoli sui Repubblicani. Nel resto del Paese oltre i 2/3 degli intervistati esprimono un giudizio negativo del Gop.

Il ciapa no

Le elezioni tedesche sono contraddistinte dal continuo rifiuto delle alleanze. I congressi di Liberali e Verdi hanno stabilito che non ci sarà nessuna coalizione Semaforo (Spd-Fdp e ecologisti) né Jamaika (Cdu al posto della Spd). I socialdemocratici continuano ad escludere un governo con la Linke. Un'alternativa alla Grande Coalizione guidata dalla Merkel non esiste per il campo progressista, mentre l'elettorato borghese dovrà mobilitarsi come mai nella storia della Germania riunificata per avere una maggioranza.

domenica 20 settembre 2009

Bersani in testa grazie a Sud e Centro

Termometro Politico aggiorna grazie alle comunicazioni dai militanti l'andamento del Congresso del Partito Democratico.
Al 3,3% della copertura stimata, Bersani guida al 56,29%, Franceschini segue al 34,27% mentre Marino chiude al 9,44%. Sono dati simili a quelli comunicati dal Pd nazionale al 13% dei Congressi svolti.
Più interessante ancora è la distribuzione geografica del voto
  • Bersani domina al Sud e nelle Isole con percentuali intorno al 70%. Nelle Regioni Rosse, sorta di bellwther del centrosinistra italiano, ottiene il dato nazionale. Al Nord è sotto al 50%.
  • Franceschini vince all'Estero, ed è molto competitivo al Nord, dove è praticamente incollato a Bersani. Più si allontana dal Po, più scende, scivolando sotto il 30% nel Mezzogiorno.
  • Marino ottiene un brillante risultato al Nord, intorno al 15%, va bene al Centro mentre sprofonda al Sud, dove non supera la soglia del 5%.
  • La Franceschini è l'unica mozione omogenea a livello nazionale, mentre la Marino cresce dove c'è un maggior voto d'opinione. La forza della Bersani è legata all'appoggio delle strutture locali del partito, e il sostegno di D'Alema porta in dote pressoché intera il Mezzogiorno.

sabato 19 settembre 2009

Germania verso il pareggio

Ad una settimana dal voto i sondaggi mostrano una contrazione del vantaggio giallo-nero. La coalizione borghese Cdu-Fdp, reclamata dai liberali e (timidamente) sostenuta dalla Merkel, non raggiunge il 50% in nessun sondaggio. Forsa, Infratest, FG Wahlen e GMS indicano i giallo-neri al 49%. Per IfD Allensbach i giallo-neri sono al 48,5, mentre Emnid rileva il pareggio tra la coalizione borghese e le forze a sinistra del centro, Spd, Verdi e Linke. I socialdemocratici sembrano beneficiare del consueto recupero, ora sono cresciuti di 2/3 punti percentuali, purtroppo a danno dei Verdi e non dei regressisti della Linke. A 8 giorni dall'apertura delle urne la situazione non era molto diversa nel 2005, con un paio di sondaggi che mostravano l'assenza di una maggioranza borghese e la Cdu stabile sopra al 40%. Fabrizio, che 4 anni aveva previsto il pareggio tra Merkel e Schroeder, pronostica conservatori al 33 e socialdemocratici al 29, con logica prosecuzione della Grossa Coalizione.
Da simpatizzante hardcore della Spd, credo che un periodo di opposizione socialdemocratica sarebbe utile a spegnere la pericolosa e molto dannosa crescita della Linke. Da appassionato osservatore della politica tedesca, noto che dalla riunificazione, tolte le elezioni del 1990, non c'è mai stata una maggioranza borghese superiore al 49%, e non mi pare che ci siano le condizioni perchè questo dato muti.

venerdì 18 settembre 2009

Meno truppe a Kabul

Il 2009 rischia di essere il peggior anno della guerra in Afghanistan, per vittime civili e caduti militari. Poco meno di 8 anni fa, il 7 ottobre 2001, i missili su Kabul furono la risposta della comunità internazionale alla tragedia delle Torri Gemelle. Il mondo si unì agli Stati Uniti feriti, condividendo l’obiettivo di trovare i capi di Al Qaeda, smantellare le basi del network terroristico e distruggere il regime talebano complice dell’attacco all’America. Kabul cadde dopo poche settimane, grazie alla debolezza strutturale dello Stato afgano e alla diffusa corruzione che da sempre caratterizza la regione.

Il corrispondente del New York Times Dexter Finkins ricorda come l’assedio di Kunduz fu risolto regalando lussuosi trucks della Toyota ad alcuni capi dei talebani, che subito passarono agli ex nemici dell’Alleanza del Nord. I seguaci del Mullah Omar furono ridotti alla macchia, sull’infinito confine che unisce la nazione al Pakistan, ma l’Amministrazione Bush a metà 2002, dopo l’operazione Anaconda, cambiò l’obiettivo. L’Iraq, le sue inesistenti armi di distruzione di massa e la speranza di plasmare l’intero Medio Oriente secondo gli interessi statunitensi portarono al sostanziale abbandono dell’Afghanistan, e all’attuale disastro, culminato nella sempre più diffusa ribellione taliban e nella farsa della rielezione del sindaco di Kabul, Karzai, l’unico Capo di Stato la cui autorità finisce ai confini della capitale.

Con l’arrivo di Obama alla Casa Bianca, l’America ha fissato la data del (parziale) ritiro dall’Iraq, concentrandosi di nuovo sull’Afghanistan. Alle 60 mila truppe sul terreno se ne sono aggiunte 20 mila, un numero giudicato insufficiente dal nuovo comandante della missione, Stanley McChrystal. La sua richiesta di un ulteriore incremento dei militari americani, altri 40 mila, ha aperto un vespaio interno all’Amministrazione. Il Segretario di Stato Clinton, spalleggiato dall’inviato nella regione Holbrooke, si è dichiarata favorevole, mentre il Vice presidente Biden si è mostrato molto scettico.

Obama non ha finora preso una posizione, ma i segnali che provengono dal Congresso e dall’opinione pubblica sono univoci. Il presidente della Camera, Nancy Pelosi, ha espresso una velata opposizione alla richiesta di McChrystal, sostenendo come alla House non ci sarebbero i voti per approvare la proposta del generale. Il presidente della commissione Relazione Estere del Senato, John Kerry, ha chiesto all’Amministrazione una nuova definizione della missione a Kabul, senza i quali i nuovi sforzi, economici e militari, sarebbero del tutto vani. L’ex candidato alla Casa Bianca ha espresso i molti dubbi che serpeggiano tra i liberal, che già avevano rischiato di far bocciare il rifinanziamento alle missioni in Iraq e Afghanistan a giugno del 2009.

I 32 voti contrari del Caucus progressista sono stati un chiaro segnale rispetto ad un intervento militare sempre meno compreso, a 8 anni di distanza e con pochi, scarsi risultati raggiunti. Il segnale più preoccupante per Obama è il dissenso, sempre più netto, dell’opinione pubblica. CNN ha rilevato per la prima volta dal 2001 una maggioranza contraria alla guerra in Afghanistan, con l’elettorato democratico fermamente opposto, con percentuali superiori al 70%. Un’indagine di CBS ha mostrato come gli americani vogliono una riduzione, non un aumento delle truppe, mentre Gallup ha invece registrato il massimo dell’approvazione per Obama sull’Iraq, dove Obama ha annunciato il ritiro delle truppe. Per quanto riguarda l’Afghanistan, solo una minoranza apprezza la conduzione del presidente. E’ la prima volta di Obama sotto il 50% su un tema di politica estera, di gran lunga l’aspetto più apprezzato della sua giovane ma già travagliata Amministrazione.

Sono numeri che giustificano l’inquietudine di BHO, che in estate convocò un meeting di storici per discutere di una possibile replica del calvario dell’Amministrazione Johnson. Come LBJ, Obama vuole portare un’agenda domestica molto progressista, ma come il suo sfortunato predecessore texano anche lui eredita una guerra lunga, difficile e sostanzialmente senza vie d’uscita. I morti del Vietnam non torneranno, ma la guerra in Afghanistan può essere la tomba delle ambizioni liberal di Obama. Fuori da Kabul non esiste uno Stato, domina la corruzione e gli ultimi dieci anni di fallimenti americani nella costruzione delle Nazioni non promettono niente di buono in un Paese devastato da 30 anni di conflitti.

La guerra all’invasore ha reso nuovamente popolari i talebani, sconfitti 7 anni fa e risorti grazie alla colpevole trascuratezza di Bush & Cheney. Gli Stati Uniti prevedono di spendere per il 2009 circa 65 miliardi dollari per la missione afgana, mentre il Pil del Paese è 12,5 miliardi, circa 400 dollari pro capite. Una simile montagna di dollari sarebbe spesa in modo più redditizio comprando i signori dell’Afghanistan, una tattica molto più efficace delle bombe. Le armi si sono nel frattempo mostrate efficaci nella regione di frontiera del Pakistan, dove Obama ha proseguito i raid aerei iniziati da Bush, coordinandosi meglio con Islamabad, e ottenendo risultati significativi nella lotta ad Al Qaeda. Il governo Pakistano, sollecitato dall’avanzata dei Taliban a 150 km dalla capitale, ha ripreso il controllo della Valle dello Swat, mostrando come le uniche risposte possano in definitiva provenire dagli autoctoni.

Obama dovrebbe definire una strategia simile a quella che gli chiedono gli studiosi realisti, gli stessi che si schierarono contro il conflitto iracheno prevedendone il suo fallimento. A Kabul nessun Stato stabile e moderno è mai esistito, e fissare un simile obiettivo vorrebbe dire restare in quella regione per qualche decennio con poche speranze di successo. Se ci fosse un governo democratico con una propria strategia da supportare il discorso cambierebbe, ma se la rotta è definita dai generali americani e l’alleato sul territorio va sostanzialmente creato l’intera faccenda muta, assumendo contorni molto più cupi. In una Nazione montuosa, grande il doppio dell’Italia, sarebbe inoltre impossibile negare ai gruppi terroristi un “porto sicuro”.E’ doveroso combattere Al Qaeda con armi ed intelligence, ma bisognerebbe riconoscere che il suo crimine più efferato, l’11 settembre, fu progettato ad Amburgo, e nessuno si è sognato di invadere la Germania. Più di qualche decina di migliaia di soldati, capaci di irretire come poco altro la popolazione locale, sarebbe fondamentale ricucire, per quanto possibile, i legami tra India e Pakistan, cercando al contempo di rendere i russi partecipi nella regione.

Il presidente si deve opporre ad un massiccio incremento delle operazioni militari, perché sarebbe poco o per nulla efficace, e soprattutto perché segnerebbe il suo fallimento politico, dato che l’ombra di un sanguinoso conflitto oscurerebbe qualsiasi riforma, dalla tutela sanitaria universale alla lotta al cambiamento climatico. Obama ha vinto le primarie perché ha saputo rappresentare, per una generazione intera e per molti liberal, quella che Paul Wellstone chiamava “la corrente democratica del Partito Democratico”. Il senatore del Minnesota, morto in un tragico incidente aereo dopo aver votato no all’uso della forza militare in Iraq, era uno dei numerosi politici del Midwest che hanno fatto dell’opposizione alla guerra la loro caratteristica principale, da Eugene McCarthy a Russ Feingold. Obama ha sfruttato furbescamente quelle posizioni politiche, vincendo così la nomination democratica e la scontata Casa Bianca. Nel 2008 qualsiasi repubblicano era ineleggibile, ma nel 2010 alle elezioni di medio termine o nelle presidenziali 2012 un lungo stillicidio di sangue e violenza sarebbe veleno mortale per le ambizioni democratiche, perché niente come una guerra prolungata è capace di deludere e smobilitare i liberal. La corrente democratica dei Democratici non lo perdonerebbe mai, neanche al suo beniamino prediletto. E il change, tanto declamato e sognato dall’America progressista, ritornerebbe ad impolverarsi nei cassetti dei centri studi o nei faldoni del Congresso.

No alla scudo

La rinuncia allo scudo spaziale è un'altra svolta importante.

giovedì 17 settembre 2009

Male sull'Afghanistan

L'operato di Obama ha il suo picco sull'Iraq, dove ha promesso il ritiro. Valore peggiore sul deficit, come confermato da ogni sondaggio da un paio di mesi a questa parte. Sull'Afghanistan le voci sull'aumento delle operazioni militari hanno portato il suo consenso sotto il 50%, per la prima volta nelle indagini di Gallup. Ennesimo segnale sul declinante consenso della missione afgana. Per CNN solo il 23% dei democratici la sostiene. Percentuale terribile, dal sapore iracheno.

Lutto

Soldati italiani morti in Afghanistan. Cordoglio e vicinanza ai loro familiari e ai loro commilitoni.

mercoledì 16 settembre 2009

Obama è l'Anti Cristo

L'8% degli elettori del New Jersey pensa che Obama sia l'Anti Cristo. Il 13% non è sicuro. Tra i repubblicani la percentuale sale al 14%, con il 15% di indecisi.

martedì 15 settembre 2009

Sondaggi primarie PD

Sono sempre scettico a pubblicare indagini "segrete", comunque per Affari Italiani Bersani starebbe al 50%, Franceschini al 40% e Marino al 10%. Secondo Adinolfi, gli ultimi dati del Congresso vedono un simile risultato dopo che circa 8 mila iscritti hanno votato.

lunedì 14 settembre 2009

Vittoria laburista in Norvegia

Grazie al brillante risultato del partito laburista, cresciuto di quasi 3 punti, la coalizione di centrosinistra governerà la Norvegia ancora per 4 anni.

Elezioni in Norvegia

In Norvegia dovrebbe vincere la coalizione di centro sinistra che governa dal 2005. Le elezioni si giocano su pochissimi seggi di differenza, e il risultato è ancora in bilico.

Ignorare più di 5 milioni di morti

La guerra mondiale africana, con epicentro nel Congo e ignorata dai media occidentali, ha portato alla morte di più di 5 milioni di persone. Stephen Walt incolpa l'etnocentrismo strategico degli occidentali per questa imperdonabile ignoranza.

Pubblica opzione

L'ultimo sondaggio del Washington Post evidenzia come una maggioranza degli americani sostenga il fondo assicurativo pubblico. Se la proposta non fosse contenuta nella riforma sanitaria il consenso alla stessa salirebbe. Segnale ambiguo, e non positivo

Le solite balle

Quando leggete che la maggioranza dei democratici americani erano a favore della guerra in Iraq, sappiate che vi dicono la solita panzana. 147 membri del Congresso votarono no, 111 sì. La maggioranza della sinistra americana fece la sinistra.

domenica 13 settembre 2009

Duello in Tv vinto da Steinmeier

I sondaggi post duello indicano una vittoria di Steinmeier. Il candidato della Spd partiva con aspettative minori, ma la sua performance è stata brillante. Il recupero dei socialdemocratici nei confronti della Cdu è impossibile, e sicuramente una migliore prestazione in un duello televisivo muove pochi voti, ma un eventuale pareggio come nel 2005 non è per nulla lontano. E, ascoltando la Merkel, non sarebbe neanche sgradito. La Spd deve però arrivare il più possibile vicina al 30%, per evitare il caos nello schieramento a sinistra del centro.

Poco è cambiato

Comparando l' exit poll 2008 delle presidenziali con i break demografici pubblicati settimanalmente da Gallup, si nota come poco o nulla sia cambiato. Al netto dell'honeymoon presidenziale, e nonostante la crisi che brucia migliaia di posti di lavoro, Obama conserva le posizioni nella coalizione sociale che lo ha eletto. La forza del presidente tra liberal, giovani, minoranze etniche rimane inalterata, e a livello regionale il Sud conferma di essere l'eccezione, non il cuore politico, dell'America.

10 anni persi

Nel 2008 una famiglia americana ha avuto un reddito inferiore a quello del 1998. Nel 2008 la povertà è cresciuta al 13.2% della popolazione, il valore più elevato degli ultimi 13 anni. Era dal 1960 che così tante persone vivevano sotto la soglia di povertà. 2/3 della crescita economica sono finiti nelle tasche dell'1% più ricco della popolazione, che ha avuto nel 2008 una concentrazione di reddito pari a quella del 1928, l'anno che ha preceduto la Grande Depressione. Un disastro spiegato in gran parte dall'esplosione della disuguaglianza, parzialmente mitigato dalle misure economiche intraprese dall'Amministrazione Obama. Grazie al pacchetto di stimolo sono stati evitati 6 milioni di nuovi poveri. Il premio Nobel a Krugman si spiega anche per questo.




sabato 12 settembre 2009

Il discorso di Obama

CBS rileva una netta crescita dell'approvazione di Obama sulla riforma sanitaria. Un incremento di 12 punti, ancora più marcato tra coloro che hanno visto il discorso al Congresso. Note positive, anche se l'approvazione di Clinton, che nel '93 fece un simile intervento, era superiore, e l'esito finale fu negativo.

Sconfiggere Reagan

Paul Krugman difende la public option, e rimarca il significato politico della sua introduzione. L'intervento statale non sarebbe più il problema, ma la soluzione migliore. Reagan non è così popolare, ma l'elettorato americano è più pragmatico che ideologico, e dai liberal al governo pretende risposte efficaci, non battaglie ideologiche.

Schiavi dell'economia

Mark Mellman nota come ogni presidente americano abbia perso consenso in presenza di cicli economici negativi. Banale constatazione, ma è sempre "the economy, stupid".

venerdì 11 settembre 2009

giovedì 10 settembre 2009

Senza limiti

Formigoni pontifica dopo la riconferma. Spiega ad Obama come realizzare la riforma sanitaria. Senza limiti, e senza vergogna. Le priorità in Regione Lombardia, via Pippo, continuano ad essere molto diverse dai bisogni dei cittadini.

Primi risultati del Congresso

Termometro Politico ha il conteggio ufficioso dei primi congressi di circolo del Pd. Al momento guida Bersani, con Franceschini appena dietro e Marino lontano terzo, appena sopra la soglia del 5%.

Bersani 498 50,30%
Franceschini 441 44,55%
Marino 51 5,15%

Balzo della riforma

L'istant poll della CNN ha trovato un forte apprezzamento del pubblico nei confronti del discorso di Obama. A beneficio della riforma sanitaria, +14 punti. Un focus group di DemocracyCorps rileva un simile risultato.

Obama al Congresso

Il discorso di Obama al Congresso sulla riforma sanitaria.

mercoledì 9 settembre 2009

Consenso a Corte

La maggioranza degli americani è soddisfatta della Corte Suprema. L'elettorato democratico è il segmento di voto che maggiormente ha contribuito al miglioramento dei valori della Roberts Court, al momento l'unica istituzione federale governata dai conservatori.

4 vittorie democratiche

Nonostante crescano le previsioni pro Gop, i Democratici hanno vinto 4 elezioni suppletive. Consultazioni a bassa partecipazione, ma il segnale è discreto.

martedì 8 settembre 2009

Non c'è tempo da perdere

Con le note, malinconicamente bellissime di You are the everything degli R.E.M., MoveOn ricorda come non ci sia tempo da perdere per approvare la riforma sanitaria.

Sondaggi primarie PD

Crespi Ricerche rileva una crescita di Franceschini alle primarie del Pd. L'istituto stima una partecipazione sicura di oltre un milione di persone, potenzialmente potrebbero votare 3 milioni e mezzo di elettori.

Bersani 43,7
Franceschini 39,6
Marino 9,5
Indeciso 7,2

Sondaggio telefonico a livello nazionale con metodologia C.A.T.I. su un campione di 1.000 casi, elettori del Partito Democratico, il 3 e 4 Settembre 2009.

lunedì 7 settembre 2009

10 domande a Big Matt

Yglesias sull'Economist. Riflessione molto condivisibile sul problema afgano.

DIA: You've said America should define a "win" in Afghanistan in achievable terms. How would you define a win? Are you concerned that if we leave an unstable country behind we will have simply bred more anti-Americanism in the region?

Mr Yglesias: I think it's much easier to imagine "winning" in the sense of leaving behind an Afghan government that can prevent the Taliban from taking over than it is to imagine "winning" in the sense of totally eradicating opposition to the Afghan government. You don't want to leave the situation in total chaos, but Afghanistan's never been what you would call a well-governed place as a whole and I don't really think the American government knows some secret formula to turn it into one.

domenica 6 settembre 2009

Sì, il dibattito sì

Sono d'accordo con il mio amico Pippo, che auspica un confronto tra Bersani, Francheschini e Marino il 20 settembre. Un dibattito tra i 3 candidati alla segreteria del Pd sarebbe un momento utile e positivo per iscritti, elettori e simpatizzanti. Il segretario del Pd non è il candidato presidente degli Stati Uniti, però i Democratici americani hanno svolto tra il 2007 e il 2008 ben 26 dibattiti per scegliere il loro leader. Anche solo 1 potrebbe bastare.

Sondaggi tedeschi

Le intenzioni di voto premiano ancora la coalizione Cdu-Fdp. I giallo-neri stanno tra il 48 e il 52%. Una maggioranza di seggi al Bundestag arriva quando una coalizione prende il 48,5 dei voti. Considerando che storicamente il blocco borghese è sopravvalutato nei sondaggi, è ancora tutto in gioco.

La Cdu e la carta del razzismo

E' arrivata la campagna elettorale, e i big della Cdu iniziano a giocare pesante. Jürgen Rüttgers, ministro presidente del Land più popoloso della Germania, la Nordrhein- Westfalen, ha attaccato in due comizi i lavoratori immigrati con termini vicini al razzismo. I Verdi, alleati auspicati dai conservatori tedeschi, hanno già chiesto alla Merkel di togliere l'incarico di Vice segretario a Rüttgers, definendo le sue dichiarazioni come puro razzismo.

sabato 5 settembre 2009

Sconfitta alle midterm

Negli ultimi 60 anni il partito che esprimeva il presidente ha perso per 14 volte su 16 seggi alle elezioni di medio-termine. Secondo Alan Abramowitz la perdita della House si verificherebbe solo con una netta disapprovazione dell'operato di Obama, e un collasso democratico nelle preferenze di voto. Ora come ora, i repubblicani guadagnerebbero una ventina di seggi.

Ripresina di Obama

Dopo il netto calo di agosto, il tasso di approvazione di Obama è tornato a crescere, e la media Pollster si è ora stabilizzata poco sopra il 50%. Dopo i valori "drogati" della fase iniziale, si è ora tornati sulla terra, con un consenso simile a quanto ottenuto nelle urne. Il segnale più negativo rimane la quasi unanime disapprovazione dell'elettorato conservatore, radicalizzatosi in pochi mesi.

Meno democratici, sempre meno centristi

I primi mesi di Casa Bianca e Congresso non hanno giovato ai democratici, come era nelle previsioni viste le difficoltà attuali dell'economia americana. L'identificazione politica, il partito verso il quale propende l'elettore, mostra come i Dems stiano subendo un lento ma costante salasso. Il movimento più consistente si registra tra i bianchi, dove si nota un'ulteriore crescita della polarizzazione politica. Il centro negli Usa è un concetto sempre più sfuggente.

giovedì 3 settembre 2009

Problema Afghanistan

L'Afghanistan potrà diventare un problema molto serio per Obama nei prossimi mesi. La maggioranza degli americani vuole la riduzione, non l'aumento, delle truppe. L'opposizione all'intervento afgano ha toccato il picco storico, e la maggioranza degli indipendenti e i 2/3 dell'elettorato democratico è contro la missione a Kabul.

Il pessimo Lafontaine

Il nuovo idolo della sinistra italiana, Oskar Lafontaine " Lo Stato ha il dovere di impedire che i NEGRI portino via il lavoro ai padri di famiglia tedeschi grazie ai loro stipendi più bassi."
Lafontaine non disse NEGRI, ma FREMDARBEITER, espressione usata dai NAZISTI per insultare i lavoratori stranieri nel peggior periodo vissuto dalla Germania e dall'Europa, gli anni '30. La mia libera traduzione cerca di cogliere lo squallido populismo utilizzato da Oskar, che in un luogo dove i neonazisti sono elettoralmente forti scelse lo stesso linguaggio e gli stessi concetti per attaccare la politica della Spd di Schroeder. L'ex cancelliere socialdemocratico Helmut Schmidt, esagerando per certi versi, paragonò la demagogia di Lafontaine a quella di Hitler e LePen.

mercoledì 2 settembre 2009

ll voto degli immigrati tedeschi

In Germania 15 milioni di persone, circa il 18% della popolazione, hanno origini legate all'immigrazione. Al Bundestag ci sono solo 11 deputati con questo background etnico, e solo 1 membro della Cdu. Gli altri sono socialdemocratici, ecologisti, oppure appartengono alla Die Linke. L'ostilità dei conservatori alla partecipazione politica degli immigrati si paga: ecco la prima indagine sul voto dei tedeschi di origine turca, il gruppo di gran lunga più numeroso

  • CDU/CSU 10,1 %
  • SPD 55,5 %
  • Grüne/Verdi 23,3 %
  • Linke 9,4 %
  • FDP/Liberali 0,9 %

Approvazione negli Stati

SurveyUsa aggiorna la rilevazione dell'approvazione di Obama, condotta tra il 26 e il 28 agosto. Il presidente sconta in molti Stati la sua peggior performance, un risultato coerente con la tendenza emersa nel mese di agosto. Osservando gli impagabili break di Susa, si nota come Obama crolli tra gli indipendenti,vada male tra i giovani e tenga invece bene tra le minoranze etniche. Una buona notizia, così come la fine del mese.

Vota la campagna

Una nuova iniziativa di Termometro Politico : Vota la campagna - Primarie PD 2009

martedì 1 settembre 2009

Lafontaine è un pessimo esempio

Tagesspiegel ha fatto rumore in Italia con "L'Ulivo di Lafontaine". L'articolo paragonava la possibile alleanza rosso-rosso-verde in Saarland ai governi Prodi dove c'era Rifondazione. Un titolo più corretto sarebbe stato l'Unione di Lafontaine, titolo evitato per non confondere i lettori con l'Union, che sarebbe l'intesa tra Cdu e Csu. A differenza che in Germania, la coalizione con la sinistra estrema c'è già stata, e non è stato un successo. Sarebbe bene ricordarlo con chiarezza. La memoria a volte gioca brutti scherzi.

Confusione e colpe di Obama sulla Sanità

Interessante sondaggio sulla riforma sanitaria di CBS. Il 67% del campione non conosce le idee guida della riforma, e solo il 31% reputa che il presidente Obama ne abbia spiegato in modo efficace i programmi. Percentuale che sale al 52% tra i democratici, e che tra gli indipendenti arriva al 25. La maggioranza degli intervistati ritiene comunque che l'intervento pubblico possa contenere i costi sanitari meglio dei privati.